Non profit

Nasce la Fondazione per Aquileia

Un milione e mezzo di euro per avviare nuovi scavi

di Redazione

Noto in tutto il mondo e inserito dal 1998 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, il sito archeologico di Aquileia dagli anni Trenta, quando iniziarono i primi scavi, ha sofferto di un’attenzione sporadica, se non del tutto assente, da parte dello Stato. Il risultato e’ stato un turismo caotico privo di strutture ricettive adeguate, un numero di visitatori inferiore a quanto il sito invece meriterebbe e, soprattutto, una conoscenza e una fruibilita’ del patrimonio archeologico che raggiunge appena il 33% di quanto invece l’area conserverebbe. In piu’, i reperti e le strutture emerse da quei primi scavi, necessitano oggi di manutenzione e ulteriori indagini.

Con la recente visita del ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali Francesco Rutelli, che dichiaro’ che Aquileia sarebbe diventata “la seconda Pompei”, qualcosa si e’ mosso e oggi e’ stata annunciata la nascita della Fondazione per Aquileia. “La fondazione, puramente pubblica, sara’ attiva entro l’estate – ha spiegato all’Adnkronos Cultura Danielle Gattegno Mazzonis, sottosegretario di Stato ai Beni e le Attivita’ Culturali – il 18 giugno il progetto nato con la legge regionale n.18 andra’ al Consiglio Superiore e, dopo l’approvazione, sara’ attivo. Il Mibac ha messo a disposizione un milione e mezzo di euro, che si vanno ad aggiungere ai tre milioni della regione Friuli Venezia Giulia, per iniziare la nuova campagna di scavi su progetto della sovrintendenza archeologica, in collaborazione conle universita’ di Trieste, Udine e Padova. La fondazione, alla quale partecipano Mibac, comune di Aquileia, regione Friuli Venezia Giulia e provincia di Udine, si avvarra’ di un comitato scientifico e un comitato di vigilanza”.

Scopo della fondazione, quello di “unire le forze al fine di creare il parco archeologico di Aquileia, mettere in sicurezza le strutture, avviare nuovi scavi, realizzare un percorso turistico”, ha spiegato all’Adnkronos Cultura Roberto Antonaz, assessore alla cultura della regione Friuli Venezia Giulia. Al momento la citta’ friulana, secondo porto della latinita’ dopo Roma e vero e proprio compendio storico culturale che raccoglie testimonianze di epoca romana, paleocristiana e cristiana, coprendo un arco archeologico che va dal I sec.a.C. al V sec. d.C., presenta il Foro, il porto fluviale, il sepolcreto romano, il circo e il complesso basilicale, ma la gran parte della citta’ romana deve essere ancora scoperta. Le universita’ puntano a portare alla luce l’edilizia privata e pubblica, indagando le singole domus (sono state identificate cinquanta abitazioni), le corti a giardino, gli impianti termali, i mosaici policromi, gli edifici sacri, le epigrafi e le sculture, avviando anche operazioni di restauro e catalogazione dell’immenso numero di reperti rinvenuti.

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