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Napolitano prende per mano l’Italia

Il Colle ha dettato l’exit strategy: o si forma un nuovo governo oppure si va subito ad elezioni

di Lorenzo Alvaro

Il Quirinale ha cominciato a lanciare messaggi e dopo aver detto che le soluzioni sono due (governo o voto) nomina Mario Monti senatore a vita. Sembra quasi un’investitura. Non ci sono dubbi su cosa il Colle pensia sia la soluzione migliore. Nel frattempo i partiti e il parlamento continuano a non trovare accordi. Ecco come vedono la situazione i principali quotidiani italiani.
 
In rassegna stampa anche:
RELIGIONI & POLITICA


“Governo, verso l’incarico a Monti”. Non lascia molti spiragli di dubbio il CORRIERE DELLA SERA, di cui Monti stesso è autorevole editorialista. “Il nuovo governo sarebbe sostenuto dal partito del premier con Pd e Terzo polo”, azzarda nel catenaccio di prima pagina, presentando uno scenario da governissimo coraggioso. Rincara l’innesto di fiducia l’editoriale del direttore De Bortoli: “Possiamo farcela”, il titolo. «La bussola di Monti è l’Europa. Non è un freddo tecnocrate, è un italiano appassionato, disposto a svolgere il ruolo di civil servant senza mire personali. È portatore di idee, non di interessi». Un’incoronazione in piena regola. Tanto che vengono trattati senza troppa enfasi i dati economici disastrosi emersi dalla giornata di ieri, e dal boom dello spread: “I tassi dei Btp oltre il 7%. Obama, fiducia nell’Italia”, rassicura il Corriere. La beatificazione di Monti salvatore della patria prosegue a p. 3, nel ritratto firmato da Sergio Bocconi dal titolo: “Il custode del rigore che stoppò Bill Gates”. E onore delle armi per Berlusconi, che come ricorda De Bortoli “ebbe il merito di candidare Monti a Commissario Ue”, e che ieri “apre al nuovo governo”, come raccontato a p. 5: «A un certo punto della mattinata, vista la situazione dei mercati, il premier ha offerto dimissioni immediate a Napolitano nell’interesse del Paese». In compenso, il Pdl è spaccato, tra fronde e fuggitivi, la Lega pure, Casini si propone come “cerniera per una grande coalizione” e il Pd “spinge per il neosenatore”.
 
LA REPUBBLICA titola seccamente: “Dramma in Borsa, in campo Monti” e nel sommario spiega: “Napolitano lo nomina senatore a vita: è in pole position per il nuovo governo”. A pagina due si chiarisce la road map delineata da Napolitano: sabato il ddl stabilità, poi le dimissioni di Silvio. Di fatto il Presidente della Repubblica ha preso in mano la situazione molto energicamente, anticipando i giochi con la nomina dell’economista e precisando, già ieri, che «non esiste alcuna incertezza sulla scelta del presidente del Consiglio di rassegnare le dimissioni». Dunque è assai probabile un governo di responsabilità collettive, di fronte al quale le forze politiche sono divise. Udc e Pd si dichiarano pronti, Pdl chiede tempo per riflettere, Idv pare orientarsi alla non fiducia. Nel Pdl, riferisce Carmelo Lopapa, è in atto la grande fuga. Dal Cavaliere: la leadership di Alfano vacilla sotto gli smottamenti, sotto le prese di posizione dei duri del governo (Sacconi, Brunetta, La Russa, Meloni: «un governo tecnico non lo sosterremo mai»). Intonato però ieri nelle votazioni la maggioranza è scesa a quota 281. Dal canto suo il cavaliere pare essersi convinto che non ci sono alternative (anche perché le sue aziende, Mediaset in primis, stanno andando malissimo: «che lascerai ai tuoi figli?» gli ha chiesto Confalonieri). È intervenuto anche Draghi: «i mercati non capiscono la tempistica delle dimissioni di Berlusconi. Non si fidano». Segue pagina in cui Federico Rampini descrive Monti: bocconiano, europeista, molto anglosassone e stimato e ha dimostrato, da Commissario europeo, di essere in grado di sfidare lo strapotere di Microsoft. LA REPUBBLICA fa già il toto nomine per il nuovo governo: rimangono Frattini e Fitto, entrano Letta e Amato (entrambi vicepremier) e probabilmente Bini Smaghi, Siniscalco, Saccomanni… Infine un focus sulla crisi finanziaria, adesso veramente drammatica: l’attacco all’Italia ha portato i tassi oltre il 7% e lo spread a quota 575. Si aggrava la crisi di liquidità per le banche (è più costoso finanziarsi con i Btp). Il commento di Massimo Giannini sottolinea che siamo a un passo dalla bancarotta e che bene ha fatto il Quirinale ha bruciare i tempi.
 
Un salto sulla sedia. Questo credo faranno i lettori de IL SOLE 24 ORE vedendo il titolo-scatola scelto dal direttore Napoletano, caratteri cubitali (10 cm) per dire «FATE PRESTO». Lo stesso Napoletano spiega nel fondo che sta sotto di aver rubato il titolone al Mattino di Napoli che uscì l’indomani del disastroso terremoto del 1980, appunto «FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla». «Le macerie di oggi sono il risparmio e il lavoro degli italiani», continua il direttore del Sole, che paragona il momento attuale a un vero terremoto come quello irpino. I toni sono da Apocalisse – «La credibilità perduta ci fa sprofondare in un abisso» – Giorgio Napolitano è paragonato a Sandro Pertini che visitò le zone terremotate e disse «il modo migliore di ricordare i morti è pensare ai vivi», e la via indicata è una sola: governo di unità nazionale, «via maestra e a questo punto unica». Tutto il giornale è ovviamente dedicato alla crisi, agli scenari politici interni ed esterni, con il consueto «manuale antipanico» per i risparmiatori. Da segnalare i due articoli di commento in prima pagina, uno a firma Luigi Zingales e l’altro Stefano Folli. Il primo, partendo da lontano (il coraggio dei militi italiani caduti a Cefalonia e Corfù dopo l’8 settembre) loda il patriottismo di chi sta acquistando i titoli di Stato italiani, ma mete in guardia sulla convenienza della mossa: «se vogliamo essere realisti, l’investimento in titoli di Stato dovrebbe essere almeno proporzionale al reddito. Il conto è presto fatto: visto che il rapporto debito-Pil è di circa il 120% e che la componente di debito detenuta all’estero è pari a 47%, questo significa che ognuno deve essere disposto ad acquistare ulteriori titoli di Stato per un valore pari al 56% (0,47 per 1,2) del suo reddito lordo. Siamo sicuri di trovare molti volontari?». Folli, ribadendo che occorre «fare presto» – ritornello presente ovunque sul Sole – si chiede «quante probabilità ci sono che le larghe intese per l’Europa prendano forma in questo Parlamento?» e avanza alcuni dubbi sul  senso di responsabilità dei nostri parlamentari, visto che «vicino al premier uscente si parla di «guerra» ai traditori, mentre la Lega vuole andare all’opposizione dei “tecnici”» mentre nell’opposizione «Vendola vuole il voto subito, al pari della Cgil della Camusso, e Di Pietro è contrario a un esecutivo che si limiti ad applicare le ricette della Bce». Conclusione? «In Parlamento la maggioranza per l’Europa può esserci sulla carta, ma forse non avrà la forza sufficiente a governare». Il che ci riporta all’ipotesi Monti molto caldeggiata dagli industriali, e quindi dal Sole.
 
Mossa del colle: spunta Monti” è il titolo lapidario de LA STAMPA. Che nel sommario scrive senza preamboli che si va “verso un governo guidato dal professore” e “si lavora a un sostegno che va dal Pdl al Pd”. Secondo gli scenari tracciati da La Stampa si allontana l’ipotesi delle elezioni a gennaio. Bossi non ci sta, se nasce il governo Monti, dice, «sarà bello andare all’opposizione». Per quanto riguarda i mercati, quella di ieri è stata una «giornata choch», secondo la cronaca del quotidiano a pagina 2. A pagina 6 in un’intervista Walter Veltroni definisce «perfetto» Mario Monti a guida di un nuovo governo di transizione, mentre «andare alle elezioni in questa situazione significherebbe stare tre mesi senza governo, una follia».
 
AVVENIRE titola “Napolitano accelera: o governo o voto”. Tre i punti sottolineati. Il primo recita: «i nuovi scossoni dei mercati rigettano l’Italia nella paura. E la politica cambia passo: in tre giorni via libera al ddl (col taglio all’80% dello stipendio agli statali in esubero). Punto due: «Il Colle interviene con una nota per rassicurare i mercati. Poi il blitz sull’economista stimato da tanti». Per chiudere con «Il premier considera l’ipotesi Monti e tratta nella notte un’intesa con Bossi. 30 ex si defilano». In taglio più basso “Nuovo ciclone su Borse e Btp”
 
“Abbiamo un senatore” titola in apertura della prima pagina IL MANIFESTO che per illustrare la notizia scegli l’idraulico Super Mario “eroe digitale dei giochi Nintendo”. Nel sommario che rinvia alle quattro pagine interne sull’argomento di apertura si legge: “Le dimissioni in differita di Berlusconi fanno volare lo spread sopra quota 500. Napolitano interviene a borse aperte per rassicurare i mercati e in serata nomina Mario Monti senatore a vita. Ora il governo tecnico ha un candidato «presidenziale». Bersani sposa il governo di emergenza”. Sempre in prima i richiami sono quasi tutti dedicati alle questioni politico-economiche: da “Tagli a tutto spiano Privatizzazioni obbligatorie” a “Il sequestro della politica”, ma c’è spazio anche all’opposizione “Il Pd nell’angolo del governo tecnico”. Nell’editoriale di Galapagos dal titolo “Rischio contagio” e che esordisce con una dichiarazione di una delle tre agenzie monopoliste mondiali del rating: «Fitch ritiene che i titoli di Stato italiani siano a basso rischio di default» si legge: «(…) Non c’è bisogno di drammatizzare su quello che sta accadendo: il caos è già enorme. In questa chiave è possibile leggere la dichiarazione di Fitch, ma anche quella del ministro delle finanze tedesco o quanto ha mandato a dire uno dei principali fondi di investimento del mondo (…) Non a caso la crisi del debito italiano non rimarrà entro i confini, ma rischia di propagarsi all’estero, a moltissime banche (in testa le francesi) e ai fondi pensione che negli anni scorsi hanno investito in Btp (…)» e ancora «(…) Senza nostalgia per la lira, c’è però da dire che l’euro è stata una camicia di forza per l’economia italiana che in regime di cambi fissi non è riuscita a varare una politica economica di sviluppo (…) accontentandosi di più bassi tassi di interesse e di una inflazione più contenuta (…)» e conclude «La crisi italiana è grave e per uscirne ci sarebbe bisogno di solidarietà europea (…) e non di ultimatum come invece accade. E tutto per l’incapacità del duo Berlusconi – Tremonti che prima dichiarava “l’Europa non ce lo chiede” e ora sostiene “l’Europa ce lo impone”. (…) L’Europa, per dirne una, non ha mai impedito che fosse varata una tassa sulle grandi ricchezze o una patrimoniale, giudicata sempre più necessaria. Potrebbe risolvere moltissimo: rendendo il sistema fiscale più equo e l’evasione fiscale più difficile. Ma a chi interessa?». Impietosa l’analisi politica di Andrea Fabozzi nell’articolo che apre pagina 2 dal titolo “Il Colle guida l’emergenza” in cui nei sommari si sottolinea “Napolitano prima rassicura i mercati: Berlusconi andrà via sul serio e molto presto. Poi promette decisioni rapide. Poi indica già il prescelto per l’esecutivo tecnico. Mario Monti scalda il totoministri”  e “Il Quirinale detta i tempi da stato di guerra. Il parlamento si adegua. Le elezioni spariscono all’orizzonte”. Nell’articolo si legge: (…) Berlusconi convoca vertici su vertici ma assiste impotente allo sgretolamento del suo partito, costruito in un attimo e in un attimo crollato. (…) I traditori di ieri assomigliano già alle avanguardie. È bastato l’annuncio delle dimissioni del capo per scoprire praterie di pensiero autonomo, ieri prima che facesse buio sia Fabrizio Cicchitto che Maurizio Lupi dissentivano dal Cavaliere. Formigoni, Alemanno, Frattini, Fitto sono già nel totoministri (…)» e ancora: «(…) Più forte di tutto è stata la disastrosa accoglienza dei mercati alle decisioni di ieri sera (…) Il cavaliere un po’ dentro e un po’ fuori piaceva solo agli speculatori e terrorizzava il resto dell’Europa. La cancelliera Merkel si è presa lo sfizio di dare il benservito al non amato collega con qualche giorno di anticip, apprezzando le dimissioni di Berlusconi (…)». Economia alle pagine 3 e 4 che si aprono con l’articolo “Verso il punto di non ritorno” e un sommario che spiega: “Il differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi sale alla quota record di 575 punti base. Grecia, Irlanda e Portogallo dopo aver superato questa soglia hanno dovuto far ricorso agli «aiuti» europei”
 
«Blitz dei poteri forti». È il titolo a tutta pagina de IL GIORNALE. Al centro la foto di Mario Monti. Occhiello: «Il voto si allontana». È l’argomento dell’editoriale del direttore Alessandro Sallusti: «Non è quello che sperava Silvio Berlusconi, ma il premier uscente non alzerà barricate per impedire una simile soluzione. Ieri è stato il giorno delle grandi accelerazioni: dello spread, della caduta della Borsa, della legge anti crisi (sarà approvata entro domenica), del panico tra le fila della politica tutta (maggioranza e opposizione). I prossimi giorni,in un modo o nell’altro, saranno quelli della svolta. E che svolta. O subito nuovo governo o elezioni, ha sentenziato Napolitano. E l’unico governo possibile in tempi stretti è un esecutivo di tecnici sostenuto da Pdl, Terzo Polo e Pd. La Lega si è già chiamata fuori, starà all’opposizione, probabilmente in compagnia di Di Pietro. In punta di forma, Mario Monti non è più un tecnico ma, in quanto senatore a vita, un politico. La sostanza però non cambia, si sta pensando a un esecutivo neutrale non volendo Berlusconi in alcun modo accettare di stringere un patto politico con la sinistra per un governo di larghe intese», scrive il direttore. Mentre Vittorio Feltri nel suo commento si chiede: «Borse e Btp vanno ko. Ma il problema non era Silvio?». All’ex commissario europeo, definito «eminenza grigia» è dedicato un ritratto firmato dall’ex dalemiano Fabrizio Dondolino: «Il bocconiano amico delle banche».
 
Titolone in prima “E’ Monti il futuro premier” e approfondimento a pag 3 nel pezzo “L’avvallo al senatore Mario Monti”.  Secondo quello riportato da ITALIA OGGI, l’indicazione dell’ex commissario della Bocconi è venuta da Berlino e Parigi. «Svelata ieri da Mf-Milano Finanza, sulla base delle confidenze dello stesso cancelliere tedesco ad alcuni rappresentanti della finanza italiana. Questi ultimi hanno riferito che la Merkel (forte dell’appoggio del presidente francese di Sarkozy) ha auspicato apertamente e indicato un incarico tecnico-politico per Monti». Nella consueta  “Nota Politica” a pag 2, Marco Bertoncini ritiene improbabile che si andrà a votare. «Il no alle urne proviene da non pochi appartenenti a quella terra di nessuno, sempre più vasta, nella quale si collocano coloro che non si sentono più di maggioranza e quelli che non si reputano appartenenti all’opposizione». Il pezzo si intitola “Non solo le opposizioni si stanno opponendo”.   
 
E inoltre sui giornali di oggi:
 
RELIGIONI & POLITICA
LA STAMPA – “Blair: ‘Dio, l’idea nuova per affrontare la crisi” è il titolo di un colloquio a firma di Gianni Riotta con l’ex premier inglese Tony Blair, a pagina 19 su LA STAMPA. Blair arriva oggi in Italia e dice che se non si considera il fattore religioso non si capiscono molti dei fenomeni politici e sociali del nostro tempo. Sulla crisi: «L’Europa ce la farà se ricorderà il monito del Papa: se il secolarismo è disprezzare la religione il risultato non sarà che violenza e rabbia». Sul Medioriente: «Davvero qualcuno crede che il conflitto fra palestinesi e israeliani sia solo una questione di territori e basta? Non si risolve senza ripartire dalla fede». E così per la primavera araba, «non si può comprendere se non si capisce il ruolo della religione in quel mondo».


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