Sostenibilità
Nei Pvs lampade solari fai da te grazie a una startup svizzera
Si chiama Led Safari la startup che ha sede a Losanna e che in collaborazione con alcune ong insegna a costruire un'innovativa lampada solare per i Paesi in via di sviluppo. L'idea: uso di materiali economici e facili da reperire
Oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all’elettricità. Si tratta di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo e molti per illuminare le proprie notti ricorrono a lampade a petrolio che non solo costa, ma è anche tossico. I ricercatori dell’università statunitense di Berkeley hanno, infatti, dimostrato che l’uso quotidiano delle lampade a petrolio non solo ha dei rischi per l’ambiente, ma anche per la salute.
Proprio per ovviare a questi problemi uno studente in urbanistica sostenibile Govinda Upadhyay ha inventato un modello di lampada solare innovativa, da più punti di vista. Da una parte utilizza solo l’energia solare, dall’altra è stata pensata per essere costruita e realizzata dalle popolazioni locali dei Pvs. «I cinque elementi presenti nella lampada non sono materiali economicamente cari e si possono trovare facilmente in un paese in via di sviluppo» ha precisato, al sito youphil.com Naomi Savioz, responsabile del progetto in Svizzera e studentessa di diritto.
Quella che viene realizzata è una lampada semplicissima da costruire e per la quale servono una batteria, un interruttore, alcuni fili elettrici, una lampada a led e una bottiglia di plastica. «D’altro canto il pannello solare deve essere importato dalla Cina», è l’unico rimpianto di Naomi Savioz.
Per sviluppare il loro progetto e diffondere la lampada tra il maggior numero di persone è stata lanciata una starup denominata Led Safari che ha sede a Losanna, in Svizzera. In collaborazione con le ong locali nei Pvs vengono organizzati degli incontri in cui vengono illustrate le tappe per realizzare le lampade solari, ai primi incontri partecipano delle persone che hanno nozioni di elettronica, spesso studenti di ingegneria che imparano le specifiche delle energie rinnovabili e della fabbricazione delle lampade solari, a loro volta poi insegnano ad altri a fabbricare gli oggetti necessari a realizzare le stesse lampade.
Grazie a questi partenariati con le ong, la statup svizzera ha già realizzato diversi corsi di formazione in diversi paesi tra cui l’India, il Kenya e la Tanzania, al momento sono circa 200 le persone che hanno così potuto realizzare la lampada solare di Led Safari.
Naomi Savioz ha spiegato che vorrebbero donare per quanto possibile alle ong i mezzi per far continuare la fabbricazione delle lampade, il prodotto non è stato brevettato e il suo ideatore Govinda Upadhyay ha in animo di metterlo a libero accesso su internet seguendo l’idea che la «conoscenza è gratuita e deve essere accessibile a tutti». Una caratteristica importante che viene sottolineato anche nel sito di Led Safari è che il valore aggiunto è la diffusione del concetto delle energie rinnovabili e del riuso dei materiali.
Govinda Upadhyay e la sua équipe sta lavorando al modello economico di Ledsafari. Non essendo brevettata questa innovazione non porta direttamente soldi e per diventare redditizia la startup pensa di vendere dei kit di montaggio della lampada. Secondo Naomi Savioz però occorre salvaguardare l’aspetto umanitario del progetto e il gruppo dirigente della startup vorrebbe creare una ong che si incaricherebbe di organizzare nei Paesi in via di sviluppo i corsi di formazione.
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