Formazione

Napoli, così i carabinieri aiuteranno gli orfani di femminicidio

Cosa succede solitamente ai figli delle donne ammazzate? Nulla, vengono dimenticati. Da un anno, quattro progetti nazionali finanziati da Con i Bambini puntano a modificare questa situazione. In Campania, Sicilia e Sardegna il progetto Re.S.P.I.R.O ha firmato un protocollo per assicurare agli orfani un intervento in emergenza e una formazione ad hoc per i Carabinieri

di Sabina Pignataro

Cosa succede ai figli delle donne vittime di femminicidio? Chi se ne prende cura? Quasi nessuno. Non appena le sirene della polizia tacciono e i riflettori dei media si spengono vengono trascurati come se fossero figurine di contorno, lo scialbo fondale di un palcoscenico troppo affollato.

A volte i figli apprendono della morte della madre dagli organi di informazione, altre volte la notizia viene loro comunicata dai familiari, loro stessi sconvolti. A volte ai più piccoli viene nascosta la verità, ritenendo, erroneamente, che questo possa proteggerli. Tanti bambini così si ritrovano a vivere all’improvviso in una famiglia monca e colma di silenzi. Lo raccontavano Sara De Carli e Sabina Pignataro nell'instant book “A braccia aperte. Un faro acceso sui figli delle vittime di femminicidio”, (scaricabile gratuitamente dallo store di vita.it a questo link.). «Quando Miriam è uscita dal commissariato, ad attenderla, aiutarla, sorreggerla e abbracciarla non c’era nessun assistente sociale, nessuno psicologo, nessun esperto. Nessun appiglio, sul ciglio del burrone. Nessuno, nemmeno nei mesi successivi».

Quando Miriam è uscita dal commissariato, ad attenderla, aiutarla, sorreggerla e abbracciarla non c’era nessun assistente sociale, nessuno psicologo, nessun esperto. Nessun appiglio, sul ciglio del burrone. Nessuno, nemmeno nei mesi successivi

«Gli orfani restano ancora invisibili – scrivevano De Carli e Pignataro – a causa di una profonda miopia (che talvolta è vera e propria cecità) della politica, e di troppi professionisti (forze dell’ordine, avvocati, giudici, psicologi e assistenti sociali) che ancora non dispongono della formazione, degli strumenti e della sensibilità per comprendere gli effetti della violenza di genere sul mondo emotivo, affettivo e psichico dei figli di queste vittime. Ancora oggi l’esperienza di questi orfani viene derubricata come un’esperienza di tipo esclusivamente individuale, come se la loro condizione dipendesse meramente dalla sfortuna, dal fallimento delle traiettorie di vita dei loro genitori o da una colpa. Come se non ci fosse una dimensione sociale, storica e culturale».

Quattro progetti accendono la luce sulle esperienze degli orfani

Nel 2022 le cose sono un po’ cambiate: sono partiti 4 progetti, finanziati dall’Impresa Sociale con i Bambini, che hanno l’obiettivo di accendere la luce sui vissuti di questi bambini e ragazzi, assicurare ai bambini orfani un intervento in emergenza, definire un modello di presa in carico degli orfani speciali; formare un numero consistente di professionisti e forze dell’ordine. Un anno dopo, siamo andati a vedere cosa è stato fatto nei territori, grazie a questi quattro progetti: Airone nel Centro Italia; S.O.S. Sostegno Orfani Speciali in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; Re.S.P.I.R.O, nelle regioni del Sud Italia e Orphan of Femicide invisible Victims in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia. Un anno di attività non è molto per interventire pressoché da zero su un tema del genere, ma neanche poco: i quattro progetti finanziati hanno imbastito una serie di iniziative che ambiscono davvero a contribuire a rendere migliore la vita di centinaia di ragazzi.
Di questi progetti abbiamo raccontato nell’inchiesta che potete rileggere qui “Numeri verdi e centri dedicati, le prime risposte per gli orfani di femminicidio

Le novità in Campania, Sicilia e Sardegna

Pochi giorni fa un altro passo è stato fatto per la cura e l'assistenza dei cosiddetti orfani speciali, i figli di vittime di crimini domestici, in larghissima parte figli di vittime di femminicidi. È stato infatti siglato a Napoli un protocollo d’intesa tra la cooperativa sociale Irene ’95, ente capofila per l’Italia meridionale del Progetto Re.S.P.I.R.O (Rete di Sostegno per Percorsi di inclusione e Resilienza con gli Orfani speciali) e il Comando Legione Carabinieri Campania.

Il protocollo prevede la possibilità, in accordo con la magistratura ordinaria, di assicurare ai bambini orfani un intervento in emergenza secondo una procedura già sperimentata dal gruppo di progetto, di definire un modello strutturale di presa in carico degli orfani speciali; la possibilità di prevedere specifiche attività di formazione e aggiornamento su questo delicato fenomeno per il personale dell’Arma dei Carabinieri.

«Con il progetto sosteniamo reti locali di prossimità, che vadano al di là dei servizi sociali specifici e coinvolgano gli insegnanti, i genitori dei compagni, gli allenatori sportivi, l’oratorio, condividendo con loro le modalità per riaccogliere il bambino dopo l’evento tragico e le strategie psicoeducative», spiega Fedele Salvatore, presidente della cooperativa sociale Irene ’95 di Marigliano (NA) capofila del progetto RE.S.P.I.R.O., operativo in Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Nel concreto il progetto lavora su quattro macro aree: presa in carico dei minori orfani, sostegno alle famiglie affidatarie, formazione degli operatori, prevenzione e sensibilizzazione.

In Sicilia, è partito nel mese di aprile il percorso di formazione per tutti gli operatori del progetto Respiro. Le tematiche trattate vanno dalla violenza di genere, alla violenza assistita fino agli interventi a supporto degli orfani di femminicidio e dei loro caregiver. (qui le info). Un protocollo simile era stato siglato prima di Natale presso la sede del Comando dei Carabinieri di via Sonnino a Cagliari (qui le info)

Il 20 novembre è andato online Respiro, il podcast ideato da Terre des Hommes e scritto da Roberta Lippi (qui il trailer), che in 6 puntate con grandissima delicatezza racconta storie degli orfani di femminicidio e delle famiglie che si sono prese cura di loro: lo fa evitando sensazionalismi, affinché si possa ridare il giusto peso alla loro drammatica esperienza e comprendere l’importanza che ha prendersi cura, da subito, di chi resta.

Femminicidio: i numeri continuano a salire

Sono 108 gli omicidi, con 38 vittime donne nel 2023 di cui 34 in ambito familiare o affettivo. Questi sono i dati del Viminale che comprendono anche il femminicidio aggiornati al 2 maggio. Sono dati che, dopo questo fine settimana tra il 6 e il 7 maggio, vanno nuovamente aggiornati.

«Di fronte al preoccupante aumento del numero di femminicidi, osserviamo il silenzio del Governo che ignora il fenomeno della violenza maschile alle donne. Stiamo assistendo da tempo alla neutralizzazione e al depotenziamento di fatto dei centri antiviolenza.” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. “Non abbiamo sentito parole di sostegno e vicinanza da parte delle istituzioni davanti all’incremento dei numeri, né abbiamo letto i programmi che questo Governo intende attuare per contrastar la violenza. I fenomeni non spariscono grazie al silenzio: quali sono le proposte del Governo?»

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