Volontariato

Nasce Fondazione Poste Insieme Onlus

Presentata presso gli uffici di Poste Italiane ha come obbiettivo «promuovere una presenza istituzionale organica a sostegno delle politiche di inclusione e solidarietà sociale». I primi progetti saranno rivolti al contrasto alla dispersione scolastica e al sostegno dei bambini figli di madri detenute

di Vittorio Sammarco

«Promuovere una presenza istituzionale organica a sostegno delle politiche di inclusione e solidarietà sociale». È l’ambizioso obiettivo della Fondazione Poste Insieme Onlus, nata il 16 aprile e presentata oggi presso gli uffici di Poste Italiane. Una fondazione di partecipazione – cui aderiscono tutte le società controllate dalla capogruppo – e che si prefigge di concentrare le proprie attività su iniziative e progetti ben strutturati, «che apportino benefici alla comunità e in particolare a tutte quelle categorie di persone che vivono in situazioni di disagio a causa delle loro condizioni fisiche, psichiche, familiari, economiche, etniche e sociali».

«Nel rivedere la nostra mission ci siamo fatti carico di un riequilibrio inclusivo, per aiutare famiglie, giovani, anziani, nuovi italiani», ha sottolineato l’amministratore delegato Francesco Caio, e «la privatizzazione – ha aggiunto – è coerente con questa visione: dobbiamo ora dimostrare di essere in grado di stare sul mercato senza tradire l’identità di Poste italiane. Non sono progetti facili, ma stanno nel cuore della nostra missione».

I primi progetti sono stati presentati dalla presidente di Poste italiane e della Fondazione, Luisa Todini: «Vogliamo iniziare con poche cose concrete, serie e misurabili».

Eccole. Primo: Progetto Mentoring per il contrasto alla dispersione scolastica, in 11 scuole di I e II grado (in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria), che coinvolgerà 165 studenti e altrettanti volontari a supporto (per un totale di 7425 ore formative e 150mila euro circa di investimento).

Il secondo è «la prima casa famiglia protetta per madri detenute»: sono 34 i bambini che tra Roma e Milano sono nati e stanno crescendo dietro le sbarre con le loro madri condannate, spesso per reati non gravi. Il disagio sull’equilibrio psico-fisico dei minori è evidente. Finalmente a Roma, grazie all’individuazione di due appartamenti sottratti alla criminalità, si riuscirà a dare ai 9 bambini con le loro madri la dignità «di una vita quotidiana ispirata a modelli familiari».

Su questo progetto, piccolo ma altamente simbolico, ha insisto con forza il ministro della Giustizia Orlando: «se si riuscirà a portare a compimento lo stesso percorso anche nel carcere di Opera avremmo segnalato un aspetto di civiltà di particolare interesse», ha affermato. «Troppe volte sentiamo la frase “dobbiamo chiuderli e buttare via la chiave”, senza pensare ai costi umani (e anche economici) del carcere». E invece, ha ribadito, noi siamo il Paese che spendiamo di più in Europa per la detenzione e allo stesso tempo abbiamo la più alta recidiva. «Se riusciamo a dare una sistemazione ai bambini che non hanno nessuna colpa avremmo fatto un gran passo avanti in civiltà, continuando sulla riflessione che stiamo facendo da un po’ di tempo sul fine e sul valore della pena, e facendo sì che quest’anno 2015 sia segnato da un passaggio storico: l’anno in cui nelle nostre carceri non ci sia più nessuno costretto a viverci senza essere stato giudicato responsabile da un percorso giudiziario». Per questo il contributo della Fondazione Poste-Insieme è molto importante.

La Fondazione, inoltre, «promuove un ruolo proattivo delle organizzazioni del Terzo settore, sostenendo la nascita e lo sviluppo di reti di volontariato all’interno delle aziende del gruppo e favorendo la partecipazione e il coinvolgimento di tutta la comunità, a partire dai dipendenti e dai clienti. L’operatività di Poste Insieme Onlus è estesa all’intero territorio nazionale e si articola in attività e iniziative promosse e realizzate direttamente – anche in collaborazione con altre istituzioni – o mediante il finanziamento di progetti proposti da organizzazioni senza scopo di lucro».

Completano il quadro della presentazione: un prestigioso comitato scientifico con personalità quali Sabino Cassese, Giuseppe Ragusa e Anna Maria Tarantola; il fondo di dotazione iniziale di 1 milione di euro, e il fondo di gestione di 3 milioni per il triennio conferitogli dalle Società del gruppo. La possibilità inoltre di accedere al riparto del 5X1000 (a partire dal 2016) per «progettualità condivise con il mondo del Terzo settore».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA