Mondo

Nairobi: Petrella, “il Forum è morto, viva Nairobi”

Il bilancio di Riccardo Petrella, membro del Consiglio internazionale del Forum sociale mondiale sull'edizione africana appena conclusa

di Joshua Massarenti

Da Nairobi ? Il Forum sociale mondiale si è ufficialmente chiuso con la maratona organizzata in mattinata tra lo slum di Korogocho e Uhuru Park, nel cuore della capitale keniota. Al cospetto del clima festoso che sta accompagnando l?ultima giornata di questa edizione africana, per i protagonisti del movimento altermondialista istituito nel 2001 a Porto Alegre, è già tempo di bilanci. Alla luce delle contestazioni che sono emerse durante i quattro giorni di dibattiti tenutisi al Kasarani Stadium, l?impegno è per lo meno ingrato. Al caos organizzativo, ieri si è aggiunto la rabbia degli abitanti delle periferie di Nairobi rimasti ?esclusi? dal Comitato organizzatore locale del Forum. Di fronte a tale ingiustizia, c?è chi non riesce a darsi pace. Nella hall dell?Hotel Hilton, Riccardo Petrella sa come nascondere la propria rabbia. Tra una pacca sulle spalle e strette di mano ai delegati della comitiva italiana, colui che viene considerato tra le personalita' piu' influenti del movimento altermondialista appare sereno. In realta', non fai nemmeno in tempo a uscire dalla propria tasca penna e taccuino, che Petrella e' gia' un fiume in piena. ?Ma come si fa ad accogliere uno stand della Banca mondiale? E poi questi rappresentanti delle multinazionali dell?acqua, che cosa ci facevano al Forum??. Per l'autore del "Manifesto per l'acqua" e membro del Consiglio internazionale del Forum sociale mondiale, la sentenza e' senza appello. ?Questo Forum non ha risposto allo spirito originario di Porto Alegre, il che mi fa pensare che da un certo punto di vista il Forum è morto a Nairobi". Ma poi scopri che "nel contempo, questo spirito rimane vivo?.

Vita: Professore, lei si diverte con le contraddizioni?
Riccardo Petrella: No affatto. Partiamo dal primo spunto. Nel cuore della struttura, proprio attorno allo stadio, la Banca mondiale è stata autorizzata a tenere uno stand con tanto di pubblicazioni e linee-guida per fuoriuscire l?Africa dalla povertà. Pari modo, c?è un hotel in cui si sono organizzati degli incontri in cui erano presenti dei responsabili di multinazionali dell?acqua. Non mi sembra che queste presenze rispettino la Carta dei principi del Forum. Coloro che hanno fondato il movimento a Porto Alegre sono contro le politiche della Banca mondiale. Secondo esempio: ieri si è tenuto un seminario importante sulla cooperazione transfrontaliera sui fiumi in Africa. Il dibattito era organizzato da tre organizzazioni africane con l?aiuto della Sweedish agency for international cooperation. Il tema era la cooperazione sull?acqua nel contesto di un?economia di mercato. Ora noi non abbiamo messo in piedi un movimento per discutere il modo con cui costruire un futuro migliore all?interno di un?economia di mercato. Questo mercato non può essere il nostro quadro di riferimento ottimale per la cooperazione Nord-Sud del mondo. Quindi perché gli organizzatori hanno autorizzato questo genere di iniziative?

Vita: Ma allora perché Viva Nairobi?
Petrella: Come al solito, il Forum è stato un grande miracolo disorganizzativo. Convinti di accogliere 80mila persone, gli organizzatori hanno deciso di mettere in piedi oltre un migliaio di seminari. Non soltanto la partecipazione agli workshop è stata bassa ? ho visto incontri in cui c?erano quattro gatti -, ma l?affluenza al forum è stata nettamente al di sotto delle aspettative. Si parla di 40mila partecipanti, sballottati qua e la in seminari i cui luoghi e orari erano errati due volte su tre. A fronte di tale fragile gigantismo, è nata l?auto-organizzazione. Di punto in bianco, si sono formati al di fuori dello stadio dei gruppetti che hanno promosso seminari del tutto nuovi. Così, in maniera spontanea, finendo per capovolgere completamente l?agenda del Forum. Sono quindi queste le riunioni che hanno preservato lo spirito del Social Forum. Ecco perché dico ?Viva Nairobi!?. Con l?auto-organizzazione, non c?è diktat che tenga. Qui non siamo al World economic forum di Davos, qui non c?è una linea strategica chiara e precisa che detta le leggi del mercato. Per quanto mi riguarda, preferisco le contraddizioni del movimento. Devo ammettere che tra le cose che mi hanno più colpito sono state le riunioni in cui gli africani hanno escluso i bianchi. Non per cattiveria, ma semplicemente per far capire che se il Forum intende organizzare una rete africana, allora dapprima si organizzano tra loro, poi si confronteranno con gli altri. Ed ecco spuntare un?altra contraddizione del Forum. Gli organizzatori hanno invitato gli africani a partecipare numerosi, ma poi hanno fissato il costo della partecipazione a 500 scellini, l?equivalente di due settimane di salario per un abitante degli slum di Nairobi. Ma come, parliamo di povertà ed escludiamo i poveri?

Vita: C?è chi ha sollevato problemi di sicurezza?
Petrella: Questo è un alibi. Purtroppo, gli organizzatori hanno finito per copiare il modello organizzativo del Forum economico di Davos, cioè chiudere la porta in faccia ai poveri. Per quelli che poi sono riusciti ad entrare, chi aveva sete doveva pagarsi una bottiglia di acqua minerale da 50 scellini l?una, cioè un ventesimo di stipendio. Ora ricordo che al Forum di Mombai, gli indiani avevano predisposto delle fontane pubbliche che a Nairobi non ho viste. In realtà, è stata tutta una questione di soldi. Il comitato organizzatore doveva rientrare nelle spese, e così ha dato il via al monopolio dell?acqua e delle telecomunicazioni con Celtel, la compagnia telefonica panafricana.

Vita: A questo punto il Forum non ne esce tanto bene.,.
Petrella: Non sono d?accordo. Ci sono molti parametri per valutare un Forum di questo genere. Organizzarlo non è stato per nulla facile. Malgrado tutto, il Forum ha dimostrato che c?è un pezzo d?Africa assetata di giustizia sociale, non di sguardi occidentali miserabilisti. A Nairobi, la società civile africana ha avuto modo di ribadire che il diritto alla vita appartiene a loro, non a quei governi corrotti che l?Occidente sostiene. Secondo: abbiamo toccato con mano fino a che punto le donne sono una voce importantissima in Africa. Infine il Forum ha messo in evidenza la tragedia dei contadini africani, espulsi dalle loro terre, poi dalle città, per finire nel tentativo di sbarcare in Europa.

Vita: C?è chi ha evidenziato la partecipazione scarsa, sebbene maggioritaria, della società civile africana?
Petrella: I contadini e i movimenti associativi del mondo rurale africano sono stati i grandi assenti del Forum. Eppure da loro dipende il futuro dell?Africa. Questo è uno dei veri punti neri di questa edizione.

Vita: Ma allora questo forum che cosa ci lascia?
Petrella: L?edizione di Nairobi rimarrà nella storia perché ha permesso agli africani di riaffermare il diritto di essere soggetti di storia. Secondo punto fondamentale, Il Forum africano ci ha riproposto la criticità dei rapporti tra i cittadini, i movimenti sociali e i governi. Su questa scia, nessun continente come l?Africa è in grado di evidenziare lo scarto abissale che sussiste tra i diritti delle persone e l?assenza di risposte da parte delle istituzioni. Così si affermano le guerre, la povertà, le violazioni continue dei diritti umani.

Vita: C?è un ultimo punto sul quale è necessario soffermarsi: la capacità del Forum sociale mondiale a fare rappresentanza. Alcuni si aspettavano una svolta in cui da una fase d?accusa nei confronti delle multinazionali, dei governi corrotti, etc., il Forum potesse passare a una fase propositiva. Nel contempo, parte della società civile africana rimane convinta che il Forum ha per vocazione quella di creare reti. Qual è la sua opinione?
Petrella: E? dal terzo Forum che vado a sostenere la necessità di identificare dei campi dove i rappresentanti delle reti che compongono il movimento si danno degli strumenti per agire insieme. Ogni rete mondiale deve dare il proprio contributo su quattro o cinque grandi temi su cui lavorare in maniera coordinata. Noi del Comitato mondiale dell?acqua saremmo così pronti a dare il nostro contributo su temi apparentemente estranei al nostro impegno.

Vita: Ma questi temi non appaiono nelle conclusioni del Forum?
Petrella: Purtroppo no. Ci sono stati ventuno riunioni organizzate per sotto-temi ? si va dal debito alle donne, passando per la pace, il commercio internazionale, l?acqua, e così via -, ma sono a venuti a mancare quattro o cinque grandi impegni su cui lavorare. Poi, ogni gruppo avrà fatto le sue proposte, ma non basta.

Vita: Che proposte sono sbalzate fuori dalla sua sezione?
Petrella: Nel 2008, le Nazioni Unite commemoreranno il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell?uomo. Bene, da qui al 2008 abbiamo tracciato un percorso che intende equiparare in sede Onu l?accesso all?acqua a un diritto umano. Questo diritto è per ora riconosciuto soltanto da quattro paesi, tutti sudamericani. Poi c?è la Germania, che di recente ha chiesto alle Nazioni Unite di nominare una persona incaricata di identificare il modo con cui concretizzare il diritto umano all?acqua. Se si pensa che nel mondo 1,2 miliardi di persone sono privi di acqua potabile, bene considero questo obiettivo fondamentale.

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