Famiglia

Nairobi: Lotti, ”successo straordinario, ma manca la comunicazione”

Il Presidente della Tavola della Pace, Flavio Lotti, traccia un primo bilancio del settimo Forum sociale mondiale a Nairobi

di Joshua Massarenti

Da Nairobi (Kenya) – Flavio Lotti lascia Nairobi allo stesso modo con cui l’aveva raggiunta una settimana fa: il bagaglio e’ sempre quello, pieno di speranza, ma c’e’ anche la conferma che, dopo cinque giorni di dibattiti fittissimi e un caso indescrivibile, la macchina del movimento altermondialista corre piu’ che mai il rischio di incepparsi. Certo, rimane il segno indelebile di ”un’esperienza umana straordinaria”, cosi’ come il ”Forum e’ stato un’occasione unica per gli africani di confrontarsi fra loro, talvolta senza gli occidentali. Certo poi le polemiche non sono mancate, prima fra tutte l’esclusione degli abitanti degli slum dal Forum. Rimane pero’ il fatto che Nairobi segna un punto di non ritorno per il Forum. Questo punto riguarda le modalita’ con le quali i promotori della piu’ grande sfida politica e morale mondiale dell’ultimo decennio – riassunto nello slogan ”Un’altro mondo e’ possibile” – intendono veicolare le loro idee, i loro sogni, le loro porposte al mondo. Allo stadio Kasarani, c’e’ chi sommerso nel caos organizzativo, rimaneva convinto che ”non ci puo’ aspettare altro dal Forum che un’allegra confusione”. Una confusione in cui tutti hanno diritto di parola, in modo assolutamente paritario. Sulla carta (magari anche sul principio), si puo’ concordare. Ma poi scopri che nell’ultimo giorno clou della manifestazione, e cioe’ quello in cui i partecipanti erano chiamati a formulare proposte concrete e un’agenda politica chiara, quella stessa ”allegra confusione” ha fatto di nuovo la parte del leone, lasciando il compito ai giornalisti di inventarsi un improbabile bilancio complessivo. Se molti denunciano un Forum sociale mondiale in perdita di credibilita’, allora i vari Flavio Lotti, Sergio Marelli, Riccardo Petrella, Vittorio Agnoletto per citare solo i ”leader” nostrani, dovranno riflettere seriamente sull’abisso che si e’ creato tra l’incapacita’ del movimento altermondialista a formulare un’agenda politica chiara e concisa riguardo le principali battaglie da portare avanti e l’indifferenza crescente dei mass-media, e quindi dell’opinione pubblica, stanchi di essere confrontati a slogan, idee e lotte presentate in maniera confusa. La posta in gioco e’ maledettamente importante, tanto piu’ per chi, a Nairobi, ha partecipato a incontri di grandissimo interesse e da cui si evince che le problematiche sociali, politiche, ambientali e economici discussi allo Stadio Kasarani sono decisive per il futuro del pianeta. ”Se non superiamo questo scoglio” ammonisce Flavio Lotti, ”saremo votati a fallimenti irreparabili”.

Vita: Con quali sentimenti lascia Nairobi?
Flavio Lotti: Di fronte a un evento così straordinario, si esce cambiati. Da un punto di vista politico, è stato un grande successo. Eppure, eravamo confrontati a una scommessa difficilissima: costruire in Africa un forum che fosse un punto di incontro per tutti gli africani e loro organizzazioni, senza peraltro le interferenze degli occidentali che si fanno sentire anche quando sono armati di buone intenzioni. Altro fatto di assoluta importanza per il proseguimento del Forum sociale mondiale è che qui, a Nairobi, non si soltanto parlate dei poveri. Dalla marcia inaugurale promossa dalle periferie agli workshop che si sono svolti negli slum di Nairobi, siamo riusciti a dialogare assieme ai più poveri dei poveri. Quindi mi auguro che questo sia un punto di non ritorno. Dobbiamo smettere di parlare dei poveri ignorandone le condizioni e soprattutto le loro pratiche.

Vita: Una volta tornati in Italia, che tracce lascerà il forum,?
Lotti: Sono tracce profondissime. Ci sono davvero tantissimi piani d?azione sui temi più diversi, dai diritti fondamentali come l?accesso all?acqua, alla terra, al cibo, alla salute; il commercio, le guerre e la pace, in Africa innanzitutto ma anche in Medioriente. Poi c?è il grande impegno sull?informazione, un tema decisivo per ognuno di noi. Infine, c?è la necessità di esercitare una forte pressione sul governo italiano affinché metta in atto promesse che tardano ad arrivare.

Vita: Ma per il 2007, ci sono temi su cui volete impegnarvi in maniera particolare rispetto a quanto è emerso a Nairobi?
Lotti: Ce ne sono talmente tanti che abbiamo deciso di raccoglierli in una sorta di memorandum che racchiuda in futuri piani d?azione. Qui abbiamo lavorato su molti temi e tutti hanno avuto un?importante cittadinanza. Quindi è difficile dire che uno avrà precedenza sull?altro. Ci saranno ovviamente le emergenze a determinare un certo tipo di agenda, ma ci sarà poi un lavoro continuo sulle problematiche appena menzionate che non verrà mai interrotto, e sarà quello che produrrà sul lungo termine il cambiamento maggiore. Per quel che ci riguarda, la prosecuzione della marcia Nairobi-Perugia-Assisi sarà il veicolo sul quale caricheremo le montagne di proposte e di idee che qui abbiamo raccolto.

Vita: Lei ha parlato dell?importanza cruciale dell?informazione nel veicolare presso l?opinione pubblica i vostri impegni. Non crede che la vastità dei temi di cui siete portavoce rischia in qualche modo di confondere i media, e quindi la stessa opinione pubblica?
Lotti: Questa critica è totalmente giustificata. Per come viene concepito e organizzato, credo che da alcuni anni il Forum non sia più in grado di comunicare nulla. Questo spiega il progressivo disinteresse dei grandi mezzi di comunicazione. C?è poi sempre da ricordare che esiste una comunicazione indipendente molto importante che continua a svolgere in maniera crescente il suo ruolo. Ma il problema politico resta. Più volte ho sollevato la questione all?interno del Consiglio internazionale del Forum, ma purtroppo su questo punto c?è una scarsissima sensibilità dovuto ad un eccesso di autoreferenzialità. Se non superiamo questo scoglio, a mio avviso decisivo, saremo votati a fallimenti irreparabili.

Vita: La presenza al Forum di entità come la Banca mondiale che voi stesso combattete ha spinto Riccardo Petrella a denunciare la morte ideologica del Forum. Qual è la sua opinione?
Lotti: Questo tipo di decisioni non sono state prese dagli occidentali, ma bensì dal Comitato organizzativo locale, e cioè i kenioti. Fanno parte di un processo di crescita della società civile africana che ha le sue proprie contraddizioni. Il fatto poi che lo facciano gli africani non ci deve spingere ad assolverli, il tipico spirito di buonismo che nutriamo nei loro confronti sarebbe controproducente. Anzi, è nostro dovere riflettere assieme a loro sugli errori commessi. Ma questa riflessione va inserita in un quadro più complesso all?interno del quale è doveroso riconoscere che ognuno di noi è portatore di contraddizioni. Nonostante le difficoltà incontrate, chiederemo agli africani di organizzare il prossimo Forum sociale mondiale previsto nel 2009 in Africa, con un impegno maggiore da parte loro, ma anche da parte nostra.

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