Formazione

Napoli, 2100 minori senza centri polifunzionali e 1200 lavoratori in sospeso

Comune e Regione ritardano gli stanziamenti: dall'inizio dell'anno scolastico bambini e ragazzi a rischio non hanno il servizio di accoglienza pomeridiana. L'appello di Lucio Pirillo (Uneba Napoli) a De Magistris e De Luca: «serve più attenzione»

di Redazione

È ancora più incerto il presente per più di 2100 studenti di Napoli. Non bastano le fragili situazioni economiche, sociali e famigliari in cui questi bambini e ragazzi crescono: ci si mettono anche le incertezze della politica, che tentenna e resta distante anche quando avrebbe sotto mano un'efficace strumento di lotta alla dispersione scolastica come i centri polifunzionali.

«In questo inizio d'anno scolastico vogliamo sollecitare il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e le loro giunte ad un'attenzione ancora maggiore alle politiche per i minori a rischio», è l'appello del presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo. E' voce di una quarantina di centri per minori associati ad Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale), che si occupano di accompagnare i minori napoletani a scuola e poi offrire loro attività, attenzione e un ambiente educativo sicuro.

«Il Comune di Napoli aveva garantito l'avvio delle attività postscolastiche con i minori a rischio dal 22 settembre circa. Lo avevano confermato ad Uneba l'assessore al sociale Roberta Gaeta e il presidente del consiglio comunale Raimondo Pasquino. Invece ancora non sappiamo quando sarà possibile iniziare. Manca certezza sul necessario impegno di spesa. Malgrado i centri Uneba abbiano già accettato una cospicua diminuzione delle rette».

La stessa incertezza, o anche peggiore, nella situazione con la Regione. «Non è arrivato il contributo della Fondazione Banco di Napoli per l'Assistenza all'Infanzia necessario per avviare l'attività con un altro gruppo di minori. Peggio: dalla Fondazione non abbiamo ricevuto alcun segnale».

I minori cui Comune dovrebbe garantire la frequenza ai centri sono 1300, per Fondazione Banco Napoli 800. Quindi in tutto 2100 minori che ad oggi, dopo la scuola letteralmente non sanno dove andare. Perché senza i contributi, salta la gran parte dell'attività dei centri polifunzionali, anche se qualche ente ha aperto lo stesso, sobbarcandosi i costi, pur di non lasciare i minori in situazione a rischio. Anche perché chi non frequenta il centro polifunzionale il pomeriggio spesso finisce per non frequentare più neanche la scuola la mattina, aggravando la piaga della dispersione scolastica.

A pagare le conseguenze della situazione sono anche le più di mille persone che nei centri, al servizio dei minori, ci hanno lavorato e vorrebbero lavorarci. Ma ora sono in attesa e sono in sospeso, e i loro enti datori di lavoro non possono prendere alcun impegno.

E se per 2100 minori il presente e il futuro sono incerti, per molti loro compagni di classe o di giochi va peggio. Molti più di 2100 infatti sono i minori che hanno chiesto un posto ai centri polifunzionali. Ma nell'ultimo quinquennio sia Comune che Regione hanno ridotto il loro investimento sui giovani e tagliato il numero di assistiti nei centri Uneba.

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