Welfare

Negli istituti 22mila detenuti di troppo

La fotografia degli istituti di pena secondo la Uil Penitenziari

di Redazione

“Alle ore 24.00 del 20 marzo negli istituti penitenziari italiani, circuito per adulti, erano ristretti 67.318 detenuti, 64.370 uomini e 2.948 donne, a fronte di una disponibilità reale di posti detentivi pari a 45.059. Un surplus di 22.259 detenuti in più rispetto alla massima capienza che determina un indice medio nazionale di affollamento pari al 54,2 %.” A fotografare la situazione delle carceri italiane è la Uil Pa Penitenziari, attraverso il suo segretario generale, Eugenio Sarno “In nove regioni italiane il tasso di affollamento varia dal 23 al 50%. In dieci dal 51 all’ 80%. Unica regione che non presenta, apparentemente, una situazione sovraffollata è il Trentino Alto Adige, ma – sottolinea Sarno – il dato è inquinato per il sottoutilizzo del nuovo carcere di Trento”. “Capofila, per sovraffollamento, la Calabria, 77,6 %, seguita da Puglia, 76,3%, Emilia Romagna, 73,7%, Marche, 72,1%, e Lombardia, 65,9%. L’istituto con il più alto tasso di affollamento si conferma – aggiunge Sarno – Lamezia Terme, 193,3%, seguito da Busto Arsizio, 164,7%, Vicenza, 155,5%, Brescia Canton Mombello, 152,5 %, e Mistretta, 137,5%”.  Il Segretario generale della Uil Pa Penitenziari diffonde anche i dati relativi ai cosiddetti eventi critici: “Dal 1 gennaio al 20 marzo del 2011, si sono verificati 14 suicidi in cella – dettaglia Sarno – Nello stesso arco temporale in 91 istituti, sui 205 attivi, sono stati tentati 194 suicidi. I detenuti che debbono la vita a salvataggi in extremis da parte di poliziotti penitenziari assommano a 31”. “Il numero maggiore di tentati suicidi si è verificato a Venezia Santa M.M., 10, seguita da Como, Firenze Sollicciano e San Gimignano 7 ciascuno. In 134 istituti si sono verificati 1.025 episodi di autolesionismo. Il triste primato – rimarca Sarno – spetta a Lecce, 54, seguita da Bologna e Firenze Sollicciano, 33, nonchè da Genova Marassi e dall’OPG di Napoli, 31”. “Ad aggravare il quadro complessivo concorrono i 59 episodi di aggressioni in danno di poliziotti penitenziari – ricorda Sarno – che contano 39 unità ferite che hanno riportato ferite giudicate guaribili oltre i sette giorni. A Genova Marassi il maggior numero di aggressioni ai baschi blu, 6, seguita da OPG Aversa, OPG Napoli e Como con 5”.   “Non mancano nemmeno le proteste – prosegue Sarno nel suo ‘bilaciò della situazione carceraria – Dal 1 gennaio al 20 marzo 2011 le manifestazioni di protesta collettive, all’interno dei penitenziari sono state 75. Gli scioperi della fame 1.153; i rifiuti delle terapie mediche 57; i rifiuti del vitto dell’Amministrazione 217 ; gli atti di turbamento dell’ordine e della sicurezza 59”. “Questi numeri fotografano oltre ogni competente commento la realtà che connota i nostri penitenziari, sempre più città fantasma confinate nelle retrovie dell’attenzione di chi è deputato ad analizzare e risolvere le grandi questioni sociali : i politici”, commenta Sarno, sottolineando poi gli effetti sul sistema della pubblica sicurezza di quello che la Uil Pa Penitenziari definisce “lo sfascio del sistema carcerario”. “La gravissima deficienza organica della polizia penitenziaria, stimata intorno alle 6.500 unità, non solo determina carichi di lavoro insostenibili e infami condizioni di lavoro – lamenta Sarno – ma produce effetti devastanti per l’ordine pubblico. I cinque evasi, nelle ultime settimane , da Augusta, Voghera e Roma, testimoniano, in modo significativo e indicativo, questa eventualità”.

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