Non profit

Napoli, quel reddito agli sgoccioli

Se ne è parlato al convegno di Retinopera, l'associazione promossa dai cattolici italiani trasversale a tutte le organizzazioni

di Antonietta Nembri

Hanno trascorso un weekend all?ombra del Vesuvio per riflettere, discutere e confrontarsi. Sono i partecipanti alla convention di Retinopera, l?associazione promossa dai cattolici italiani trasversale a tutte le organizzazioni, dal volontariato, al sindacato, alla cooperazione . Un incontro che, per bocca della presidente nazionale, Paola Bignardi, ha scelto appositamente il capoluogo campano. «Napoli diventerà un laboratorio per il paese: il Sud ne ha abbastanza della solitudine in cui è stato abbandonato. è una sfida nazionale e locale, a cui Retinopera vuole rispondere con una mappa di valori grandi e concretizzando nella storia la dottrina sociale della Chiesa, nell?interesse superiore del paese». La scelta di Napoli non è stata casuale. Nella due giorni si è parlato delle esperienze significative della città e tra queste anche del cosiddetto Reddito di cittadinanza. «Dopo che il governo ha cancellato quello minimo di inserimento, sostituito dal reddito di ultima istanza (Rui) che nasceva con il cofinanziamento per quelle Regioni che avessero realizzato interventi a favore dei cittadini. Ma non è successo nulla», racconta Pasquale Orlando presidente provinciale della Acli di Napoli. Il Rui non è mai stato finanziato e la sua non applicazione ha esasperato molti problemi nella città partenopea dove i beneficiari del reddito minimo erano quasi 5mila famiglie. «La Regione Campania ha approvato una legge che ha introdotto il Reddito di cittadinanza. Da mesi sono state predisposte le graduatorie, ma con le sole risorse regionali possono essere aiutate pochissime persone». Orlando ricorda le 35mila domande arrivate, tra le quali c?erano quelle di 18mila famiglie che nel 2004 avevano un reddito con dichiarazione Isee pari a zero. Così solo 4mila famiglie napoletane sono beneficiarie del sostegno. «Se guardiamo questi dati non possiamo non osservare che a Napoli città il 10% delle famiglie ha un reddito inesistente; vivono una povertà reale. Ma non dobbiamo neppure pensare che gli strumenti di aiuto monetario siano tutto. Al sindaco Jervolino abbiamo chiesto, anche a fronte dei tagli di bilancio, di mantenere la stessa cifra dello scorso anno per le politiche sociali, l?assistenza a domicilio, l?aiuto per il terzo figlio», continua Orlando. Nell?emergenza sociale partenopea ci sono però nuove opportunità di impegno per una realtà come Retinopera. «Iniziative di volontariato, di associazionismo capillare: occorre che tutti questi luoghi d?aiuto si mettano in rete per avere una voce e con questa poter entrare nelle politiche sociali», conclude. Anche per questo Retinopera si è data un nuovo appuntamento a Napoli: è quello per la sua convention nazionale del 2007.


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