Sostenibilità

Nasce il Cabi, Coordinamento degli agricoltori bio

Amab, Aiab e Terra Sana Italia hanno costituito un Coordinamento nazionale per gli agricoltori biologici, il Cabi. Ecco il testo del programma su cui lavorer

di Paolo Manzo

L’agricoltura biologica per la sostenibilità ambientale, la sicurezza e la sovranità alimentare. * l?agricoltura biologica è modello di sviluppo per le campagne italiane, un modello di sviluppo sostenibile che affonda le sue radici nel metodo di produzione biologico, a sua volta basato sui principi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse, rispetto dell?ambiente, del benessere animale e della salute di chi consuma; un modello capace di indirizzare in senso ecologico i comportamenti degli operatori e dei cittadini e, in particolare, il loro approccio al metodo di produzione e al consumo. * l?agricoltura biologica rimette al centro delle decisioni aziendali il produttore/contadino, cui è affidata la gestione del territorio, compito che esalta il ruolo di utilità sociale dell?azienda agricola e integra quello di operatore economico, un operatore che deve percepire un giusto reddito ed ottenere il riconoscimento, attribuito dalla collettività, per un?attività che ha un forte legame positivo con il territorio e che rispetta le chiare regole sancite dalle norme del metodo di produzione biologico. * l?agricoltura biologica è il modello di sviluppo sostenibile che garantisce l?affermazione della sovranità alimentare, restituendo un ruolo decisionale alle comunità locali che individuano in questo metodo il modello agro-ecologico volto a garantire il proprio diritto ad esercitare il controllo sulle proprie risorse, per un’alimentazione sana ed equa per tutti. * l?agricoltura biologica, in quanto modello di sviluppo sostenibile, non riguarda solo la produzione alimentare, ma influisce su tutti i processi di produzione legati ai prodotti di origine agricola: dal tessile alla cosmesi, dalla detergenza alla produzione di mezzi tecnici, fino a tutti i servizi che l?azienda può offrire, quali ristorazione, ospitalità, informazione, formazione. Le aziende agricole biologiche, per loro natura ed organizzazione, hanno quindi un ruolo sociale ed ambientale importantissimo, perché: 1. Realizzano prodotti sani e buoni per chi li consuma e per l?ambiente in cui sono prodotti; 2. Valorizzano e conservano la biodiversità vegetale ed animale di interesse agricolo, faunistico e botanico, anche grazie alle loro infrastrutture ecologiche; 3. Valorizzano e promuovono gli aspetti paesaggistici dello spazio rurale italiano; 4. Hanno un effetto diretto per la riduzione delle emissioni dei gas di serra, ed aumentano la capacità di assorbimento dei sistemi agrari di CO2; 5. Possono essere luogo di produzione di energia da fonti rinnovabili: acqua , vento, sole, gas; 6. Promuovono l?agricoltura sociale favorendo l?integrazione nel mondo del lavoro delle categorie svantaggiate; 7. Applicano e promuovono relazioni contrattuali nel mondo del lavoro concordate tra le parti sociali e basate sui principi etici e sociali; 8. Promuovono i consumi locali e la filiera corta, e non danno luogo a sovrapproduzioni sussidiate che favoriscono il dumping alimentare nei Paesi del Sud del mondo; 9. Promuovono un modello di sviluppo equo e sostenibile praticabile in tutto il mondo, un modello che afferma la sovranità alimentare di ogni popolo e comunità. Premesso quanto sopra, il CABI ? Coordinamento Associazioni Biologiche Italiane chiede * che, in virtù delle sue positive caratteristiche, venga fissato l?obiettivo di applicare il modello dell?agricoltura biologica su almeno il 20% della superficie agricola italiana entro il 2008 * che vengano avviate contemporaneamente iniziative atte a promuovere il raggiungimento, per la stessa data, del 10% dei consumi di prodotti biologici. Per raggiungere questo obiettivo sono indispensabili: * Una profonda revisione della Pac , la Politica agricola Comunitaria; * Un utilizzo ottimale degli strumenti forniti dalla riforma di medio termine attraverso i seguenti mezzi: a) L?applicazione della regionalizzazione dei premi Pac; b) L?applicazione dell?articolo 69 (Reg. CE 1782/03), destinando risorse adeguate alle aziende che praticano agricoltura biologica; c) L?applicazione di una vera ecocondizionalità che riconosca il ruolo dell?agricoltura biologica; d) L?utilizzazione al meglio delle opportunità date dallo Sviluppo rurale, in particolare per sostenere i costi di certificazione, le attività d’informazione, di pubblicità e di promozione, l?assistenza tecnica. * Il divieto della coltivazione degli OGM in Italia, e l?effettuazione di controlli per evitare l?introduzione di sementi contaminate; * La promozione dell?alimentazione biologica nella ristorazione pubblica; * Il riconoscimento del ruolo ambientale e sociale dell?agricoltura biologica, agevolando l?accesso a finanziamenti che valorizzino appieno le potenzialità di questo settore (investimenti per produzione di energia rinnovabile, agevolazioni fiscali, etc.); * L?incentivazione dei nuovi sistemi di certificazione basati sulla gestione del rischio, adeguati alle piccole aziende, riconoscendone la loro funzione sociale oltre che economica; * La destinazione al fondo per la ricerca in agricoltura biologica di almeno il 20% delle risorse disponibili per la ricerca in agricoltura, attuando programmi di ricerca partecipativa; * La riforma del sistema di certificazione al fine di aumentare la trasparenza, la garanzia per i consumatori e la riduzione del carico burocratico per le aziende; * La realizzazione di un Piano d?Azione per l?agricoltura biologica che, oltre a coinvolgere in toto tutte le parti interessate, riunisca tutti gli strumenti suddetti, ivi compreso un forte potenziamento delle risorse per giungere effettivamente alla realizzazione degli obiettivi indicati.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA