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Naufragio di Crotone, Stilli: «Il Governo prenda atto delle sue responsabilità»

250 persone, oltre 60 i morti, e troppi dispersi, tra loro donne e bambini. «Il Governo italiano, di fronte alla tragedia annunciata, deve prendere atto della responsabilità che si è assunto nel bloccare gli aiuti a chi fugge da violenza e morte. Non serve il cordoglio per le vittime, adesso, ma uno sforzo comune per salvarle quando sono in pericolo», dice Silvia Stilli, portavoce della rete Aoi - cooperazione e solidarietà internazionale

di Redazione

Un ennesimo naufragio, stavolta a ridosso della costa crotonese: 250 persone disperate in fuga prevalentemente dalle zone di guerra e da Paesi in cui la democrazia e i diritti sono cancellati. 60 morti accertate e tanti, troppi dispersi, tra loro donne e bambini. Nessuno a portare aiuto durante quel tragitto.

La Rete Associativa AOI e le organizzazioni operanti nel salvataggio in mare, tra cui le sue associate Emergency, ResQ e SOS Mediterranée Italia, insieme ad Amnesty, ASGI ed AlarmPhone, avevano denunciato in una recente audizione parlamentare il pericolo di una catastrofe umanitaria se fosse diventato legge il decreto del Consiglio dei Ministri, voluto dal responsabile del dicastero dell’Interno Piantedosi. Questa misura non permette più salvataggi multipli e tiene le navi umanitarie lungamente ferme nei porti. L’assegnazione di porti di sbarco lontani dal luogo della raccolta dei naufraghi costringe le navi al periplo della nostra penisola.

«Il Governo italiano, di fronte alla tragedia annunciata, deve prendere atto della responsabilità che si è assunto nel bloccare gli aiuti a chi fugge da violenza e morte. Non serve il cordoglio per le vittime, adesso, ma uno sforzo comune per salvarle quando sono in pericolo e una strategia politica coerente nell’affrontare alla radice le cause che stanno all’origine delle fughe per la sopravvivenza. Intanto, tornino in mare le navi umanitarie per portare soccorso, da sempre in collaborazione con la Guardia Costiera, che, come il naufragio di ieri ha dimostrato, da sola non può farcela. AOI ringrazia tutte le ong impegnate nel Sar, che ogni giorno rischiano paradossalmente di pagare caro il loro “far il bene”», dice Silvia Stilli, Portavoce Aoi – cooperazione e solidarietà internazionale

«Agire per il cambiamento», spiega l'organizzazione, «significa mettere insieme risposte all’emergenza immediata con una visione di sviluppo sostenibile globale: l’una non sostituisce l’altra o la scavalca nella scala di priorità. Le organizzazioni di solidarietà, aiuto umanitario e cooperazione internazionale questo fanno. Dovrebbe saperlo bene il Ministro degli Esteri, che purtroppo ieri in televisione ha di nuovo parlato di pull factor nella relazione tra la presenza di ong nel Mediterraneo e quella dei trafficanti di vite umane con i barconi della morte. L’Italia non investe quanto e come dovrebbe nell’ APS (Aiuto Pubblico per lo Sviluppo), lo spiega bene la Campagna 0,70. Da mesi la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia un “Piano Mattei” per l’Africa, che all’oggi si sta traducendo in accordi con la Libia nel rafforzamento delle forniture di motovedette che riportano indietro le persone in fuga proprio dalle violenze dei campi di raccolta dei migranti; quello stesso Piano ha visto anche di recente la firma di un altro accordo stavolta con il Governo egiziano per la fornitura di energia con l’impiego dell’ENI, senza chiedere garanzie sulla consegna degli assassini di Giulio Regeni e la scarcerazione di Patrick Zaki».

La rete Aoi invita Parlamento e Governo a costruire insieme agli attori tutti della cooperazione internazionale una strategia italiana, su cui chiedere un maggiore impegno e sostegno europeo per evitare tragedie come quella della costa crotonese: ma nel nome di una corrispondenza fattiva tra politiche migratorie ed efficace e autorevole politica di cooperazione internazionale allo sviluppo. E ponendo la centralità del rispetto dei diritti umani, della democrazia, per il contrasto alla fame e alle povertà e ai cambiamenti climatici e la cessazione di guerre e conflitti. Non ci si può sottrarre all’imperativo di salvare vite umane.

«Bene sottolinea la nostra associata Progetto Sud della Uil: l’immigrazione non si governa annegando i diritti. È la giusta risposta al Ministro Piantedosi, che ieri ha chiesto di fermare chi fugge dalle tragedie e violenze. In questo momento, di fronte a questa immane tragedia avvenuta sulle coste che videro la nascita della cultura Mediterranea proprio dall’accoglienza di altre genti, sarebbe importante che il Presidente Mattarella ascoltasse l’appello delle ong del salvataggio in mare, che l’Aoi sostiene, per la sospensione delle limitazioni volute dal Ministro Piantedosi. Siamo disponibili ad incontrarlo», conclude Stilli.

Credit foto apertura Croce Rossa

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