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Napolitano fa il premier

Il Presidente ha parlato di immigrazione e di cittadinanza agli stranieri

di Lorenzo Alvaro

Mentre Mario Monti parla all’Ue in Italia a fare il Premier ci pensa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è intervenuto sul tema dei migranti dichiarando: follia negare la cittadinanza ai figli di immigrati. Ecco come accolgono questa presa di posizione i quotidiani italiani.  

 

In rassegna stampa anche:
MESSINA
GOVERNO MONTI
RIFIUTI
DISABILITA’

 

Mentre Mario Monti vola a Bruxelles per avviare il nuovo corso con i partner europei, il presidente Napolitano interviene a gamba tesa su un tema molto sensibile: la cittadinanza agli stranieri di seconda generazione. “Napolitano e gli immigrati: «Chi nasce in Italia deve avere la cittadinanza»”, titola il CORRIERE DELLA SERA. «È una follia che bambini nati in Italia non diventino italiani», ha detto Napolitano in occasione dell’incontro con le Chiese Evangeliche, «mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un’autentica follia, un’assurdità». Parole che hanno dato uno scossone all’agone politico. Applausi da Pd («Legiferare con urgenza entro la fine dell’anno», dice Franceschini), Terzo polo e Idv, spaccato il Pdl (Pisanu: «sono assolutamente d’accordo, serve una legge e in fretta»; Gasparri: «No a spallate sulla cittadinanza»), mentre la Lega alza un muro. Calderoli dice che il suo partito è «pronto a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze. Non vorrei che questo diventasse il cavallo di troia per dare il voto agli immigrati». Di «parole ai limiti della costituzionalità» parla Roberto Castelli, mentre più moderato l’ex ministro Maroni: «Nessuna critica al capo dello Stato, anche se non concordo con queste proposte sulla cittadinanza». Dopo il passaggio dell’incarico a Monti, nuova mossa squisitamente politica di Napolitano, che – come sottolinea il Corriere, con la sua uscita “anticipa la mossa del parlamento padano”, che si dovrebbe appunto riunire domenica prossima nel vicentino per lanciare una nuova campagna anti-immigrazione, appunto. Curioso che il Corriere, di fronte a un tema del genere, non sappia dare una fotografia complessiva sul “fenomeno” delle seconde generazioni in Italia, ma si limiti a un pezzo sugli emigranti italiani in sudamerica (??), e a un pastone di Gian Antonio Stella che parte da un aneddoto su un Umberto Bossi (omonimo del senatur) sbarcato nel 1935 a Ellis Island.

LA REPUBBLICA apre con l’intervento del premier a Bruxelles (“Monti alla Ue: l’Italia ce la farà) cui accosta il titolo relativo a “Napolitano: follia negare la cittadinanza ai figli di immigrati”. Una indicazione molto chiara che il presidente della Repubblica ha rivolto al governo per la seconda volta nel giro di pochi giorni. Serve una riforma urgente che introduca lo ius soli. Un’esigenza di civiltà per il Pd, una minaccia per il Pdl (così il governo è a rischio, per Cicchitto: «il governo Monti è nato per occuparsi dell’emergenza economica. Lasci stare il resto» dice Gasparri, che non vede la relazione fra società ed economia). Subito sulle barricate la Lega: «Napolitano sta esagerando» dice dallo scranno di eurodeputato Matteo Salvini, mentre il furbo Calderoli mette le mani avanti: «non vorrei che questa idea altro non sia che il cavallo di troia… per dare il voto agli immmigrati prima del tempo previsto dalla legge». Con Napolitano ovviamente si schierano molte associazioni: dalla Caritas all’Acli, da Anci a Telefono azzurro. Concorde anche il neo ministro Riccardi: “Il presidente ha ragione bisogna ripensare la legge o siamo destinati al declino”. «Ora abbiamo un popolo di bambini che sono figli di immigrati. I nati in Italia giuridicamente stranieri superano il mezzo milione. E i minori residenti sono quasi un milione. Insomma, parlano l’identica lingua, vedono i medesimi paesaggi, vivono la stessa storia, sono legati al nostro mondo. Senza di loro l’Italia sarebbe più vecchia  e con minori capacità di sviluppo». Il commento è di Chiara Saraceno: “Quei ragazzi nel limbo”. «Chissà se il Parlamento, liberato dalla necessità di discutere di provvedimenti di legge ad personam, troverà il tempo e il senso di responsabilità per approvare finalmente norme più civili e lungimiranti», si chiede la sociologa. Rispetto alle «barricate» minacciate da Calderoli, ecco un passaggio de L’amaca di Michele Serra: quelle barricate «se prima non arrivano l’esercito o i carabinieri a spianarle, gliele tiriamo giù noi con la ruspa e poi ci piantiamo sopra il tricolore repubblicano, perché di vent’anni di razzismo organizzato ne abbiamo le balle piene, e di ruspisti ne conosciamo a gogò».

Su IL SOLE 24 ORE un articolo misurato a pagina 22 sull’appello di ieri a concedere la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, con ovviamente le reazioni scomposte della Lega. In taglio medio, la notizia della sentenza del Consiglio di Stato che ha smontato l’emergenza rom decretata da Maroni nel 2008. La nuova ministra dell’Interno Cancellieri ora deve capire cosa fare, perché sicuramente l’atto cancella gli stanziamenti monetari e impedisce ogni nuova decisione in merito, ma non è chiaro se rende nulli anche i nuovi campi attrezzati e tre anni di interventi decisi dai commissari straordinari. La sua prima uscita sarà venerdì a Palermo, ma ha fatto scalpore il suo annuncio di voler ricevere lo stipendio in Bot per aiutare le finanze pubbliche, e l’intenzione di tagliare molte spese. Non è ancora chiaro però che cosa farà con le scorte, il cui numero è aumentato a dismisura negli ultimi anni. Di spalla, un interessante pezzo di numeri sui figli di immigrati nati in Italia: sono circa 570mila su un milione totale di minorenni figli di stranieri.

“Immigrati, Napolitano: ‘Chi nasce qui deve essere italiano’”. Apre con il titolo sulla cittadinanza, LA STAMPA di oggi. Dando subito conto della protesta della Lega: “Faremo le barricate”. Il pezzo di apertura a pagina 4 è una rassegna delle reazioni dei partiti: Udc e Pd schierati con Napolitano, Fli anche con Gianfranco Fini che parla di «ius soli temperato cioè per ragazzi che sono nati in Italia, hanno completato un ciclo di studi e parlano la nostra lingua». Contrari i flachi del Pdl con La Russa che dice che parlare di cittadinanza significa mettere le premesse per la caduta di Monti e Cicchito che, scrive La Stampa, usa toni ricattatori: «Il tema è fuori dall’agenda di governo e fuori anche dai discorsi che ci ha fatto monti. In caso contrario faremo anche noi delle proposte che sono fuori dall’agenda, come la giustizia e le intercettazioni». Ovviamente contraria la Lega, a dir poco. Secondo Calderoli il partito è pronto «a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze», duro anche l’ex ministro dell’Interno Maroni, che parla di «stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione». La Stampa racconta del torinese Mohamed, 22 ani, nato in Italia, che si è visto rifiutare la cittadinanza per il fatto di essere andato in Egitto una sola volta, all’età di 11 anni, per un anno e per difficoltà famigliari.

“Secondo il presidente, è  «una follia» negare ai figli degli immigrati la nazionalità. Il Pd: norma da varare entro Natale, la Lega fa le barricate” spiega l’AVVENIRE  in apertura titolando “«Italiano chi nasce qui»” mentre nel catenaccio si osserva che “ci si divide” uno dei piccoli richiami agli articoli delle pagine 4 e 5 osserva: «Il Pdl avverte: questo è un esecutivo che deve occuparsi di economia così si rischia di farlo cadere». Sempre in prima viene richiamata l’intervista al ministro Riccardi su questi temi che a pagina 4 afferma «Quei bimbi sono parte del nostro futuro» e nel corso dell’intervista osserva « Quello di Napolitano è stato un appello chiaro e molto condivisibile. Il Capo dello Stato non parla solo da presidente della Repubblica, che in quanto tale deve assicurare la coesione nazionale e l’armonia sociale. Ma anche da ex ministro dell’Interno degli anni Novanta: in quel periodo ha conosciuto per diretta esperienza l’immigrazione e ha compreso che non si trattava di un fenomeno passeggero o contingente, ma di qualcosa che avrebbe rappresentato un elemento fondamentale per la vita futura del nostro Paese (…)». e aggiunge «(…) Il presidente della Repubblica vede giusto: ovvero si rende conto come la componente di quei bambini rappresenti una parte del nostro futuro, non tutto il futuro, ma una parte essenziale sì: essi sono necessari perché il nostro Paese non invecchi. Ma non c’è solo il futuro, c’è anche il presente. E allora, credo, che concedere la cittadinanza sia un dovere nei confronti di questi bambini, ma anche un atto di lucidissimo realismo politico. (…)». A pagina 5 parola a Caritas e Acli in un piccolo articolo in falsa apertura, mentre il piè di pagina è riservato alle reazioni “La Lega insorge: così si viola la Costituzione Ma il Pd pronto a una legge prima di Natale”. Nel sommario si legge “Favorevoli le «azzurre» Souad Sbai e Carfagna, come l’intero Terzo Polo. Fini: «Quando ne parlai l prima volta mi diedero del “compagno”… Ma niente automatismi»”

“Figli d’Italia” è questo il titolo scelto da IL MANIFESTO che dedica anche l’editoriale “Una saggia iniziativa” e le prime due pagine del giornale (la 2 e la 3) alla proposta di Napolitano. “«Negare la cittadinanza ai figli di immigrati è un’assurdità». Napolitano chiede al Parlamento una legge per le «seconde generazioni» e assesta un duro colpo all’ideologia leghista. Il Carroccio promette le «barricate»”, sintetizza il sommario. «Poco meno di una decina di anni addietro il manifesto titolò la foto di copertina che presentava un gruppo di immigrati con un “Non ci posso credere!”. Il titolo si riferiva alla imprevista dichiarazione dell’on. Gianfranco Fini sull’opportunità di concedere il voto agli immigrati» ricorda Enrico Pugliese che firma l’editoriale che prosegue «(…) Diverso è il caso della proposta lanciata  ieri dal presidente Napolitano di estendere la cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da famiglie di immigrati (…)» Si ricordano poi gli interventi passati di Napolitano parlamentare, compresa la nota Turco  – Napolitano che «pur zeppa di norme repressive (…) era piuttosto avanzata sul piano delle politiche sociali». E sulle reazioni alla proposta del presidente della Repubblica osserva «(…) Qualche razzista del Pdl si è già unito al coro della Lega, lamentandosi del fatto che si passa dalla nostra tradizione di cittadinanza fondata sullo ius sanguinis a un modello fondato sullo ius soli. Ma siamo nel 2011: “diritto di sangue” (che pure ha caratterizzato alcune improvvide iniziative legislative del repubblichino on. Tremaglia) non suona molto bene. Tanto è vero che nei paesi d’Europa più avanzati, che hanno questa stessa eredità, si va verso un suo superamento, sua pure spesso parziale (…) Un cauto adeguamento a una più civile situazione europea mi pare il senso dell’iniziativa del presidente Napolitano». “Immigrati, il Colle divide la sua maggioranza” titolano le pagine 2 e 3 dove il sommario nota: “Il Pd vuole «portare a casa qualcosa» oltre a ingoiare rospi. E punta sulle divisioni degli avversari. E sulla chiesa». A illustrare gli articoli anche una cartina d’Italia tratta dall’Atlante di Save the Children che illustra la percentuale dei bambini stranieri in Italia. Pagina 3 in particolare viene dedicata a un’ampia intervista agli avvocati Nazzarena Zorzella e Lorenzo Trucco dell’Asgi associazione che è tra quelle che hanno messo a punto i due progetti di legge di iniziativa popolare per i quali si stanno raccogliendo le firme con la campagna “L’Italia sono anch’io”.

ITALIA OGGI si concentra sul ruolo di Napolitano in questa crisi e non solo, compresa l’ultima uscita sulla cittadinanza, con un articolo a firma di Cesare Maffi intitolato: “Irresponsabile, con troppi poteri – Bisogna quindi cambiare la Carta per renderla presidenzialista”. «Giorgio Napolitano ha fornito, in questi giorni, un esempio di governo del presidente tale da far impallidire i ricordi storici di Giuseppe Pella o di Fernando Tambroni, di Carlo Azeglio Ciampi o dello stesso Lamberto Dini. Dalla nomina di Mario Monti senatore a vita, alle preconsultazioni, dall’avvio dell’inusitata precrisi, alle dimissioni preventive pretese e certificate, fino all’opera prestata per le nomine ministeriali, è stato un susseguirsi d’interventi che certo potranno forse restare nell’àmbito delle prerogative costituzionali (come sempre quando si discetta di diritto costituzionale, si trovano sempre esperti e docenti pronti a sostenere qualsiasi tesi faccia politicamente piacere, per assurda che essa risulti), ma che a un osservatore esterno non possono apparire almeno sforzati. Eppoi c’è una serie impressionante di dichiarazioni, interventi, incontri, che sovente rientrano sì nella miglior tradizione dell’acqua fresca delle prediche presidenziali (bisogna agire per il bene comune, costruire è meglio di distruggere, occorre aiutare l’istruzione, la produzione, la cultura, le imprese, i lavoratori, gli studenti, i professori, gli automobilisti, i pedoni, i giovani, i vecchi, le donne, e via elencando categorie in misura tale da far impallidire il ricordo della camera delle corporazioni), ma che spesso suonano come schiette posizioni politicamente schierate. Si può o no essere d’accordo con Giorgio Napolitano sull’invito poco implicito a passare allo ius soli in luogo dello ius sanguinis in tema di cittadinanza; però, il suo intervento di ieri ha rappresentato l’ennesima intromissione nelle competenze e nelle prerogative del Parlamento. D’altro canto, il capo dello Stato ha oggi dalla sua la popolarità, ancor più vasta di quanto disponesse il demagogo Pertini, ed è logico che la sfrutti per operare secondo la propria visione politica. Così come ha fatto, per esempio, in tema di rapporti di lavoro. Così ha fatto mettendo da parte il governo Berlusconi, per edificarne uno nuovo, tutto proprio. In questo caso, gli è andata finora male per le reazioni dei mercati, lontanissimi dal segnare il tracollo dei differenziali sui titoli di Stato vaticinato da politici e analisti di centro-sinistra. Il fatto è che la Costituzione assicura l’irresponsabilità al presidente di una Repubblica non costituzionalmente presidenziale».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

MESSINA
LA REPUBBLICA – Nuovo disastro per il maltempo. Quattro morti nel fango, fra loro un bambino. I paesi più colpiti sono Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. «Un mese fa ci hanno tagliato i fondi per la messa in sicurezza delle zone alluvionate», dice un testimone. «Due settimane fa l’avevamo detto, ci faranno morire, affogare come i cani, finiremo come quelli di Giampilieri, sepolti dalla montagna che ci cadrà addosso», sottolinea una donna.

GOVERNO MONTI
IL SOLE 24 ORE – «Rischio baratro: i fatti o sarà tardi»: ma non doveva cambiare tutto con i governo Monti? Il SOLE l’aveva detto, o perlomeno sperato, ma visti i dati di Borsa e dello spread oggi affida a Fabrizio Forquet l’ennesima articolessa in prima pagina dai toni drammatici. «L’Italia è oggi come ieri sul limite del burrone», ribadisce, «non ha fatto in questi giorni il passo decisivo verso il vuoto, ma non ha neppure guadagnato una zona di maggiore sicurezza. Mario Monti al governo ha portato un dividendo importante di credibilità, ora però servono i fatti». Il perché è semplice: «Chi compra o vende titoli pubblici sui desk di tutto il mondo, del resto, è abituato a giudicare dai fatti. E fino a quando questo Governo non produrrà i primi risultati non ci sarà nessun allentamento nella pressione sui nostri titoli». Quindi, è l’appello finale, Monti deve agire, ma stia attento perché allora «i tanti complimenti e le tante pacche sulle spalle si tramuteranno in maldicenze e in veleni. Sarà allora che dovrà dimostrare di saper giocare la partita».

RIFIUTI
IL MANIFESTO – Richiamo in prima pagina e ampio servizio a pagina sei per il problema dei rifiuti di Napoli “Il piano rifiuti non basta La Ue minaccia sanzioni «Non ci sono più scuse»” titola il richiamo che rinvia a pagina 6 dove accanto all’apertura in cui si osserva che «(…) L’ultimo piano rifiuti versione remix continua a non convincere la Commissione ambiente, ma la scadenza dei termini per i chiarimenti richiesti prima di una nuova condanna, prevista per venerdì, ieri è stata prorogata al 15 dicembre. “CI vorranno almeno 20 anni per smaltire i rifiuti ammassati, è spaventoso – tuonava ieri il commisaario Ue, Janez Potocnik (…)» Sotto l’apertura l’intervista a vicesindaco Sodano secondo il quale la città è “pronta a dimostrare i progressi fatti”, l’articolo titola con un virgolettato «Noi vogliamo gestire direttamente i fondi Ue» e nell’intervista riferendosi al trasferimento in Olanda via nave dei rifiuti afferma «(…) venerdì probabilmente annunceremo l’avvio dell’operazione».

DISABILITA’
AVVENIRE – Richiamo in prima pagina e l’intera pagina 3 dedicata per “la Storia” di Simona Atzori intervistata da Lucia Bellaspiga “Ballo senza braccia la mia danza per Dio” titola il richiamo, mentre a pagina 3 a sfondare su una foto della Atzori impegnata in un passo di danza il titolo recita «Dio mi ha disegnata senza braccia E io danzo per lui». In un box viene segnalata l’uscita del libro della Atzori in cui racconta la sua vita con il titolo “Cosa mi manca per essere felice?”.

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