Mondo

Nei contrasti del mio Brasile

Allegria e tristezza, ricchezza e povertà: cronaca di una vacanza responsabile organizzata da una ong nel gigante del sudamerica. Da Rio a Salvador de Bahia di Sabrina Attorrese

di Redazione

Volevo andare in Brasile. è una terra piena di allegria, ma anche di tristezza. Mi piacciono i contrasti. Sono stata accontentata. Arrivo il 29 luglio a Rio de Janeiro con altre otto persone che hanno scelto come me un gruppo di ong che organizza viaggi di turismo responsabile. Già nel primo pomeriggio, il nostro ?mediatore culturale?, Sandro, un italo-brasiliano che vive qui da 15 anni, ci porta sulla spiaggia di Copacabana. è inverno in Brasile, l?aria è fresca e c?è un po? di vento ma non resistiamo a bagnare i piedi nell?oceano che accarezza spiagge così famose. Per i quartieri residenziali che si affacciano sul mare basta alzare lo sguardo verso i pendii dei morros e spuntano le favelas. Grattacieli e favelas Questa è Rio: tra spiagge, meravigliosi palazzi del centro, grattacieli, si scorgono un po? ovunque le favelas. Dopo aver visitato per alcuni giorni la città con le sue bellezze e le sue contraddizioni, andiamo a conoscere, nella periferia di Rio, la Baixada Fluminense, dove hanno sede alcuni dei progetti gestiti dal Cisv, associazione internazionale di volontari laici. La Casa do Menor, un centro che comprende 10 case di accoglienza per 132 bambini, è nata dall?incontro tra padre Renato Chiera e i bambini che rischiavano di essere uccisi dagli squadroni della morte. Qui hanno trovato una famiglia, oltre che cibo e assistenza. Lasciamo Rio, con il suo samba e l?ospitalità della sua gente e proseguiamo il nostro viaggio verso Ouro Preto, patrimonio di interesse mondiale per l?Unesco. Cinque giorni ad ammirare l?architettura coloniale brasiliana dove prevalgono legno e oro, quello che fu estratto dagli schiavi deportati dall?Angola. Con un volo interno ci spostiamo a sud, nel Paranà, per contemplare la bellezza mozzafiato delle cascate Iguaçu. Alcuni le definiscono una delle sette meraviglie del mondo. Bisogna solo vederle per percepirne la grandiosità e la potenza. Ma Foz do Iguaçu, che sorge attorno alle cascate, è anche una delle città più problematiche del Brasile. Alla frontiera con Paraguay e Argentina, qui c?è ancora il problema della denutrizione dei bambini e dell?integrazione di popolazioni dimenticate, come gli indios Guarany. In questo contesto opera l?Associazione Fraternità Alleanza che, grazie alle dedizione quotidiana di quattro dirigenti non stipendiate e una trentina di dipendenti, sta portando avanti progetti per cercare di limitare il disagio di donne e bambini. A scuola di capoeira Con un po? di malinconia salutiamo gli amici dell?Afa, che ci hanno così calorosamente ospitato, per arrivare alla nostra ultima tappa, Salvador de Bahia, e conoscere un ennesimo aspetto del Brasile, ancora diverso. A Salvador alloggiamo presso la Casa Encantada, di proprietà del Movimento laici America Latina. I più volenterosi riescono anche a imparare un po? di capoeira, la danza di origine africana, che viene insegnata ogni mattina nel giardino al suono del berimbau, tipico strumento di legno con una sola corda. Qui entriamo in contatto con le tradizioni afro-brasiliane e con progetti di riscatto sociale per le persone. Come il progetto Bagunçaço, gestito da ex bambini di strada che coinvolge circa 300 ragazzini nello studio delle percussioni. Da questa iniziativa sono nati tre gruppi di suonatori che girano per il mondo portando un po? della loro contagiosa allegria. Questo è il Brasile che ho conosciuto e che non dimenticherò. Sabrina Attorrese


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