Famiglia
Natale? Dipende da un voto a Bruxelles
Il sì del nostro Paese allesclusione della Bielorussia dalla lista dei partner commerciali Ue. Le associazioni:«Si tengano separate le questioni politiche dall'umanitario»
Niente preferenze commerciali, niente bambini. Suona come un pugno nello stomaco la nota informativa dell?ambasciata bielorussa, che il 22 novembre ha spiegato il niet di Minsk all?arrivo della delegazione tecnica intergovernativa italiana che doveva sbrogliare la difficile matassa dei soggiorni climatici dei bimbi di Chernobyl, attesi per il periodo natalizio.
A scatenare la violenta reazione dei bielorussi è stato un voto italiano a Bruxelles, nell?ambito dell?Spg, il Comitato per il sistema delle preferenze generalizzate, che ha portato a escludere la Bielorussia da una lunga lista di Paesi con cui l?Europa intrattiene relazioni commerciali. Per il sistema economico bielorusso, che esporta più del 50% dei suoi prodotti verso gli Stati comunitari, la decisione equivale a un embargo commerciale. Lo ?strappo? italiano è apparso ancora più violento se si pensa che finora sulla questione l?Italia aveva scelto l?astensione, mentre il 17 novembre, inspiegabilmente, ha dato un voto determinante a favore dell?esclusione della Bielorussia.
Lo sconforto tra le associazioni che si occupano di soggiorni climatici è palpabile. «Questo voto, che non dovrebbe avere nulla a che vedere con i bambini, ha finito per essere considerato da parte bielorussa come un segno di chiara ostilità», riflette Giuseppe Carboni, presidente dell?Associazione Sardegna Belaurs. Che non nega la sua amarezza per l?inopportunità del ?momento? in cui è stato dato: «Alla Bielorussia si rimprovera la mancanza di una legislazione sulla libera associazione sindacale e sulla contrattazione collettiva. Ma se dovessimo scorrere proprio la lista delle preferenze generalizzate, troveremmo Paesi dove la situazione socio- politica è di gran lunga peggiore, ma che continuano a godere dei privilegi dell?Unione Europea, dove i nostri ministri vanno in pompa magna a firmare accordi, contratti e convenzioni, senza avere nessun rimorso di coscienza!», prosegue. La preoccupazione più grande di Carboni è che il peso della chiusura commerciale possa azzerare gli sforzi di cooperazione fatti in questi anni sulle fasce più deboli della popolazione bielorussa. «Direi che la storia anche recente ci ha insegnato che con le sanzioni economiche e gli embarghi non si risolve un problema politico», dice. «Ospitiamo i bambini per qualche mese, con l?obiettivo di migliorare il loro benessere, e poi votiamo una misura che peggiorerà il loro benessere in patria: vi pare logico? Ad ogni modo, noi continuiamo a sperare e a dialogare con il ministro Ferrero per far sì che la trattativa possa andare avanti».
Il ministro della Solidarietà sociale ha incontrato le associazioni proprio il 24 novembre, per fare il punto della situazione e assicurare che il dialogo con la controparte bielorussa non si è affatto interrotto. Le associazioni gli hanno presentato un documento unitario, ed estremamente equilibrato, «in cui abbiamo chiesto che si compiano tutti i passi necessari per proseguire l?azione diplomatica e che si possano separare le questioni politiche inerenti alle risoluzioni Ue dagli aiuti umanitari», spiega Antonio Bianchi, presidente del Coordinamento degli enti impegnati nell?ospitalità. «Abbiamo ribadito che la nostra esperienza ventennale si fonda sull?ospitalità in famiglia e non in istituto, e che non si possono fare distinzioni tra i piccoli provenienti da famiglie rispetto a quelli degli internat. Infine, ci siamo resi disponibili ad offrire tutte le garanzie, a cominciare dai responsabili delle associazioni, perché i piccoli ospiti facciano regolarmente rientro in Belarus».
L?ambascita bielorussa ha anticipato che il prossimo viaggio della delegazione italiana a Minsk potrebbe essere programmato per metà dicembre. Guarda caso, il 5 dicembre a Bruxelles l?Italia dovrà esprimere, in sede plenaria, il suo voto sul sistema delle preferenze generalizzate già espresso nell?ambito della commissione tecnica. La replica del ?sì? appare dunque scontata, ma la Bielorussia forse spera in un colpo di scena. Nella sua nota, l?ambasciata è stata abbastanza esplicita: «La parte bielorussa esprime la speranza», si legge, «che le opportune iniziative del governo italiano portino al superamento della situazione creatasi consentendo nel più breve tempo possibile una risoluzione positiva dei problemi presenti».
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