Famiglia

Nasce sulle Alpi la “web terapia”

Si scambiano messaggi, fotografie e brevi scritti attraverso Internet e la posta elettronica.Costruiscono pagine virtuali, dialogano e giocano con gli amici.

di Stefania Olivieri

Internet annulla la distanza e abbatte le barriere, anche per chi è affetto da disabilità intellettiva e non solo fisica. Ha cominciato a dare i suoi frutti il progetto “Webtherapy” lanciato dall’Anffas di Fiera di Primiero, in provincia di Trento, con l’obiettivo di potenziare le capacità comunicative e l’intelligenza emotiva di un gruppo di ragazzi con insufficienze mentali. Un’idea nata quasi per caso, sulla scia di una sperimentazione condotta a Fiera di Primiero, dove i ragazzi del Centro Socio Educativo e di una cooperativa sociale hanno cominciato a collegarsi tra loro attraverso un ponte radio, durante il periodo invernale. «Un’esperienza divertente e soprattutto stimolante per i ragazzi che ha dato lo spunto per ampliare l’iniziativa utilizzando una tecnologia meno costosa e complicata quale Internet», spiega Luigi Sangalli, pedagogista e direttore del Centro Anffas di Trento. Connettendosi al sito www.webtherapy.com si possono acquisire tutte le informazioni relative al progetto ed eventualmente iscriversi per accedere alla pagina web protetta dove individuare una ventina di altri ragazzi cui scrivere, comunicare e spedirsi file. Operazioni che nei ragazzi coinvolti dal progetto sono riuscite a produrre notevoli miglioramenti delle capacità comunicative. «Nella fase di sperimentazione il confronto effettuato sugli elaborati scritti nelle e-mail di un mese hanno visto un progressivo aumento del vocabolario scritto, una riduzione degli errori più frequenti e una migliore capacità di comprendere il testo», spiega il dottor Sangalli. «Il solo fatto di dover decidere cosa scrivere e a chi mandare la posta innesca dei meccanismi di attivazione mentale che giocano molto a livello dell’intelligenza emotiva». Il procedimento di base è decisamente semplice. Aiutati dagli operatori degli centri Anffas del Trentino, i ragazzi si collegano, scelgono a chi vogliono mandare un messaggio, scrivono la mail e quindi la spediscono. Alla fine di ogni giornata, poi, ognuno scarica la propria posta e può leggere le risposte degli “amici di penna” via Internet. «Sono richiesti solo pre-requisiti di minime abilità di lettura e di scrittura» spiega Angelo Sangalli. «L’esperienza di tipo simbolico permetterà anche l’attivazione di una pre-astrazione, in quanto i bambini cercano di immaginarsi come sarà il mittente del messaggio, e così facendo compiono un lavoro di autostimolazione delle loro capacità cognitive». L’unico problema della webtherapy è la tutela della privacy. Da qui la decisione di collocare tutte le foto e le e-mail degli utenti in una speciale pagina web protetta cui si può accedere solo con una password. «Per difendere il loro diritto alla riservatezza abbiamo pensato di subordinare l’accesso alla banca dati degli indirizzi di posta elettronica all’iscrizione che dovrebbe essere accompagnata da parte di un ente o della famiglia del ragazzo», spiega Paolo Bettega, operatore della formazione professionale all’Anffas di Fiera. «Da settembre sarà disponibile un nuova versione del sito, più semplice e più intuitiva possibile per ragazzi. Non solo. Utilizzando un programma ad hoc per la realizzazione e la costruzione di pagine web, gli operatori del centro Anffas di Fiera di Primiero stanno elaborando una sere di giochi didattici on-line». Oltre a comunicare via mail, comunque, i ragazzi possono lavorare alla costruzione di una pagina web personale, assistiti da educatori e operatori qualificati. «Diverse pagine sono già consultabili nel sito, altre dovranno arrivare nei prossimi mesi, il tutto con l’obiettivo di scambiare quante più esperienze possibile e mettere in collegamento i ragazzi di città e regioni diverse», spiega Bettega. «Alcuni già si scambiano file musicali, altri fotografie: stiamo studiando il modo di mandare via mail anche cartoline». Ad oggi, il progetto ha coinvolto una ventina di ragazzi, ma punta da allargarsi ulteriormente fino a coprire tutto il territorio nazionale e mettere in collegamento scuole, centri socio-educativi, cooperative sociali, associazioni e case-famiglia. Alzheimer, la speranza viene dai topi? Vaccino in vista contro il morbo di Alzheimer? La scoperta di una sostanza in grado di impedire il deposito di proteine nel cervello dei malati di Alzheimer lascerebbe intravedere la possibilità di un vaccino contro questa e altre malati cerebrali finora incurabili. I ricercatori della società farmaceutica Emlan di San Francisco, in un rapporto per la rivista britannica “Nature” hanno infatti annunciato nei giorni scorsi il successo di esperimenti con topi transgenici affetti da una malattia simile al morbo di Alzheimer negli esseri umani. Le iniezioni di amiloid-beta peptidi, una delle componenti delle proteine, avrebbero innescato una risposta immunitaria che ha impedito la formazione di placche e rallentato in maniera evidente il progresso di quelle già esistenti. Uno studio finora limitato solo ai topi, ma che lascia intravedere la speranza che si possa prevenire anche negli esseri umani la formazione nel cervello dei depositi di proteine ritenuti la più probabile causa della perdita della memoria e stati confusionali. Attualmente, una persona su 20, oltre i 65 anni, soffre di Alzheimer e secondo il World Health Organization circa 35 milioni di persone, nei paesi industrializzati, saranno colpite dal morbo nel 2010.


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