Cultura

Napoli, un’altra giornata di passione

Gianni De Gennaro ha finalmente illustrato il suo piano, ma in decine di Comuni è rivolta. A Giuliano è stato assaltato il municipio, a Marignano il Comune sospende le attività. E a Napoli…

di Redazione

Gianni De Gennaro, commissario all?emergenza, ieri ha detto a più riprese che, se la strada è tracciata (?metter su una pattumiera da 1 milione di tonnellate?), moltissimi sono gli ostacoli. E, dunque, le criticità del piano. Il risultato, se ne deduce, non è scontato anche se chiaro è l?obiettivo; far pulizia, con tutta la determinazione possibile, «entro il 30 aprile». Ma in gioco ci sono moltissimi fattori di instabilità. Eccoli. Primissima criticità, i tempi. Anzi, il tempo che non c?è. De Gennaro ha bisogno di sette-dieci giorni per riaprire le vecchie discariche. Ieri, però, l?emergenza rifiuti ha dimostrato ancora di essere diventata un?emergenza di ordine pubblico ben oltre la protesta episodica. Una situazione che reclama, e senza rinvii, dei segnali apprezzabili. Assalto al municipio Il sindaco di Giugliano, Francesco Taglialatela, è stato ieri aggredito nel suo ufficio, ed è sfuggito da una seconda uscita. La gente, un centinaio di studenti e qualche «anziano», aveva travolto i vigili urbani dopo aver sfondato a calci il portone. Poi è stata guerriglia, come troppo spesso si vede, qui come nel Casertano o nel Vesuviano dove, ciliegina sulla torta, qualche comune non ha manco l?acqua potabile. Tremiladuecento tonnellate di rifiuti abbandonati nelle strade, spiega un giuglianese, «non ti fanno dormire, non ti fanno mangiare, non ti fanno pensare ad altro. E tutti sospettano di tutti». Perfino storici militanti anti-discariche – e questa zona ne è costellata, abusive e legali – sono stati presi a schiaffi. Perfino un?ambulanza – aveva una sirena accesa – è stata presa a calci. Perfino la strada per l?ospedale San Giuliano è stata chiusa con barricate maleodoranti di immondizia. Tutti contro tutti. La giornata In oltre 15 ore di lavoro i vigili del fuoco di Napoli hanno dovuto eseguire 72 interventi per spegnere le fiamme appiccate ai cumuli di spazzatura a Napoli e in provincia. Gli interventi hanno riguardato decine di comuni del napoletano tra i quali Pozzuoli, San Giorgio a Cremano, Quarto, Casoria, Afragola, San Giuseppe Vesuviano. A Napoli, colpita particolarmente la periferia: Secondigliano, Ponticelli, via Gianturco, nella zona industriale. A sentire i sindaci delle zone più colpite l?allarme è uno solo: «non abbiano dieci giorni di pazienza, la situazione è esplosiva». Prova del nove quel che un militante di lunghissima data ha detto ai suoi: «Compagni, è troppo brutta. Abbracciamoci ?sta croce, bisogna aprire ?ste discariche». De Gennaro dice che per dieci giorni ci sosterranno gli impianti regionali, cosiddetti Cdr, che in questa circostanza svolgeranno la funzione di megacompattatori di 6300 tonnellate al giorno. Rifiuti che, almeno, potranno essere parcheggiati in un luogo che non è una discarica a norma. Ne funzionano tre su sette, di Cdr: per un quarto, a Battipaglia, l?esercito lavora alacremente. Ma sa bene, De Gennaro, che il sistema è fragile: e qui si viene ad una seconda criticità, quella di sistema. Se non li si svuota a ciclo continuo, infatti, i Cdr si fermano. La paralisi riprende e con la paralisi, le proteste, picchetti, presidi. Anche oggi, infatti, la giornata è stata caratterizzata dai cumuli di immondizia in fiamme e proteste tra Napoli e provincia. E? l’ennesima giornata di emergenza rifiuti: con 65 interventi dei Vigili del Fuoco, la scorsa notte, e con presidi messi in atto, a Napoli, da studenti e cittadini che protestano per l’immondizia non raccolta. Sono state soprattutto l’area a nord di Napoli e i paesi vesuviani ad essere stati colpiti, la scorsa notte, dai cumuli di immondizia bruciati: ma questa volta anche lo stesso capoluogo partenopeo non è stato escluso. Molti, infatti, i roghi di rifiuti nel centro della città, come a piazza Cavour; altrettanti nella zona della periferia come a Poggioreale, Chiaiano, Secondigliano. Presidi di studenti, invece, in via don Bosco, a Napoli, mentre cassonetti riversati in strada in via Aspromonte a Secondigliano. Proteste nei luoghi individuati da De Gennaro per riaprire le discariche. La protesta dei sindaci Manifestanti che protestano contro la riapertura della discarica di Cava Riconta anche a Villaricca (Napoli) hanno bloccato il traffico con un autobus di linea messo di traverso sulla carreggiata. Sollecitano un incontro urgente con il commissario Gianni De Gennaro per chiedere che la discarica non riapra anche perchè nell’estate del 2006, «a seguito di un sopralluogo dell’allora commissario Bertolaso si accertò la presenza di percolato». I manifestanti fanno inoltre notare che l’invaso di Cava Riconta è a soli pochi chilometri da quello di Settecainate e dal sito di stoccaggio delle ecoballe di Taverna del Re. Insomma «una zona già fortemente gravata». Emergenza è vividamente riassunta nell’abbandono spettrale del centro di Giugliano, 120mila abitanti, terza città campana, ieri pomeriggio. Negozi sbarrati, cassonetti rovesciati, cinque file di blindati sotto il municipio sfondato ed assalito in mattinata. A Villaricca, dove è prevista la riapertura della discarica, ci sono blocchi in località Riconta, mentre anche il centro cittadino è paralizzato. I residenti, con montagne di terra e cassonetti, stanno intralciando il traffico. Proteste anche a Marigliano, dove è previsto un altro sito di stoccaggio. I cittadini non ci stanno a veder riaprire un invaso che ha già procurato danni non solo alle coltivazioni ma anche alla salute di animali e uomini. Blocchi e presidi anche a Melito, Boscoreale, San Giorgio a Cremano, Sorrento, Licola, Pozzuoli e Cercola. Proteste anche nel quartieri napoletani di Secondigliano e di Ponticelli. Qui la mobilitazione è causata dalla richiesta di rimuovere l’immondizia che da settimane giace sui marciapiedi. E se nel napoletano la situazione è drammatica, non migliora né in provincia di Benevento, né in quella di Avellino. Proteste, infatti, sono in corso anche nella zona di Montesarchio e in quella di Ariano Irpino, comuni nei quali il piano De Gennaro prevede l’apertura delle due discariche ormai chiuse da tempo. L?appello di De Gennaro Il commissario di Governo, Gianni De Gennaro, rivolge un appello ai cittadini, a tutti coloro che hanno gia’ iniziato a protestare contro la riapertura di discariche e l’attivazione di siti di stoccaggio e a loro dice: ”Mi affido alla responsabilita’ di tutti anche perche’ eventuali ostacoli allungheranno i tempi e renderanno impossibile riportare alla normalita’ il sistema dello smaltimento dei rifiuti”. ”E’ interesse di tutti avere una normalita’ di sistema”, ha sottolineato De Gennaro e lo ha fatto, non a caso, ad Avellino, dove anche li’, per la discarica di Ariano Irpino e il sito di Savignano, come nelle altre province della Campania, sono partite le mobilitazioni. Cresce, infatti, la protesta nel napoletano contro il piano individuato dal prefetto Gianni De Gennaro per far fronte all’emergenza rifiuti. I cittadini sono scesi in piazza per dire no all’apertura delle discariche sia a Villaricca che a Giugliano, dove è prevista la riapertura di vecchie discariche, sia a Napoli, dove un gruppo di manifestanti ha occupato l’ex Manifattura Tabacchi di via Galileo Ferraris dando vita ad un corteo. Gli abitanti del quartiere Gianturco sono contrari al sito di stoccaggio individuato dal supercommissario per raccogliere l’immondizia sparsa nelle strade di Napoli. I cittadini che lamentano la vicinanza del sito di stoccaggio rispetto alle proprie abitazioni chiedono che all’interno dell’ex stabilimento venga collocata un’isola ecologica per la raccolta differenziata e non uno sversatoio di immondizia tal quale. A Marignano il Comune sospende le attività La sospensione per due giorni di tutte le attivita’ amministrative, un esposto alla procura di Napoli e la costituzione di un comitato di lotta permanente che gia’ da stamattina ha attivato un presidio davanti all’ingresso dell’area dove dovra’ essere allestito il sito di stoccaggio provvisorio. Sono le decisioni prese in una seduta straordinaria del consiglio comunale di Marignano, il comune del napoletano dove finiranno, secondo il piano presentato ieri dal commissario De Gennaro, 98mila tonnellate di rifiuti. ”Quella di De Gennaro e’ una decisione scellerata e poi sappiamo che in Italia, ma soprattutto nel sud, quello che e’ temporaneo diventa definitivo – dice il sindaco Felice Esposito Corcione – Inoltre, noi facciamo una raccolta differenziata che e’ al 50% e come premio ci ritroviamo i rifiuti di tutti coloro che non sanno neanche cosa significa differenziare”.

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