Giornata mondiale dell'ambiente

Nel 2023 le emissioni di CO2 hanno superato i 36 miliardi di tonnellate

I 194 Stati Membri dell’Oms hanno adottato una risoluzione storica che riconosce il cambiamento climatico come una grave minaccia per la salute pubblica globale. «L’adozione di questa risoluzione rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore giustizia climatica e sanitaria, specialmente in Africa, dove e infrastrutture sanitarie sono particolarmente fragili», dice Roberta Rughetti, vicedirettrice di Amref Italia

di Redazione

La giornata mondiale dell’ambiente (5 giugno) si conferma un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere azioni concrete a favore della protezione del pianeta. Nei giorni scorsi, durante la 77ma Wha (World Health Assembly), l’Oms ha adottato una storica risoluzione per affrontare con urgenza la crisi climatica e i suoi devastanti effetti sulla salute globale, un significativo avanzamento nellazione internazionale per la tutela del pianeta e delle comunità più vulnerabili. I danni causati dal cambiamento climatico potrebbero infatti comportare costi sanitari di 2-4 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.

dati recenti mostrano un quadro allarmante: le temperature globali continuano a salire, con il 2023 che è stato uno degli anni più caldi mai registrati. Le emissioni di gas serra raggiungono livelli record, alimentando fenomeni climatici estremi come siccità, inondazioni e tempeste sempre più devastanti. Nel 2023, le emissioni di CO2 hanno superato i 36 miliardi di tonnellate, un record assoluto che ha contribuito a un aumento della temperatura media globale di 1,2°C rispetto ai livelli preindustriali. Questi cambiamenti non solo minacciano gli ecosistemi naturali, ma mettono anche a rischio la sicurezza alimentare, l’approvvigionamento idrico e la stabilità economica globale

Secondo l’Oms, tra il 2030 e il 2050 il cambiamento climatico potrebbe causare circa 250mila decessi aggiuntivi all’anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore. Attualmente, circa il 23% delle malattie nei Paesi in via di sviluppo è attribuibile a fattori ambientali. «Le popolazioni più vulnerabili, in particolare nei paesi in via di sviluppo, sono quelle maggiormente esposte ai rischi sanitari legati al clima», dice Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. «È fondamentale agire ora per ridurre le emissioni e proteggere la salute globale».

Amref Health Africa, che già dalla 76ª Assemblea Mondiale della Sanità (Wha 76), ricopre un ruolo di leadership per l’Africa nella promozione di una maggiore azione sul legame tra cambiamento climatico e salute, ha avuto un ruolo significativo di una storica risoluzione approvata durante la 77ª Assemblea Mondiale della Sanità (Ginevra, 27 maggio al 1° giugno 2024). 

I 194 Stati Membri dell’Oms hanno adottato una risoluzione storica su cambiamento climatico e salute che riconosce il cambiamento climatico come una grave minaccia per la salute pubblica globale e definisce un quadro di riferimento per promuovere la salute e costruire sistemi sanitari sostenibili e resistenti al clima.

«Questo segna un momento cruciale in cui i leader globali riconoscono l’urgente necessità di affrontare congiuntamente le crisi ambientali e sanitarie», commenta Githinji Gitahi, ceo del gruppo Amref Health Africa e inviato per il clima e la salute per l’Africa alla Cop28. Alle parole di Gitahi fa eco Roberta Rughetti, vicedirettrice di Amref Italia, che ha dichiarato: «L’adozione di questa risoluzione rappresenta un passo fondamentale verso una maggiore giustizia climatica e sanitaria, specialmente in Africa, dove le infrastrutture sanitarie sono particolarmente fragili».

Tra i promotori di questa iniziativa ci sono Paesi come Barbados, Brasile, Cile, Ecuador, Fiji, Georgia, Kenya, Moldova, Monaco, Paesi Bassi, Panama, Perù, Filippine, Slovenia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito. La risoluzione rappresenta un passo cruciale per affrontare gli effetti del cambiamento climatico sulla salute pubblica e promuovere la decarbonizzazione del settore sanitario.


La rivista dell’innovazione sociale

Disponibile anche in formato digitale.
Per leggerci tutto l’anno, ovunque e su ogni device.


L’Africa, con i suoi diversi ecosistemi e popolazioni, è particolarmente vulnerabile agli effetti negativi del cambiamento climatico, come dimostrato da eventi meteorologici estremi recenti come le inondazioni in Kenya, il ciclone Freddy in Malawi e le diffuse siccità in tutto il continente. Le temperature fluttuanti e i cambiamenti nei modelli di precipitazione aggravano le sfide sanitarie come la malnutrizione, le malattie trasmesse dall’acqua da vettori come la malaria

«Le recenti inondazioni in Kenya, disastro ambientale e umanitario, sono un chiaro esempio di come i cambiamenti climatici stanno già mettendo a dura prova le comunità e i sistemi sanitari locali. È essenziale», prosegue Rughetti, «che tutti i settori collaborino per implementare misure efficaci che proteggano le popolazioni più vulnerabili, specialmente nei paesi in via di sviluppo».

L‘enfasi della risoluzione sui sistemi sanitari resilienti al clima è cruciale per l’Africa, dando priorità alla protezione delle popolazioni vulnerabili e garantendo che le comunità a basso reddito, i gruppi indigeni e coloro che si trovano in aree ad alto rischio ricevano interventi sanitari su misura. Questo focus mitigherà significativamente le disparità sanitarie promuoverà l’accesso equo all’assistenza sanitaria.

 «La risoluzione adottata dall’Oms rappresenta un faro di speranza, indicando una strada verso un futuro più sicuro e sano», dichiara Martin Muchangi, direttore per la salute della popolazione e l’ambiente presso Amref. È essenziale che i governi, le organizzazioni internazionali e le comunità globali collaborino per implementare le raccomandazioni della risoluzione, garantendo finanziamenti adeguati e sviluppando strategie efficaci per mitigare gli impatti del cambiamento climatico sulla salute. «Solo attraverso un’azione collettiva e concertata possiamo sperare di proteggere le generazioni future dalle gravi minacce poste dalla crisi climatica», conclude Muchangi.

Credit foto Amref Health Africa/Linda Mwendwa Kariuki/Kenya

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.