Politica

Natale 2019: un imprevisto è la sola speranza

di Riccardo Bonacina

Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni
e le prenotazioni (…)
E poi si parte e tutto è O.K. e tutto
è per il meglio e inutile.
E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l'ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza.
Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo

(E. Montale, «Prima del viaggio», in L'Opera in versi, Einaudi, Milano 1980, p.380)

Che bella questa poesia di Montale, Un imprevisto è la sola speranza, e Natale è davvero la festa dell’imprevisto. Il giorno in cui questa “stoltezza” ci si offre come senso della vita. Cosa di più imprevisto, infatti, ci può essere del farsi uomo del mistero, e del suo farsi uomo infante nato da un grembo di donna, nudo, inerme, povero. C’è evento più imprevisto di questo fatto che è pur accaduto e che ogni anno si offre alla nostra distrazione?

Come ebbe occasione di dire Benedetto XVI al Bundestag di Berlino: L’uomo ha costruito per se stesso un bunker per viverci. Che cos’è questo bunker? Una realtà fatta di convenzioni, vuoti affanni materiali, apparire sfrenato e indifferenza dilagante nei confronti dell’altro. Solide pareti di cemento armato che eliminano la sorpresa, chiudendo fuori i misteri incomodi dell’esistenza, chiudendo fuori la domanda di senso, causa di ogni nostra inquietudine. Nel bunker l’uomo finge di non essere una creatura ma il padrone di se stesso. E del proprio futuro. Prima gli italiani, prima io. Non è forse questa la vita di oggi? I nostri piccoli e meschini mondi chiusi come appartamenti stantii con poca luce e puzzolenti?

Un imprevisto, è la sola speranza. L’imprevisto messo in scena con la solita genialità da Bansky, che disegnando le renne che prendono il volo verso il cielo ha trasformato il senza fissa dimora in un Babbo Natale sulla slitta. Un imprevisto capace di trasformare le cose, basta saper vedere in po’ più in là del prprio naso.

E poi quel titolo meraviglioso “Good bless Birmigham”, Dio benedica Bormighan, benedica questa città, la tua città, mettendo le ali alla tua fede (senza la quale alla mattina non ci alza neppure) e alla tua immginazione.

Cristiano è un uomo, una donna che “benedice”: cioè dice bene dell’altro uomo, dice bene del tempo che gli è dato e che si fa benedire da Dio e dagli altri, per andare avanti, per camminare. Cristiano è aver la passione per l’altro uomo che incontri per caso.

Questi sono o miei e nostri auguri per il Natale che accade e per l’anno che viene. Camminiamo incontro all’imprevisto, senza paura

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