Famiglia

Nel 2004 oltre il 50% degli italiani ha donato

Lo afferma una ricerca di Consodata, società del Gruppo Seat Pagine Gialle

di Stefano Arduini

Più di un italiano su due fa ogni anno almeno una donazione. In tutta Italia prevale la sensibilità alle cause per la ricerca medico-scientifica. Al Nord la maggiore concentrazione dei donatori per le cause ambientaliste, al Sud, solo le cause umanitarie raggiungono la media nazionale. Lo afferma Consodata, la società del Gruppo Seat Pagine Gialle specializzata nei servizi per il marketing, che ogni anno rileva anche l’atteggiamento degli italiani nei confronti delle donazioni.
L’analisi di quest’anno è stata effettuata su un campione di 1,5 milioni di persone con più di 19 anni, estratto dalla banca dati LifeStyle di Consodata. Ha considerato le donazioni effettuate dal 1999 al 2004 per le quattro cause principali – medico-scientifiche, umanitarie, per i diritti dei bambini, per la tutela degli animali e dell’ambiente – e ha permesso di stimare:
o in quasi 29 milioni (circa il 63% degli italiani con più di 19 anni) i donatori, e cioè coloro che negli ultimi anni hanno fatto almeno una donazione l’anno, di qualsiasi importo, per una o più delle quattro cause considerate e con qualsiasi mezzo di pagamento (dal bonifico alla carta di credito, al conto corrente postale, fino alla donazione in contanti.)
o il primato delle cause per la ricerca medico-scientifica, che ?toccano? il 28,3% degli italiani, più delle cause umanitarie (18,5%), per l’infanzia (12,2%) e per l’ambiente (6,7%);
o una distribuzione regionale del numero dei donatori vede in testa la Lombardia (con oltre il 16,7% dei donatori rilevati a livello nazionale), seguita dalla Campania (oltre 9,2%) e dal Lazio (8,8%), e che vede in coda Basilicata (1,1%), Umbria (1,5%) e Trentino Alto Adige (1,6%), più che altro per effetto della numerosità dei residenti;
o una classifica regionale della sensibilità alle donazioni, in termini di percentuale di donatori sulla popolazione che vede in testa la Toscana con il 67,2%, l’Emilia Romagna (66,5%) e la Basilicata (66,3%); e in coda la Puglia (59,7%), il Lazio (59,3%) e la Sicilia (57,9%).
Consodata ha anche rilevato una diversa sensibilità alle cause nelle regioni. In sintesi:
o la sensibilità alla ricerca medica è più alta al Centro, al Nord e in Basilicata. La quota dei donatori per la causa sulla popolazione vede in testa l’Umbria (37%, contro una media nazionale del 28,3%), la Toscana (37%) e l’Emilia Romagna (33,4%), seguite dalla Basilicata (33%), che precede anche il Piemonte (31,5%) e la Lombardia (30%); in coda sono Calabria (24,5%), Trentino Alto Adige (23,8%) e Sicilia (23,4%);
o la sensibilità all’ambiente è più elevata ancora al Centro e al Nord. Le percentuali di donatori per questa causa sono infatti dell’8,6% in Emilia Romagna e in Toscana, e dell’8,3% in Liguria (a fronte di un valore medio nazionale del 6,7%); minore è la sensibilità per questa stessa causa in Puglia (5,1%), Calabria (5,1%) e Sicilia (4,3%);
o la sensibilità alle cause umanitarie vede il ricupero del Sud. La quota dei donatori per la causa sulla popolazione vede svettare non solo il Trentino Alto Adige (21,8%, contro un valore medio nazionale del 18,5%), ma anche il Molise (20,6%), la Calabria (20,1%) e la Basilicata (19,6%) con valori superiori o eguali a quelli di Veneto (19,6%) e Lombardia (19,9%). Meno sensibili appaiono Sicilia (15,9%) e Liguria (17%);
o la sensibilità ai diritti dell’infanzia accomuna Nord, Campania e ancora Basilicata. Le quote dei donatori sulla popolazione per la causa sono pari al 13,4% in Basilicata (a fronte di un valore medio nazionale del 12,2%), al 13,3% in Lombardia, al 13,2% in Liguria, al 12,8% in Friuli-Venezia Giulia e al 12,7% in Campania; minore è la sensibilità per la causa riscontrata in Lazio (11,7%), Calabria (10,8%) e Umbria (9,8%).

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