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Naufragio di Crotone, Acli: «Si metta fine alle stragi dell’indifferenza»

Duro comunicato aclista sul dramma a cento metri dalla spiaggia. «Ritirare decreto Piantedosi»

di Giampaolo Cerri

«Mentre si continua a discutere di chi deve farsi carico del salvataggio in mare della vita di migliaia di bambini, donne e uomini che scappano dalle peggiori tragedie umanitarie del secolo, sulle spiagge italiane, a pochi chilometri da Crotone, un barcone con 250 persone a bordo non è riuscito a raggiungere la costa. Se il numero dei superstiti si fermasse a 33 ci troveremmo di fronte a un'altra strage dell'indifferenza». È durissima la nota delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani – Acli a poche ore da terribile naufragio a largo delle coste calabresi.

«Mentre i governi europei discutono delle responsabilità del soccorso e dell'accoglienza di chi fugge da guerre», prosegue il documento, «persecuzioni e calamità naturali, intanto che decidono come esternalizzare le frontiere e costruire nuovi muri, la contabilità di morte continua a scandire le sue vittime. Per favorire il soccorso in mare, le Acli chiedono al governo italiano di ritirare il "decreto ong" e, al tempo stesso, chiedono all'UE un vertice permanente che, nel rispetto del diritto internazionale, doti l'Unione di una strategia di accoglienza su tutte le rotte di accesso all'Europa»

«Accogliere è un dovere e un obbligo», concludono le Acli, «non una opzione tra le altre. Basta morti nel Mediterraneo».

Nella foto di apertura, soccorso di migranti nel Canale di Sicilia, nell'ottobre scorso, da parte di un'imbarcazione di Medici senza frontiere.

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