Welfare

Napolitano: diritti e lavoro evitano il disagio sociale

Il messaggio del Presidente della Repubblica apre la due giorni di Bologna. La storia di Alessio, ragazzo della Fondazione Don Gnocchi che oggi lavora per la Zodiak Active, commuove e racconta di un'opportunità che cambia la vita, soprattutto quella dei colleghi

di Redazione

Sono inziati i lavori della IV Conferenza Nazionale sulla Disabilità di scena a Bologno. In apertura c'è stato il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, letto alla platea gremita della Sala Europa del Palazzo dei Congressi, dalla vice ministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Cecilia Guerra. «Rivolgo un saluto cordiale a tutti i partecipanti della Conferenza e desidero esprimere il più vivo apprezzamento all’Osservatorio nazionale per l’attività che ha svolto in questi anni, la sua opera di monitoraggio è uno strumento fondamentale per fornire elementi conoscitivi necessari a migliorare e mettere a punto interventi adeguati su questi temi». Napolitano ha sottolineato nel suo messaggio come alla prestazione dei servizi sanitari e di cura vada affiancata l’eliminazione degli ostacoli alla mobilità e all’inserimento delle persone disabili nel mondo della scuola e del lavoro. «Il tema del lavoro», ha detto il Presidente, «richiede misure di inclusione efficaci ed è importante che il primo programma di azione italiana tratti di questo tema in modo serio e approfondito, anche in risposta alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea». Napolitano ha concluso il suo messaggio ricordando che «serve maggiore attenzione verso i diritti delle persone disabili per evitare che il disagio sociale si traduca in emergenza come avviene purtroppo in troppi casi. La Conferenza è una preziosa occasione di impegno per questioni di rilevanza sociale. Auguro buon lavoro al ministro Enrico Giovannini, agli organizzatori e a tutti i partecipanti».

Troppo spesso però quando si parla di disabilità e lavoro si rimane sul vago o addirittura si pensa all'inserimento lavorativo esclusivamente in chiave assistenzialista e pietistica. Ecco perchè Fondazione Don Gnocchi lancia l'esperienza di Alessio

La lezione di Alessio

Il messaggio di Alessio ha la forza dirompente delle cose semplici: «Vorrei dire a tutti che se un obiettivo ci appassiona, se un traguardo ci entusiasma, non importa quanto sia difficile da raggiungere… Che sia un passatempo, un hobby, perfino un lavoro, se ci piace certamente non è impossibile».

Alessio ha 22 anni ed è affetto da paraparesi spastica. Da dieci in Fondazione Don Gnocchi, ha frequentato le scuole medie, poi il liceo scientifico e da alcuni mesi ha trovato lavoro in un’azienda dell’hinterland milanese.

«Quando abbiamo ricevuto il curriculum di Alessio», spiega Rita Castagnola di “Zodiak Active”, divisione di Zodiak Media Group, società di produzione televisiva europea, «ed abbiamo letto che tra le sue passioni vi erano le attività con Photoshop e digitali, abbiamo subito pensato che fosse quasi un segno del destino. Tra le nostre attività vi sono anche i servizi di comunicazione digitali alle aziende clienti e in più cercavamo una posizione che avrebbe potuto essere idonea…».

Di lì, il passo è stato breve: «Ho parlato di questa possibilità all’amministratore delegato e, avuto il suo placet, ho coinvolto le colleghe (tante) e i colleghi (pochi) dell’area Finanza per condividere questa scelta, che è stata accolta con favore. La prima volta che abbiamo incontrato Alessio abbiamo notato come gli brillassero gli occhi di fronte ai computer di montaggio delle produzioni televisive e come fosse interessato a tutto quello che è creatività…».

Per Alessio – corso di formazione professionale alle spalle e un’esperienza di tirocinio assistito in un negozio fotografico – è stato il coronamento di un sogno. O anche, per dirla con i termini dei responsabili del Servizio socioeducativo del Centro “S. Maria Nascente” di Milano, il completamento del progetto riabilitativo.

«Sono nato a Clusone, nella bergamasca, nel 1991 – racconta orgoglioso Alessio – e ho vissuto a casa, a Gromo, fino al 2001, quando sono stato accolto in una comunità a Parabiago (Mi). L’anno successivo sono arrivato al Don Gnocchi. Ho frequentato le scuole dell’obbligo al Calasanzio e il liceo “Marconi”. Il mio hobby preferito è suonare la chitarra, ma mi piace anche leggere ed operare al computer. Ora nel curriculum posso scrivere di avere un impiego. Lavoro nel settore amministrativo, aiuto i colleghi a sistemare le fatture, faccio lo schema, in excel, della situazione giornaliera delle fatture e, quando arrivano nuovi dipendenti, realizzo, con Photoshop, le schede di benvenuto per loro».

«Alessio è il nostro “ragazzo benvenuto” – aggiunge Rita -, ovvero colui che si occupa della creazione e realizzazione delle cosiddette “welcome mail”, che permettono a tutto lo staff di prendere coscienza dei nuovi arrivi, di sapere di più delle loro esperienze professionali precedenti e curiosare su notizie più personali, nonché di vedere che facce (serie e buffe) hanno i nuovi colleghi attraverso simpatiche fotografie. Siamo consapevoli che in questo percorso, intrapreso tutti insieme, lo stiamo coinvolgendo in attività amministrative dove impegna la testa, ma non il cuore, che si emoziona, appunto, quando riesce ad aiutarci nelle attività più digitali e dove può mettere in pratica la sua creatività. È comunque un buon inizio, che ci insegna a condividere le sensazioni positive di quando riusciamo ad aiutare un amico a superare un ostacolo, a raggiungere un traguardo per poi affrontare il successivo».

Alessio confessa di essere stato accolto benissimo e di non avere difficoltà in azienda, nonostante le levatacce da… pendolare: «Mi alzo alle 6.30 del mattino, mi preparo e parto alle 8. Alle 9 circa sono in ufficio, fino alle 13. Poi torno al Centro “Don Gnocchi”. È una bella fatica, ma per me è importante poter lavorare fuori, è un bel traguardo per la mia crescita, perché imparo a relazionarmi con gli altri. La cosa che mi piace di più è quando mi danno da fare le schede con Photoshop perché, nonostante sia uno schema prefissato, mi piace molto il programma e così posso mostrare la mia parte artistica».

I colleghi di “Zodiak Active” hanno realizzato un emozionante audiovisivo, che racconta l’esperienza di Alessio e il suo percorso di integrazione in azienda: «Ogni tanto abbiamo il timore di non riuscire a trovare attività stimolanti per lui – conclude Rita -. Vedere tuttavia che Alessio affronta con la stessa positività anche le attività che meno ama, è un grande insegnamento per tutti noi, che talvolta affrontiamo la routine quotidiana lamentandoci, senza vedere i lati positivi di quello che abbiamo e senza metterci il necessario impegno nell’affrontare e superare gli ostacoli ed i nostri limiti. È vero, Alessio ripete spesso che la maggioranza delle colleghe sono donne. Ma certo è un vantaggio: è viziato e coccolato con dolci e dolcetti come meglio non si potrebbe. Ma forse questo doveva rimanere un segreto: i responsabili della Fondazione si erano raccomandati di essere severi con lui…».

In copertina il video che i colleghi hanno prodotto sulla storia di Alessio
 

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