Politica

Né voti, né registri per i figli di don Zeno

Docenti speciali nella “scuola vivente”

di Redazione

«È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli». Molte famiglie italiane prendono così sul serio questo articolo della Costituzione italiana che decidono di associarsi per costruire scuole libere e autogestite da cooperative messe in piedi dagli stessi genitori.
A Nomadelfia, la comunità fondata da don Zeno Saltini in provincia di Grosseto nel dopoguerra, questa idea l?hanno avuta tanti anni fa: trent?anni per l?esattezza. L?autorizzazione del ministero della Pubblica istruzione porta infatti la data del 5 novembre 1968. «Allora, prima dell?avvento del nuovo diritto di famiglia, si chiamava ?scuola paterna?», ricorda oggi Maria Giovanna, la direttrice della scuola di Nomadelfia. La sostanza, oggi come allora, è la stessa: «Perché abbiamo voluto una nostra scuola?», scrisse una volta don Zeno. E la risposta era molto semplice, senza fronzoli ideologici: «Perché i figli siano educati cristianamente sotto tutti gli aspetti: in famiglia, nell?aula, sul lavoro, nella ricreazione».
A seguire, a tempo pieno, gli oltre 130 alunni – equamente distribuiti fra scuole materne, elementari e medie – sono una ventina di coordinatori, ma praticamente tutti i ?nomadelfi? portano il loro contributo alla didattica. Qui babbi e mamme salgono in cattedra: chi fa il tipografo spiega l?uso delle rotative, chi è addetto alle stalle insegna come nascono i vitellini, i contadini svelano ai ragazzi il ciclo delle piante o il funzionamento del trattore. «Si parte dalla vita, per capirla più a fondo», spiegano i nomadelfi.
Non ci sono registri né voti, nella scuola di Nomadelfia, e ogni allievo viene seguito e valorizzato secondo le proprie esigenze e capacità. «Stimoliamo ognuno a dare al massimo dei talenti che ha ricevuto, non premiamo i più bravi né umiliamo chi è meno dotato», dice la direttrice Maria Giovanna, ricordando una massima che don Zeno ripeteva abitualmente: «I figli meno dotati voleranno sulle ali di chi ha avuto di più».
Aveva visto lontano, questo straordinario prete modenese, visto che i piccoli nomadelfi, quando vanno a farsi esaminare nelle scuole statali (occorre infatti sostenere esami di idoneità da privatisti all?esterno), ritornano in comunità sempre con ottimi risultati.
A differenza di molti loro coetanei, studiano fino a diciotto anni: a Nomadelfia ci sono arrivati già nel ?68, la scuola statale, forse, ci arriverà nel Duemila (e con l?obbligo ?solo? fino ai sedici anni).

Carta d’identità

Nome     Nomadelfia
Telefono   0564/338243
Anno di nascita  1968
Forma sociale     Scuola familiare
Diffusione     Locale
Alunni     130
Insegnanti      20

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