Formazione

Nasce a Milano il primo Ufficio Scuole Aperte

Verrà presentato al Forum Scuole Aperte di lunedì 16 giugno (ore 14,30 presso Auditorium dell'Istituto Cardano, via Natta 11). Si basa sulla modellizzazione delle esperienze. Chi ha già fatto scuola aperta, darà suggerimenti concreti a chi vuole iniziare. «Speriamo che la cornice istituzionale vinca il timore di tanti dirigenti», spiega l'assessore Bisconti. Primo passo, aprire le palestre.

di Sara De Carli

A Milano nasce l’Ufficio Scuole Aperte, il primo in Italia. Nasce come luogo a disposizione delle scuole e delle loro domande, per diffondere le tante buone pratiche che già esistono in città, indicare le soluzioni già praticate rispetto agli step iniziali di questa esperienza ed esplicitare l’appoggio istituzionale ai percorsi in atto e a quelli che – si spera – si potranno avviare. L’Ufficio del Comune di Milano unisce le iniziative di due assessorati: quello all’Istruzione, guidato da Francesco Cappelli e quello al Benessere, Qualità della Vita, Sport, Tempo libero e Verde guidato da Chiara Bisconti. È proprio lei a parlarne a Vita in anteprima, mentre la presentazione ufficiale avverrà lunedì 16 giugno nell’ambito del Forum Scuole Aperte (Auditorium dell’Istituto Cardano, via Natta 11, Milano, ore 14,30-18,30). Mentre la raccolta di esperienze a livello nazionale avverà tramite il sito www.forumscuoleaperte.it, che verrà lanciato lunedì 16, per segnalare esperienze di Scuole Aperte nel Comune di Milano è stata creata l'email: sbqv.scuoleaperte@comune.milano.it

Le Scuole Aperte sono un argomento all’ordine del giorno di diversi Comuni, che stanno lavorando su regolamenti, protocolli o risoluzioni. Milano è la prima città a chiudere il percorso e lo fa scegliendo di aprire addirittura un ufficio. Perché?
Milano ha già diverse esperienze di Scuola Aperta, che hanno una storia ormai consolidata: sono delle eccellenze. L’idea quindi è quella di “modellizzare” questa qualità, individuando gli strumenti e i percorsi che sono stati utili per realizzare queste esperienze e mettendoli a disposizione di tutte le scuole. Da questo punto di vista infatti Milano è a macchia di leopardo: ci sono aperte e ci sono scuole molto chiuse. Un regolamento per l’utilizzo degli spazi  – una strada che pure avevamo iniziato ad esplorare – avrebbe penalizzato le esperienze più avanzate, senza nel contempo scalfire la chiusura, direi il timore, delle altre scuole. Ovviamente è stato un elemento determinante il fatto che il dirigente Giovanni Del Bene a fine carriera si sia messo a disposizione gratuitamente, offrendo alla pubblica amministrazione la sua competenza. Credo che il fatto di unire la sua esperienza unita alla capacità della pubblica amministrazione di dare una cornice istituzionale sarà un elemento di scatto notevole.

Dove sarà l’ufficio?
In piazza Duomo, presso l’assessorato al Benessere, Qualità della Vita, Sport, Tempo libero e Verde, facilmente raggiungibile. Ma non dimentichiamo che oltre allo sportello, avere un ufficio significa avere una mail che risponde sempre.

Il primo a portare il tema delle Scuole Aperte all’attenzione del Comune è stato Stefano Boeri, quando era assessore. È bello che il progetto sia andato avanti al di là delle questioni politiche…
Siamo attenti ai fatti e alla qualità dei progetti, non a caso abbiamo portato avanti anche percorsi della giunta precedente… Vorrei sottolineare anche il fatto che questo Ufficio nasce da due assessorati: il nodo vero delle scuole aperte è la domanda “va bene, sarebbe bellissimo, ma la responsabilità alla fine di chi è? Della scuola o del Comune?” e ci si rimpalla la responsabilità. Questo ufficio è un messaggio chiaro che vogliamo dare, una risposta più che simbolica: la responsabilità è di entrambi, insieme, ci siamo entrambi. Mi spiego: l’autonomia dice il responsabile è il dirigente, però avere una cornice istituzionale tramite cui il Comune, tramite ben due assessorati, dice di essere presente, dà un supporto in più a chi ha timore di osare.

È questo il vero ostacolo? La paura di osare dei dirigenti?
Diverse scuole a Milano hanno già realizzato, come dicevamo, esperienze bellissime di scuola aperta. Significa che è possibile farlo. I due nodi centrali sono quello dei costi (ma le esperienze fatte ci dicono che la scuola aperta si autofinanzia – anzi porta reddito) e quello della responsabilità, di cui dicevamo prima. Confidiamo che l’entrare in contatto diretto con chi ha già fatto il percorso possa essere un volano. Magari questa cosa dell’ufficio e della modellizzazione delle esperienze in un’altra città non avrebbe funzionato, ma qui a Milano  crediamo che disseminando il più possibile gli strumenti operativi concreti che qualcuno ha già utilizzato, si possa avviare un percorso di diffusione delle esperienze.

Quale sarà il primo passo concreto?
Sicuramente mettere immediatamente a disposizione delle scuole il sapere maturato e le modalità operative individuate, ad esempio sulle questioni relative alla forma giuridica dell’associazione genitori. E poi un protocollo fra Comune di Milano, Coni, Anci e Ufficio scolastico regionale sull’utilizzo delle palestre in orario extrascolastico. Abbiamo visto che le palestre sono le strutture che vengono già utilizzate e aperte più spesso; il protocollo con la sua cornice istituzionale potrebbero facilitare nuove esperienze e diventare poi una sorta di grimaldello per aprire anche altri spazi della scuola. Siamo pronti per partire con una sperimentazione da una zona o da alcune scuole, già con il prossimo anno scolastico.
 

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