Violenza di genere
Nel 2024 un femminicidio ogni tre giorni
Lo scorso anno sono state 113 le donne vittime, oltre la metà (61) per mano di partner o ex. In crescita i reati previsti dal Codice Rosso come revenge porn, minacce e violenze domestiche. Emanuela Baio, presidente di Fondazione Asilo Mariuccia che ha attivato il Centro antiviolenza Ersilia Bronzini commenta: «Nonostante una leggera flessione in alcune tipologie di reato la violenza sulle donne continua a rappresentare una tragedia quotidiana»

I crimini contro le donne, che spaziano dalle violenze sessuali agli atti di stalking e ai maltrattamenti sono in crescita. A evidenziare questo incremento il report 2024 sui reati di violenza di genere, presentato in occasione della Giornata Internazionale della Donna dal Servizio Analisi Criminale. I dati sono stati oggetto di riflessione da parte della presidente della Fondazione Asilo Mariuccia – Fam, Emanuela Baio. La fondazione, lo scorso anno, ha avviato un Centro antiviolenza intitolato a Ersilia Bronzini.
Un trend allarmante
La violenza di genere, registra un trend allarmante che, sebbene possa essere parzialmente spiegato con una maggiore emersione del fenomeno e un aumento delle denunce, impone di mantenere altissimo il livello di attenzione. Nel 2024, del resto gli omicidi che hanno avuto come vittima una donna sono stati 113, uno ogni tre giorni, e in 61 casi a commettere l’omicidio è stato il partner o l’ex (fonte ministero degli Interni).
Le operatrici del Centro antiviolenza Ersilia Tonini fanno notare che anche i reati previsti dal “Codice Rosso” (violenza domestica, percosse, minacce, revenge porn) «mostrano una crescita preoccupante, dato confermato dalla nostra esperienza soprattutto per le ragazze più giovani». In base ai dati diffusi dal Servizio analisi criminale, per esempio, la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti è in costante crescita dal 2020 al 2024 passando da 973 reati a 1.485.
Tuttavia, sebbene il numero di violenze sessuali e stalking continui ad aumentare, emerge un dato positivo: la costrizione o induzione al matrimonio ha registrato un calo del 14% rispetto al 2023. Nonostante ciò, il numero di casi rimane comunque significativo e preoccupante.
Le vittime sono sempre le donne
«Nonostante una leggera flessione in alcune tipologie di reato, la violenza di genere continua a rappresentare una tragedia quotidiana», afferma Emanuela Baio, presidente di Fondazione Asilo Mariuccia. «Il dato che più ci colpisce è che ben il 91% delle vittime di violenza sessuale, il 75% delle vittime di stalking e l’81% delle persone maltrattate sono donne. Questi numeri sono la testimonianza di una realtà dolorosa che dobbiamo affrontare con forza».
L’attività quotidiana del Centro Antiviolenza Ersilia Bronzini, da sempre impegnato a supportare le donne in difficoltà, è il segno della necessità di un impegno collettivo contro la violenza di genere. «La violenza contro le donne non è solo un problema individuale, ma una questione che riguarda tutta la società. Ogni segnalazione, ogni denuncia e ogni passo verso il cambiamento sono un segnale di speranza e un invito a non fermarsi», continua la presidente.
La necessità di essere pronti a rispondere
La riflessione che viene fatta da Fam porta a considerare il fatto che, sottolinea la presidente: «Essere un Centro Antiviolenza significa essere sempre pronti ad accogliere, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, le chiamate di donne in cerca di aiuto, protezione e tutela per sé e per i propri figli».
Significa saper rispondere a domande complesse e dolorose in tutte le lingue, offrendo consulenza legale e sostegno psicologico, aiutando nella riconquista dell’autonomia lavorativa e abitativa. Significa anche disporre di personale educativo formato per accogliere e sostenere bambini vittime di violenza, sia essa fisica o psicologica, e accompagnarli, insieme alle loro madri, verso un futuro più sereno.
Gestire un Centro Antiviolenza richiede quindi competenza, professionalità e formazione continua, affinché ogni donna e bambino possano ricevere il supporto di cui hanno bisogno.
Nonostante i fondi spesso insufficienti, il Centro Ersilia Bronzini continua a offrire i suoi servizi grazie anche al sostegno di donazioni e contributi volontari. «Vogliamo dire a tutte le donne che vivono situazioni di violenza di chiedere aiuto, perché è impossibile salvarsi da sole. Noi ci siamo» conclude Baio.
In apertura manifestazione in memoria di una donna uccisa a Roma – Foto Cecilia Fabiano /LaPresse
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