Guerre e Conflitti
Nel 2024 sono state 61.353 le vittime civili delle guerre: il 67% in più rispetto al 2023
Sono sempre di più, e non sono “effetti collaterali”, le vittime civili, ovvero il totale di feriti e uccisi, delle guerre e dei conflitti nel mondo, di cui il 1° febbraio si celebra la Giornata nazionale. I Paesi più colpiti sono Gaza, con il 39% del totale delle vittime civili nel 2024, poi Ucraina, Libano, Sudan e Myanmar
Sono sempre di più e non sono “effetti collaterali”: sono le vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, di cui il 1° febbraio si celebra la Giornata nazionale, istituita con la Legge n.9/2017. A sollevare l’attenzione su questi uomini, donne e bambini – tanti, troppi bambini, è l’Associazione nazionale Vittime Civili di guerra (Anvcg), che nell’occasione svela un dato drammatico: nel 2024 i morti e i feriti provocati da armi esplosive nelle aree popolate sono stati 61.353. Le vittime (ovvero il totale di feriti e uccisi) «sono aumentate del 67% rispetto all’anno precedente», riferisce Michele Vigne, presidente nazionale di Anvcg . «Una crescita vertiginosa – osserva – che ci impone di pretendere il reale rispetto ed applicazione del diritto internazionale affinché si proteggano le vite, le case, le scuole e gli ospedali».
Oltre 25mila civili uccisi nel 2024: +51% rispetto al 2023
Sempre nel 2024, il numero complessivo di vittime, civili e militari, è aumentato del 39%, soprattutto a causa degli attacchi aerei: questi hanno raddoppiato la loro capacità offensiva rispetto all’anno precedente, causando il 63% delle vittime civili, con un incremento del 104% rispetto al 2023. In base al primo rapporto annuale 2024 di Action on Armed Violence, nel dettaglio il numero dei civili uccisi è passato da 16.635 a 25.116 (+51%), quello dei feriti è salito da 20.005 a 36.237 (+81%). Le guerre attualmente in corso sono 31, alle quali si aggiungono almeno 23 situazioni di crisi: è quanto riferisce l’ Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, realizzato ogni anno da Anvcg. Nel 2024, 69 Paesi sono stati colpiti da armi esplosive nelle aree popolate. I Paesi più colpiti in termini di vittime civili: Gaza con il 39% del totale delle vittime civili nel 2024 poi Ucraina, Libano, Sudan, Myanmar.
Territori Occupati
Il brutale attacco di Hamas, che ha scioccato la nazione e il mondo intero, ha provocato almeno 1.200 vittime civili, quando Hamas ha preso di mira le comunità usando armi pesanti. L’Operazione Spade di Ferro, con cui Israele ha risposto all’attacco, ha provocato una media di 10,1 vittime civili per ogni attacco aereo, superando significativamente le precedenti operazioni a Gaza e la media globale di 7,4. A gennaio 2025, il bilancio complessivo delle vittime della guerra a Gaza a partire dal 7 ottobre 2023, secondo il Ministero della Sanità di Gaza, è di 46.584 uccisi e 109,731 feriti.
Nel 2024, Israele ha causato il 55% delle vittime civili, soprattutto a Gaza, in Libano e in Siria, con un aumento del 139% rispetto al 2023. Nei Territori Palestinesi Occupati – Gaza e Cisgiordania – le organizzazioni della società civile hanno dimostrato che i media in lingua inglese riportano in maniera insufficiente il numero di vittime causate da incidenti con armi esplosive, cogliendo solo un terzo delle morti civili effettive dovute a specifici incidenti esplosivi a Gaza. In base ai dati disponibili, provenienti dal Ministero della Sanità di Gaza, dal 7 ottobre 2023 le vittime civili della violenza esplosiva nei Territori Palestinesi Occupati sono state in tutto 38.153, di cui 24.530 morti e 13.623 feriti. La maggior parte delle vittime si è registrata a Gaza (24.360 uccisi, 13.383 feriti): qui le vittime civili includono almeno 2.342 bambini, 1.155 donne e 957 uomini. «Questi numeri», specifica Anvcg, «si riferiscono al numero di civili segnalati uccisi o feriti dall’uso di armi esplosive a Gaza dal 7 ottobre 2023, raccolti utilizzando i resoconti specifici dei media in lingua inglese dall’Ong britannica Action on Armed Violence. Laddove non è stata fornita una specifica suddivisione tra civili e combattenti, le vittime sono riportate come civili, con l’avvertenza che i combattenti possono essere inclusi nel bilancio».
Ucraina
Per quanto riguarda la grave crisi in Ucraina, che sta colpendo pesantemente le popolazioni, qui le vittime civili di armi esplosive sono 30.517 (7.488 uccisi, 23.029 feriti), dal 24 febbraio 2022 al 31 dicembre 2025. Le armi esplosive lanciate da terra si rivelano le più letali, avendo causato il 60% di vittime civili, a fronte del 20% causato dalle armi esplosive lanciate via aerea. Le Nazioni Unite stimano inoltre che oltre un milione di persone, soprattutto donne e bambini, siano fuggite dall’Ucraina verso le vicine Polonia, Ungheria, Romania e Slovacchia, e il numero di sfollati interni continua a crescere. I corridoi di evacuazione umanitaria sono stati attaccati, i luoghi di rifugio dei civili sono stati bombardati e le forze russe hanno spesso preso di mira condomini, ospedali, scuole e infrastrutture civili con armi esplosive.
Le iniziative
Per accendere l’attenzione sul dramma delle vittime civili e chiedere un impegno forte e determinante alle istituzioni nazionali e internazionali, Anvcg promuove alcune iniziative di sensibilizzazione e informazione, in occasione della Giornata: il 31 gennaio (a partire dalle 10.30 nel Salone dei Cinquecento) l’evento a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal titolo “L’Italia si illumina di blu per chiedere il rispetto del diritto umanitario internazionale”. Nell’occasione, saranno premiati i vincitori del concorso scolastico nazionale “1945: la guerra è finita! Le gravose eredità che guerre e conflitti lasciano alla popolazione civile”, a cui hanno partecipato oltre 1.100 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado da tutta Italia. Sarà inoltre presentata la tredicesima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, annuario aggiornato delle guerre contemporanee, cui l’Anvcg collabora attraverso “L’Osservatorio”, il proprio centro di ricerca internazionale sulle vittime civili dei conflitti. (Qui il programma e gli interventi previsti). L’evento, che sarà moderato dalla conduttrice e attivista Metis Di Meo, vede la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio del Comune di Firenze, della Regione Toscana e dell’Anci.
La seconda iniziativa sarà, la sera del 1° febbraio, l’illuminazione di blu dei Municipi, dei Comuni e dei monumenti simbolo in tutto il Paese. Sempre di più gli enti e le istituzioni che hanno aderito all’iniziativa, grazie al protocollo d’intesa siglato con ANCI. L’iniziativa coinvolge anche le istituzioni centrali e, dallo scorso anno, numerose Regioni. L’obiettivo è accendere i riflettori del mondo su un dramma che riceve un’attenzione incostante, discontinua e inadeguata.
AP Photo/Abdel Kareem Hana/associated Press/LaPresse
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