Cultura

Napoli immorale, cioè l’italia in miniatura

Dopo L’inferno, uscito qualche anno fa, Giorgio Bocca torna a parlare del Sud e dei suoi problemi con questo Napoli siamo noi, tagliente inchiesta sulla città partenopea

di Andrea Leone

Dopo L?inferno, uscito qualche anno fa, Giorgio Bocca torna a parlare del Sud e dei suoi problemi con questo Napoli siamo noi, tagliente inchiesta sulla città partenopea, nel cui inguaribile degrado il giornalista piemontese vede un compendio e un?amplificazione dei problemi italiani.

Bocca ci fa vedere Napoli come un mondo fuori dalla storia, dal tempo e dalla civiltà: il concetto di legge è assente, abusivismo e immoralità sono il solo codice universalmente riconosciuto. Camorra, cementificazione selvaggia, corruzione, infiltrazione della criminalità organizzata in quasi tutti gli aspetti della società, inefficienza, familismo, degenerazione del senso civico, violenza diffusa. La criminalità impera in ogni aspetto della vita, la borghesia colta ne è la passiva complice, e per Bocca la ?napoletanità? è solo un pericoloso risvolto del crimine. Il mandolino e la sceneggiata fanno parte per lui di una cultura del sottosviluppo. Pagina dopo pagina Bocca compila un elenco dell?inferno, ma in questi mali egli vede sempre quelli generali del Paese. La situazione napoletana non è per lui che il caso limite, il momento parossistico di un degrado che coinvolge l?Italia intera, il punto più tristemente alto di una tara nazionale: l?immoralità e la vigliaccheria della classe politica.

Il tono è secco, duro, brutale. Si va dall?allarme allo stupore, dall?indignazione a una constatazione finale dell?apocalisse già avvenuta e non rimediabile; nessuna sfumatura o mezza misura. A Bocca interessano più le cose che le parole, e non concede nulla al bello stile. Sembra un vecchio militare, un viaggiatore sabaudo che attraversa un mondo che gli è incomprensibile ma che non rinuncia a redimere.

Se c?è una obiezione che gli si potrebbe muovere è che la sua analisi rischia talvolta di farsi manichea, in una visione che comprende solo il bianco o il nero. Per tutto il libro è come se Bocca non riuscisse ad abbandonare una sua tesi precostituita, e sperimentasse la realtà non per trovare elementi nuovi ma solo per arrivare a delle conferme, a prove matematiche che lo convincano della sua idea di fondo.

Nonostante questa debolezza, Napoli siamo noi ci appare un libro spregiudicato e onesto, un testo che mette il dito nella piaga e che obbedisce ai principi etici che hanno mosso tutta la carriera del grande giornalista ultraottantenne: il coraggio della verità, la moralità di stampo antico, l?idea di uno Stato italiano finalmente adulto e realizzato.

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