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Nasce il colosso del Nord

Grandi manovre nei servizi idrici, anche in vista dell'entrata in vigore del Decreto Ronchi

di Redazione

Acqua, comincia il risiko. Ad aprire le danze sono Iride (la multutility “nata dalla integrazione tra Aem Torino e Amga Genova” ovvero tra l’azienda elettrica ex-municipale del capoluogo piemontese e la Spa. al 51% pubblica del gas e dell’acqua di quello ligure) e il fondo italiano per le infrastrutture F2i promosso dalla Cassa Depositi e Prestiti (1,8 miliardi di euro di capitalizzazione, sottoscritti in gran parte da banche, fondazioni bancarie e casse previdenziali).

L’accordo prevede l’ingresso di F2I nel polo industriale dell’acqua che Iride intende realizzare. Nell’ambito dell’operazione e’ previsto il lancio di un’offerta pubblica di acquisto totalitaria volontaria su Mediterranea delle Acque (anch’essa quotata in Borsa, gestisce l’acqua di Genova) al prezzo di 3 euro per azione, attraverso una società contentitore, la San Giacomo Srl. Tra queste, anche le azioni della multinazionale francese Veolia.

Obiettivo di Iride, si legge in una nota, «è quello di divenire, tramite il Gruppo Mediterranea delle Acque e con il supporto di F2i Idrica e mediante crescita per linee esterne, uno dei principali operatori del servizio idrico in Italia, per dimensione e per estensione del servizio sul territorio nazionale», con «un programma di partecipazione alle future gare ad evidenza pubblica per l’assunzione di partecipazioni ovvero la gestione di ulteriori ambiti territoriali, allorquando troverà applicazione il nuovo regime delineato dall’entrata in vigore della Legge Ronchi».

Come a dire: Iride è pronta a entrare sul nuovo mercato previsto dal decreto Ronchi, quello contro cui si stanno raccogliendo le firme per il referendum (clicca qui e qui per saperne di più).

«Si compie», commenta il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, «in questo modo la prima mossa in grande stile per il riassetto del settore idrico che vedrà protagoniste le multiutility quotate in borsa (Acea, Hera, A2A su tutte), le multinazionali straniere presenti sul territorio (Veolia e Suez essenzialmente), fondazioni e banche. In palio un mercato di circa 8 miliardi di euro oggi detenuto in prevalenza da S.p.A. a controllo pubblico e un riassetto in borsa per circa 19 miliardi di euro di capitalizzazioni».

«Il caso di Iride», prosegue la nota del Forum, «in questo senso, è particolarmente indicativo, visto che il gruppo partecipato da Genova e Torino, oltre che di Mediterranea Acque è anche socio di Acque Potabili (a sua volta detenuta da “Acque Potabili S.p.A. con sede in Torino, Acquedotto di Savona S.p.A. con sede in Savona, Acquedotto Monferrato S.p.A. con sede in Torino e da Acque Potabili Siciliane S.p.A. con sede in Palermo”) e sta completando un processo di fusione con Enìa, la multiservizi emiliana quotata a Piazza Affari, nata dalla fusione delle S.p.A. delle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. Iride ed Enìa insieme definirebbero un asse “padano occidentale” con 4 miliardi di capitalizzazione di borsa e 2,5 milioni di “clienti” solo per il servizio idrico, senza contare le quote di cittadini palermitani portati in dote da Iride e di Enna portati in dote da Enìa. Con il rafforzamento di Mediterranea Acque, si dovrebbero quindi accorpare tutte le gestioni idriche tra Piemonte, Liguria, Emilia, Sicilia, più la campagna di shopping finanziata da F2i».

«La notizia dell’aggregazione annunciata tra Iride e il fondo F2i riporta all’attenzione l’assoluta necessita’ di forti investimenti nel servizio idrico integrato», è invece il commento di Stella Bianchi della segreteria del Pd, convinta che «solo una gestione industriale efficiente» possa «garantire qualita’ del servizio, accesso per tutti, equita’ delle tariffe, gestione sostenibile della risorsa acqua che elimini sprechi e usi impropri». Allo stesso modo, rileva la responsabile Ambiente del partito, e’ «indispensabile una forte regolazione e controllo pubblico, con l’istituzione di una autorita’ nazionale di garanzia compartecipata da Stato e regioni, che e’ al centro della proposta complessiva di riforma del servizio idrico integrato che il Partito Democratico presentera’ nei prossimi giorni».


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