Cooperatore di lungo corso (si occupa di psichiatria dal 1990), Paolo Maroso, 45enne padre di tre figlie, guida dal 1991 Humanitas, cooperativa di tipo B, ed è al primo mandato come presidente di Federsolidarietà toscana. «Tra il 2000 e il 2004 sono stato il rappresentante toscano nel consiglio nazionale, con delega alle relazioni sindacali», puntualizza. Dal suo punto di vista di responsabile della Toscana (350 cooperative, circa 20mila tra soci e addetti, un valore della produzione attorno ai 300 milioni), auspica «una crescita complessiva del movimento. Abbiamo avuto, fin dalla nascita di Federsolidarietà, leader di grande personalità. Adesso il panorama è più variegato e credo che all’assemblea sarà possibile un salto di qualità più generalizzato». Quanto agli obiettivi, «occorre puntare su un salto di qualità nei servizi alla persona e di cura, intesi come integrazione con soggetti anche diversi dalla cooperazione sociale. Si dovrebbe riaffermare l’inserimento lavorativo come specificità della cooperazione sociale: una peculiarità poco valorizzata da parte dei committenti pubblici».
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