Non profit

‘Ndrangheta, patto criminale tra Sud e Nord

Blitz senza precedenti, arresti eccellenti in Lombardia

di Franco Bomprezzi

La ‘ndrangheta radicata in tutto il territorio nazionale e in particolare (ma non è una sorpresa) anche in Lombardia. Il blitz senza precedenti di ieri, con oltre trecento arresti da Sud a Nord, conquista l’apertura dei giornali di oggi.

“La grande retata delle cosche” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA che al tema dedica anche le prime cinque pagine dello sfoglio. Questa la cronaca: Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la ‘ndrangheta: 304 sono state arrestate in diverse parti d’Italia per vari reati, tra i quali il tentativo di infiltrarsi negli appalti per l’Expo 2015 a Milano, come d’altronde era già emerso da più di un anno.  Si tratta della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni. Nell’operazione sono stati impegnati 3.000 uomini dei carabinieri e della polizia di Stato. Gli arresti sono avvenuti in Calabria e in diverse località dell’Italia settentrionale. Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di armi e stupefacenti, dall’omicidio all’ estorsione, dall’usura ad altri gravi reati.  Gli inquirenti calabresi e lombardi, al lavoro da tempo su questa inchiesta, hanno indagato in particolare sulle  infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord Italia, sia nelle attività produttive e commerciali, sia nel mondo politico e amministrativo locale. Oltre agli arresti, il blitz delle forze dell’ordine avrebbe portato anche al sequestro di denaro, armi e droga oltre che a  «beni mobili e immobili per decine di milioni di euro». Fra gli arrestati c’è anche Domenico Oppedisano, 80 anni, considerato dagli investigatori l’attuale numero uno delle cosche calabresi. La sua nomina a “capocrimine” – cioè colui che è al vertice dell’organismo che comanda su tutte le ‘ndrine ed è denominato Provincia – sarebbe stata decisa il 19 agosto del 2009 nel corso del matrimonio tra Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro, entrambi figli di boss.  Diversi i fermi eseguiti dalla direzione investigativa antimafia del capoluogo lombardo,  coordinata dai pm Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storari,  che ha arrestato Carlo Antonio Chiriaco, nato a Reggio  Calabria, direttore sanitario dell’Asl di Pavia, Francesco Bertucca,  imprenditore edile del pavese e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore residente a Novara.  Nell’inchiesta sono indagati anche l’assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l’ex assessore provinciale milanese dell’Udeur Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa.  La ‘ndrangheta stava tentando di mettere le mani sugli appalti per l’Expo 2015 a Milano.  
A pag 5 Andrea Garibaldi intervista il ministro dell’ Interno Roberto Maroni che nel titolo dice: “Abbiamo preso il capo dei capi. I politici coinvolti devono esseri puniti”. Questi alcuni dei passaggi più rilevanti del dialogo. Sui media: «Adesso giornali e tv metteranno in evidenza questa operazione record contro la ‘ndrangheta invece dell’ultima polemica di Fini e Bocchino». Sul blitz: «Pensavamo che la ‘ndrangheta fosse composta da ‘ndrine autonome e invece c’era un capo dei capi, Domenico Oppedisano, che è stato arrestato perché i carabinieri al Nord e la polizia al Sud hanno collaborato pienamente». Sul ddl intercettazioni: «Alcune critiche dei magistrati Grasso e Pignatone sono state ascoltate, altre no». Sulla nuova P2: «La P2 è una cosa seria, qui mi sembra che ci siano più ombre che sostanza». Fini? «Non sarà mai la Lega a far cadere Berlusconi, ma se Berlusconi non trova la soluzione dentro il Pdl e perde la maggioranza, si va alle elezioni». 

LA REPUBBLICA apre sul premier (“La P3 è solo un polverone”) e riserva la foto notizia in taglio centrale ai 300 arresti: “Maxi-retata contro la ‘ndrangheta: «Volevano mettere le mani sull”Expo»”. I servizi all’interno (tre pagine). Anche politici e carabinieri in cella: un vero terremoto il blitz realizzato ieri con le sue 305 misure cautelari, 55 perquisizioni e sequestri per 60 milioni di euro. Preso anche Domenico Oppedisano, il capo 80enne. Ma la scoperta principale, argomenta Davide Carlucci, è che non si tratta più, anche al Nord, di infiltrati: esiste ormai una cupola lombarda abbastanza autonoma e tenacemente radicata sul territorio. Naturalmente con lo scopo di fare affari: dal Portello a Citylife, fino alla strada Paullese e ovviamente l’Expo. “Nella rete manager Asl ed ex assessori «Sono il capitale sociale dei criminali»”: Piero Colaprico traccia il quadro delle relazioni strutturali con la classe dirigente lombarda. «Emergono, pagina dopo pagina, le opacità di vari politici. Come Antonio Oliviero, che stava a sinistra e passò al sostegno di Guido Podestà…. Come l’ex assessore regionale all’ambiente Massimo Ponzoni. L’ordinanza del gip parla di politici come “parte del capitale sociale dell’organizzazione criminale”». Il pm Giuseppe Pignatone, in una intervistina, ribadisce la vera scoperta di questo blitz: «la vera novità è la scoperta di una struttura verticistica… Le cosche hanno sempre avuto una grandissima flessibilità sul territorio. Ora emerge l’esistenza di una struttura unitaria e verticistica che potrebbe servire a gestire gli interessi economici dall’alto… Esistono ormai notevoli proiezioni al di fuori del territorio calabrese, anche in Lombardia secondo il modello della colonizzazione».

Sulla vicenda dei 300 arresti IL GIORNALE dedica un pagina nel nazionale e ampio spazio in quelle milanesi,visto che in Lombardia ci sono stati 100  arresti dei 300 effettuati. Il titolo “ Trecento arresti per pulire il Nord dai clan” racconta il risultato di due anni di indagini delle Procure di Milano e Reggio Calabria che hanno colpito un sistema criminale rafforzato dalla complicità dei carabinieri, funzionari pubblici e politici.  IL GIORNALE cita l’expo, ma va cauto e dice: «L’expo 2015 di Milano è il business che aveva ingolosito la ‘ndrangheta». In evidenza la vicenda di Pavia dove c’è stato l’arresto del direttore dell’asl: vite parallele, medico e dirigente e tessitore di una  ‘ndrina». Oltre la cronaca, nel pezzo di Fazzo e Lagattola si legge  di politici  premiati (avevano fatto avere un pacchettino di voti) con una BMW M6, ma che si lamentano di non poterla mantenere. ILGIORNALE ospita l’intervista a Giancarlo Abelli, tirato in ballo proprio dalle indagini relative a Chiriaco – entrambi ruotano nell’orbita di Pavia – che dichiara: «se io fossi il loro referente sarei già dentro a un pilone».

Due i richiami dedicati all’operazione contro la ’ndrangheta in una prima pagina dominata dalla vignetta di Vauro sulla manifestazione di oggi della redazione de IL MANIFESTO che terrà la riunione di redazione in piazza Montecitorio per protestare contro i tagli all’editoria e per la libertà di informazione. «’Ndrangheta in Padania, l’emergere di una nuova borghesia criminale» è il titolo del richiamo all’intervento di Tonino Perna che a pagina 10 esordisce scrivendo: «Da oggi Lombardia non è solo il nome della regione più popolosa d’Italia, ma anche il brand di una grande organizzazione criminale, la più agguerrita e la più forte sul piano finanziario: la ‘ndrangheta (…)» e prosegue: «La “questione criminale” non coincide più con la “questione meridionale”, come ancora una parte della stampa ci vuol far credere. Dobbiamo prendere atto che siamo di fronte ad un cambiamento epocale della struttura della borghesia italiana e delle sue classi dirigenti» e ancora: «In questo sconvolgente cambiamento di scenario acquistano una nuova luce le leggi liberticide, i limiti alle intercettazioni della magistratura, la vendita dei beni confiscati alle mafie». Sulla cronaca di ieri gli articoli a pagina 6 con un richiamo in prima che sottolinea «Le mani delle cosche sull’Expo: trecento arresti». Nell’articolo si osserva che seguendo gli imprenditori organici alle cosche: «(…) Ne esce uno spaccato impressionante delle modalità di gestione veloce e spregiudicata degli affari: passaggi in banche londinesi e svizzere, contatti spesso poco puliti con società finanziarie, incontri con faccendieri e truffatori, passaggi di titoli milionari (…) Affari e finanza, mentre si andava a definire la nuova struttura della “provincia di Lombardia”, capitale economica della ‘ndrangheta, dove accanto alla Borsa e al turbocapitalismo i mammasantissima continuano a mantenere le strutture ataviche, le formule, le “mangiate”, le riunioni di vertice». A piè di pagina un articolo dedicato al “terremoto politico” «Dopo gli arresti, scossone in Lombardia. Il Prc: il governatore risponda del suo uomo di fiducia. Scontro Podestà – Formigoni, dal Pd attacchi di bassa intensità».

IL SOLE 24 ORE dedica al blitz di ieri la fotonotizia in prima, con un primo piano di Domenico Oppedisano, considerato il capo dei capi. Il servizio è a pagina 23, con il titolo che punta sulla questione Expo “Le mire delle cosche su Expo 2015” e il servizio di Roberto Galullo: «L’operazione certifica il federalismo  criminale, sulla base  del quale Platì, l’Aspromonte  e la Calabria scendono sempre più a patti con le  ‘ndrine calabro-  lombarde, ormai forti da 40 anni e autonome, per fare affari. (…) L’operazione testimonia come  l’interesse delle cosche sia sempre più quello di sposarsi alla politica: centrodestra, centrosinistra  e magari Lega Nord, non importa. Quel che conta è entrare direttamente o per interposta persona nelle stanze dei bottoni che fanno decollare gli affari.(…)    Se lettura deve essere data questa non può che partire, dunque, da Milano, dove a destare  curiosità sono gli arresti e le indagini su alcuni personaggi  semi-conosciuti. Il più importante, anche per le ramificazioni  politiche, è Carlo Antonio  Chiriaco, dal 2008 direttore  sanitario dell’Asl di Pavia (…).   Chiriaco, ex segretario provinciale  della Dc, ora vicino al Pdl, è amico di Giancarlo Abelli,  ex potentissimo assessore alla  Sanità della regione Lombardia  e attualmente deputato. Su di lui, alle ultime regionali, dovevano  confluire i voti dei “calabresi”,  secondo le indagini pagati a prezzi stracciati. A spendersi su indicazione di Chiriaco per far dirottare i voti  su Abelli, che non è indagato e si dichiara all’oscuro di tutto, sarebbe stato il boss di ‘ndrangheta  Pino Neri, con Cosimo Barranca tra i capi della struttura  federata tra le cosche calabro-  lombarde .(…) Secondo le  molte intercettazioni messe a segno, il sogno di Chiriaco sarebbe stato  raccogliere una valanga  di voti per portare Abelli quanto più lontano possibile, magari fino alla carica di assessore  alle Infrastrutture in vista di Expo 2015». Interessante (e impressionante) la mappa delle infiltrazioni in Lombardia, con le localitià e le famiglie che comandano. Al tema è dedicato anche uno dei commenti anonimi a pagina 14: «La ‘ndrangheta svela all’Italia intera il federalismo criminale  ed elegge Milano come capitale del Nord con l’aiuto della politica. La maxi retata sull’asse Milano-Reggio Calabria testimonia che la ‘ndrangheta padana esiste, è forte e opera con quella  calabrese in un rapporto paritetico. A mettere d’accordo le cosche calabresi e quelle del Nord,come del resto è emerso anche in altre recenti inchieste,  sono gli affari, principalmente sotto forma di appalti. Strategico, in Lombardia, il ricco piatto di Expo 2015.Un’evoluzione logica,naturale. Le famiglie di Platì,  la capitale armata della ‘ndrangheta calabrese,  da oltre 40 anni si sono spostate a Buccinasco,  alle porte di Milano».

Anche su AVVENIRE apertura  in prima intitolata “Scacco alle ’ndrine” e servizi alle pagine 4 e 5 sul blitz al Nord e in Calabria che ha portato all’arresto di 300 persone. Un’imponente indagine durata due anni ha permesso di scoprire che in Lombardia c’era la “cassaforte delle cosche” organizzate in 20 gruppi, che tentavano di pilotare anche gli appalti dell’Expo. Nella rete regionale più di 500 affiliati, con presenze significative e inquietanti a Milano, Varese, Como e Pavia. Due infografiche descrivono la mappa dettagliata di un’organizzazione “efficace e spietata” e la geografia dell’operazione, con ramificazioni territoriali in tutta Italia, ma anche all’estero: Germania, Canada e Australia. Tra gli arresti eccellenti di ieri ci sono anche il direttore dell’Asl di Pavia e il Capo dei clan del Nord, Pino Neri. A coordinare l’operazione è stato il procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini che ha sottolineato l’importanza avuta dalle intercettazioni nelle indagini. Presente alla conferenza stampa il procuratore antimafia Piero Grasso che ha commentato ironico sostenendo che «è stata violata la privacy di molti malavitosi». Nel servizio “Da Reggio al Mondo. Rete glocal” viene descritta la struttura criminale “locale e glocale” che ha un giro d’affari di 44 miliardi di euro l’anno: «Il cervello, le regole e le tradizioni in Calabria, Le filiali, i tentacoli e gli affari in tutti il mondo. La lettura dele migliaia di pagine dei fermi e delle ordinanze della maxi-operazione conferma la capacità pervasiva di una piovra criminale che negli ultimi decenni ha saputo diventare “glocal”, mantenendo la cabina di regia sulla costa ionica e tirrenica calabrese ma inviando affiliati ai quattro angoli del pianeta».

LA STAMPA apre in prima, taglio centrale, con “La ‘ndrangheta a Milano: 300 arresti”, quattro le pagine dedicate (dalla 2 alla 5). Si tratta, come ha sottolineato il Gip Giuseppe Gennari della «più vasta operazione mai condotta nei confronti delle mafie e della ‘ndrangheta in particolare, del nostro paese». Ilda Boccassini ha parlato di «un esercito di almeno 500 uomini affiliati in Lombardia suddivisi in 15 “locali” (le famiglie mafiose) tra cui Milano, Bollate, Paderno Dugnano, Pavia, Erba, Como e Sondrio». La massima espressione di questo movimento criminale era la “Perego Generale Contractor” «controllata occultamente dal capo ‘ndrina Salvatore Strangio, considerata una delle più grandi società del settore, fallita pochi mesi fa, e pronta, attraverso compiacenze politiche, a rilevare il grosso degli appalti dell’Expo 2015, nonché, attraverso il tentativo di scalata di un altro gigante delle costruzioni, la trentina Cosbau, la ricostruzione post terremoto in Abruzzo». Gaetano Mazzucca si concentra sull’arresto del capo dei capi calabrese e firma “Preso il Vangelo. Capo assoluto scelto dalle cosche”. «Non si fidava del telefono. Per mandare ordini, scriveva messaggi e si serviva di un affiliato per recapitarli. A settantanove anni, Domenico Oppedisano aveva completato la sua ascesa nella gerarchia della ’ndrangheta. Appena un anno fa, quando era stato nominato capocrimine, ovvero vertice massimo della criminalità organizzata calabrese». In occasione di un matrimonio, spiega Mazzucca, vennero decise le cariche di vertice dell’ndrangheta. «capocrimine appunto Oppedisano, capo società, cioé il numero due, il già arrestato Antonino Latella, mentre il ruolo di mastro generale fu affidato a Bruno Gioffré. Il boss dei boss, sottolineano i magistrati, appartiene al mandamento Tirrenico, Latella a quello del Centro, e Gioffré a quello Jonico. I tre, insomma, rappresenterebbero le aree di divisione geografica dell’organizzazione. E va notato che l’indicazione di Oppedisano per la guida della ‘ndrangheta rappresenta una novità: alla vecchia struttura orizzontale si sostituisce un’organizzazione verticale, con una cupola che comanda su tutto e su tutti». Il quotidiano Torinese da spazio anche ad un piccolo glossario sul gergo ‘ndranghetista. «”Santista”, “Trequartista”, “Vangelo”: come tutte le organizzazioni criminali, la ’ndrangheta ha un suo vocabolario per indicare gradi, gerarchie, segni e rituali». I termini che vengono proposti sono quelli emersi «nel corso della maxi-operazione condotta da carabinieri e polizia e coordinata dalle dda di Milano e Reggio Calabria». 

E inoltre sui giornali di oggi:

ECONOMIA
LA REPUBBLICA – “Economia sommersa a 275 miliardi pesa fino al 17,5% del reddito nazionale”. La rivelazione, che è una conferma, proviene dall’Istat. Quasi 3 milioni i lavoratori irregolari. Niente contributi, ferie malattie. Di contro cresce la mole di economia in nero: ogni 100 euro prodotti 16,17 sfuggono a ogni controllo. I metodi sono due: fatture fasulle o rigonfiamento dei costi impiegati del processo di produzione. Sacconi annuncia che nel prossimo piano triennale la lotta al nero e al sommerso sarà intensificata.

ENERGIA
IL SOLE 24 ORE – Uno speciale di 4 pagine pro-nucleare dai toni quasi trionfalistici. “Il richiamo dell’atomo muove oltre 400 imprese”, “Grandi progetti in attesa dell’Agenzia”, “Nelle centrali una dote di 20mila posti”, “Ricerca mondiale, possiamo ripartire”, “il nucleare oggi? È sicuro conveniente e pulito” (firmato da Chicco Testa). Un bel marchettone atomico, insomma, senza nemmeno una voce critica… Mentre a pagina 27 un articolo che fa da contraltare “Rinnovabili in crescita frenata”: «Corre l’Italia delle energie rinnovabili. Ma potrebbe correre  meglio spendendo di meno, se solo valorizzasse davvero le potenzialità (non sempre uguali)  del territorio, chiamando le Regioni al rispetto di obiettivi realistici ma prefissati.   Ed ecco che mostriamo una buona progressione nel fotovoltaico e soprattutto nell’energia  eolica, dove siamo terzi in Europa sia per nuova potenza installata nel 2009 (1.113 megawatt)  che per potenza totale cumulata (4.850 MW). Ma molto  di più di potrebbe fare, ad esempio, su due versanti dove l’Italia sarebbe privilegiata: le biomasse, ancora relegate a poco più di un esperimento, e il solare termico, dove siamo addirittura al quattordicesimo posto  nella Ue, e al quindicesimo se si guarda alla  capacità  installata per abitante rispetto  all’Austria che è ben più povera di sole e calore. Le luci (non poche) e le ombre  (importanti, che valgono dunque come incoraggiamento  per il futuro) emergono dal Rapporto Fonti Rinnovabili presentato dall’Enea in Confindustria».

VALLANZASCA

IL GIORNALE – Ancora Il Bel Renè – definizione che noi di Vita sappiamo non piacere per niente a Vallanzasca – in cronaca. Oggi per la protesta degli agenti, quelli iscritti al sindacato Sappe, che dicono che il detenuto continua a fare il boss. « in cella è arrogante, scorretto, sfrontato». Inoltre si legge: «Ad attaccare il criminale anche i parenti delle vittime e gli abitanti del quartiere Comasina di Milano dove Vallanzasca è cresciuto. Entrambi offesi per il film che celebrerà il bandito». Nel pezzo continui richiami al film di Michele Placido.

LIBIA

IL MANIFESTO – «L’Ue media sugli eritrei» è il titolo dell’articolo che racconta l’annuncio del direttore dell’Oim (l’organizzazione internazionale per le migrazioni) su un accordo per la liberazione di 3mila immigrati eritrei dai centri in Libia, tra questi anche i 205 di Braq. Mentre il ministro degli esteri libico Koussa parla del rilascio di 400 eritrei, tuttavia i «reclusi del campo del Sahara ribattono: “non passeremo mai per la nostra ambasciata come vogliono i libici”». In un box la constatazione che dopo la denuncia di ieri da parate del MANIFESTO del video che mostra l’operazione della marina militare italiana dal governo non c’è stata «nessuna reazione ufficiale».

INTERCETTAZIONI
IL GIORNALE – Con uno spillo pubblica “Il contrappasso per Siddi, intercettato il paladino delle libere intercettazioni”. Il segretario della Federazione della stampa che in questi mesi si è mosso contro la legge bavaglio, è stato intercettato nell’ambito delle indagine  relative alla P3  e IL GIORNALE pubblica la comunicazione, chiosando: «Che soddisfazione essere spiati per niente, vero signor segretario?».

CHIESA

ITALIA OGGI – «Una guerra sulle donne vescovo» è il titolo dalle pagine di esteri. La notizia viene dall’Inghilterra: «si scontrano due accanite fazioni» e si fa «sempre più concreta l’ipotesi di uno scisma della componente anglicana più tradizionalista in direzione della Chiesa cattolica».  Il sinodo anglicano che si è tenuto in questi giorni a York si è diviso sul tema. «In ogni caso per arrivare alla prima ordinazione di una donna-vescovo, occorrerà passare per una nuova votazione nel 20102 e per un definitivo via libera nel 2014».

IMMIGRATI

AVVENIRE – “La piena integrazione è un sogno possibile”. A pagina 13 i dati del VII rapporto Cnel sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia e sui servizi offerti: le regioni del Nord (al top l’Emilia Romagna) guidano la classifica, ma anche in alcune aree della Sicilia e del Sud le condizioni sono buone.   

CINA

ITALIA OGGI – Il giornale parla della «Cina contro le imprese straniere». Secondo il quotidiano «Il clima degli affari si è deteriorato e monta la xenofobia. E gli occidentali sono pessimisti». Cresce la «frustrazione delle imprese occidentali» a causa di «leggi discrezionali, appalti non trasparenti, favori ai gruppi locali».

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