Testimoni

Navalny, esce il libro in cui prevedette la sua morte

Arriva nelle librerie di molti Paesi "Patriota", che il leader del dissenso russo scrisse dopo il suo primo avvelenamento e durante la detenzione che lo avrebbe portato alla morte, il 16 febbraio scorso. Proprio in questi giorni, il portale Insider denuncia la manomissione delle cartelle cliniche, con la scomparsa della sintomatologia delle ore precedenti il decesso - vomito, dolori addominali, convulsioni - compatibile con un nuovo veneficio

di Alexander Bayanov

Esce oggi, per Mondadori, Patriota di Alexej Navalny. Un libro che Navalny ha iniziato a scrivere subito dopo essere stato avvelenato e che ha continuato a scrivere anche in prigione. E infatti, leggendolo, si capisce che Navalny sembra presentire la propria fine.

“Anche se tutto dovesse crollare, mi rimuoveranno al primo segno che il regime sta cedendo. Mi avveleneranno definitivamente“, aveva previsto.

Immediatamente dopo la scomparsa di Navalny, questa ipotesi sulle modalità della sua morte è stata quella più accreditata. Grazie a un’indagine di Insider, che ha avuto accesso ai documenti medici originali, si è constatato che, nella seconda versione ufficiale, erano stato eliminato un riferimento a dolori addominali, vomito e convulsioni, poco prima del decesso.

“Bisogna immaginarsi il peggio e accettarlo. Trascorrerò il resto della mia vita in prigione e vi morirò”, aveva detto.

Minacce ai medici che intervennero

Alexander Polupan, un medico rianimatore che ha curato Navalny dopo l’avvelenamento nell’agosto 2020, ha affermato che i sintomi indicavano un possibile veneficio con sostanze organofosforiche (il Novichok ha la stessa composizione chimica).

Il 17 ottobre scorso, lo stesso Polupan ha riferito al canale televisivo Dozhd che sei medici suoi colleghi – gli autori di un appello al comitato investigativo che chiede l’avvio di procedimenti penali dopo la morte di Navalny e hanno sostenuto altri prigionieri politici – hanno subito perquisizioni. Questa è la reazione del sistema putiniano alla pubblicazione dei documenti da parte di Insider.

Copie del libro di Navalny in una libreria di Berlino. Anche in Germania l’autobiografia è uscita oggi

La preghiera dell’ex-collaboratore

Dopo questa rivelazione, Georgy Alburov, collaboratore di Navalny, ha chiesto ai media di non pubblicare altri documenti sulla sua morte, perché essi rivelano sempre in qualche modo la fonte da cui provengono, mettendo a rischio la possibilità di attingervi e forse la loro stessa esistenza.

Questo è ciò che scrive Alexej Navalny sul motivo per cui ha iniziato a scrivere questo libro.

“E se tutto finirà male, allora questa sarà la parte del libro che farà versare qualche lacrima ai lettori più sensibili. Se invece tutto finirà bene, quella sarà la parte di cui mi vergognerò di più. Certo, si potrà correggerla, o addirittura eliminarla, ma mi sono ripromesso di scrivere un libro molto onesto. Se riusciranno ad uccidermi qui, questo libro farà memoria di me. Se mi uccideranno, la mia famiglia riceverà i diritti sulle vendite. E in effetti è probabile che mi uccidano. Se non avesse mercato un libro scritto da uno che ha subito un tentativo di avvelenamento e poi è tragicamente morto in prigione, non saprei quali libri potrebbero vendersi. Il malvagio presidente che uccide l’autore del libro: è il sogno di qualunque esperto di marketing!”

Se riusciranno ad uccidermi qui, questo libro farà memoria di me. Se mi uccideranno, la mia famiglia riceverà i diritti sulle vendite. E in effetti è probabile che mi uccidano.

Alexej Navalny, Patriota (Mondadori)

Il detenuto che gli parlò, malgrado il divieto

Privando Alexey Navalny della libertà volevano togliergli anche la speranza.

Agli altri reclusi era proibito parlare con Navalny ma un uomo, il cui cognome è Nikitin, e che sembrava assolutamente indifferente, a un certo punto dice ad Alexej:

“’Alexej, prendila e portala con te’. Mi porge un pezzetto di carta rettangolare plastificato. È una piccola icona. (…) Da un lato c’è la “preghiera all’Arcangelo”, scritta, ovviamente, in una sorta di carattere pseudo-slavo. È tutto come al solito. In tutte le religioni è così. Tutti sono d’accordo sul fatto che gli angeli e gli arcangeli arrivano più velocemente se la preghiera è in caratteri gotici, o Yati, o shall. Se poi l’ordini delle parole nella frase sembra sia stato scritto dal Maestro Ioda in persona, allora Dio ne sarà felice e sarà più propenso a manifestare la propria misericordia senza limiti.

Sull’altra facciata, c’è l’immagine di un essere con le ali e l’aureola intorno al capo. Evidentemente, è l’arcangelo.

‘Grazie’ rispondo un po’ stupito. E resto lì.

‘Prendilo, mettilo in tasca e portalo con te ovunque’, con queste parole, Nikitin si volta dall’altra parte con la stessa espressione indifferente e irritata sul viso.

Rendendomi conto che non avrebbe detto altro e chiaramente non voleva che fossimo visti parlare, ho mormorato di nuovo: ‘Grazie mille, Valera’, e mi sono trascinato via. Anche se in realtà forse non mi trascinavo più, ma camminavo.

È molto difficile descrivere le sensazioni provate in quel momento, ma questo biglietto (l’ho sempre portato nel taschino della giacca e anche ora è con me) mi ha infiammato il petto e mi ha riempito di gioia. Avevo voglia di avvicinarmi alla telecamera, mostrare l’icona e urlare: ‘Avete capito, carogne? Io non sono solo!’. Ma questo sarebbe stato innanzitutto poco cristiano e avrebbe amareggiato l’arcangelo nella mia tasca, e in secondo luogo avrebbe certamente molto danneggiato Nikitin.

Questo suo gesto, così semplice, è accaduto nel momento e nel posto più giusti per me: mi è sembrato un segno

Certo, tutto sarebbe andato avanti anche senza l’incredibile Nikitin e senza l’arcangelo nella mia tasca. Ma con loro sono stato meglio, sia moralmente che fisicamente …”.

Una citazione che si chiarisce

Considerando che Alexej Navalny, nonostante tutti gli ostacoli, ha continuato a scrivere il libro mentre era già in prigione, le sue parole, che abbiamo già citato ma che citeremo ancora, diventano più comprensibili: “Se le tue convinzioni valgono qualcosa, devi essere disposto a difenderle. E se necessario, a fare qualche sacrificio. Se non sei pronto a questo, allora le tue convinzioni non sono vere. Ti sembra di averne, ma non sono convinzioni e princìpi, sono solo pensieri”.

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