Noi, local insider

Nei Monti Dauni la via del bosco

VITA sta attraversando la Penisola intercettando le storie dei sarti di comunità, persone che generano un cambiamento nel luogo in cui vivono. In Puglia, nei Monti Dauni, Mario De Angelis ha visto nel bosco un ambiente ospitale e una risorsa: ne è nato un progetto che è modello di rigenerazione

di Daria Capitani

«All’inizio si lavora nel silenzio assordante. Ci sono momenti di sconforto ma credo che siano proprio quelli a dare la spinta per andare avanti». Mario De Angelis è un fiume in piena. Di idee, progetti, visioni ed ecosistemi. La sua storia prende forma in Puglia, provincia di Foggia, ma non è una storia di mare: con la cooperativa forestale Ecol Forest di cui è fondatore e presidente, oltre a essere vicepresidente ConfCooperative provinciale e presidente del settore forestale di Fesagripesca ConfCooperative, ha spostato il baricentro e la prospettiva. Per usare le sue parole, «abbiamo fatto ruotare le persone affinché guardassero non più alla pianura ma verso la montagna. È così che abbiamo messo al centro il bosco».

Contribuire a tener vivo un territorio marginale, alle prese con spopolamento e perdita di servizi, grazie alla gestione del patrimonio forestale. È in estrema sintesi il percorso di Ecol Forest nei Monti Dauni, un’area interna che comprende 29 Comuni collinari e montani costellati da piccoli borghi ai confini tra la provincia di Foggia e le regioni Molise, Campania e Basilicata. «Da sempre vivo qui, il mio paese d’origine è Orsara di Puglia – racconta De Angelis -. Ecol Forest è una cooperativa agro-forestale nata nel 2002 poco distante, a Volturara Appula, un Comune di 370 anime. Siamo partiti dal taglio della legna da ardere, poi siamo passati alla gestione del patrimonio forestale, alla manutenzione del territorio e alla sistemazione della viabilità. A un certo punto, a Volturara stava per chiudere l’unico forno: ci siamo spesi per il suo recupero e abbiamo contribuito a rimetterlo in funzione. La stessa rete virtuosa è stata lo stimolo che ha portato alla riapertura di una casa di riposo dismessa: oggi è una clinica riabilitativa accreditata».

I nostri borghi sono come una pozzanghera ferma: l’obiettivo è rimettere in moto l’acqua

Mario De Angelis

Il destino di un paese può cambiare semplicemente prendendosi cura del patrimonio boschivo? «I nostri borghi sono come una pozzanghera ferma: l’obiettivo è rimettere in moto l’acqua – spiega De Angelis -. Per dare futuro, abbiamo bisogno di recuperare un rapporto con le comunità e ciò che è accaduto a Volturara Appula lo dimostra». Ma sulla strada di Ecol Forest c’è un altro Comune che ha permesso di allargare ulteriormente lo sguardo: «A Biccari abbiamo incontrato l’allora sindaco Gianfilippo Mignogna, è nato un connubio di intenti per riportare fiducia nella comunità e autostima tra i giovani in un partenariato pubblico privato. A Biccari c’è la montagna più alta di tutta la Puglia, c’erano i boschi ma non c’erano i boscaioli: abbiamo impostato un intervento a tappeto di recupero selvicolturale che potesse reindirizzare quei luoghi anche a una gestione più idonea al territorio. Abbiamo curato il bosco e oggi il bosco sta curando noi».

È nato così, nel 2015, Daunia Avventura, dalla necessità di valorizzare l’area naturalistica Lago Pescara, alle pendici del Monte Cornacchia, che ha un alto valore naturalistico e per questo motivo è considerato un punto essenziale per la creazione di un servizio di tipo turistico-ricettivo. «Abbiamo guardato al bosco come a una risorsa e non come a un problema. Abbiamo ottenuto in concessione trentennale un’area e abbiamo fatto un primo investimento, anche grazie a fondi europei, per realizzare il progetto di un parco in ottica di turismo lento ed esperienziale. Non c’era la viabilità per arrivarci, mancavano l’energia elettrica e il collegamento all’acquedotto. È stato un vero cambio di paradigma: partire non da ciò che manca ma da ciò che si ha, un percorso al contrario, prima il parco e poi le infrastrutture. Ha funzionato. Abbiamo valorizzato ciò che avevamo, il bosco, e dato una serie di servizi a un’area che prima non li aveva».

20 chilometri di sentieri mappati, il recupero del Rifugio del Monte Cornacchia, la creazione di una scuola nel bosco accreditata dalla Regione Puglia come “Bosco didattico”, attività culturali in una natura che si fa teatro, accoglienza nelle casette sugli alberi, sport in varie forme, valorizzazione dei prodotti del luogo attraverso un cesto da pic nic a chilometri zero, attività laboratoriali e di orienteering, percorsi acrobatici nel verde. Sono soltanto alcuni dei contenuti di cui si è dotato il parco, in un percorso di nutrimento reciproco: oggi la cooperativa Ecol Forest conta 23 dipendenti, di cui 14 a Daunia Avventura. «Il dato più interessante è che oggi il lavoro al parco è stabile e non stagionale. Abbiamo creato insieme a diversi partner “Forest Care”, un percorso di inclusione e sperimentazione sociale. Nel 2022 è nata la prima Stazione di terapia forestale in Italia, un hub con un percorso per l’autonomia (anche lavorativa) dei ragazzi più fragili realizzata con l’associazione iFun».

La visione è appena all’inizio. «Stiamo chiudendo il cerchio della filiera legno abbracciando anche la fase di lavorazione: abbiamo acquistato un vecchio capannone per realizzare una falegnameria sociale. Sogno un hub per i giovani perché i nostri borghi possono dare risposte che le città non hanno tempo e modo di offrire. Il bosco è il punto di partenza ma conduce a tutte le direzioni: l’erogazione di servizi ecosistemici, il turismo, la cultura, la scuola. La dimostrazione che non è un luogo ostile ma ospitale».

È difficile tracciare i confini di un’esperienza che è animazione e servizio al tempo stesso: «Siamo facilitatori di idee e opportunità, coltiviamo relazioni».

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Le immagini sono di Daunia Avventura.

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