Mondo

Myanmar/3: la svolta dell’Asean

L'Associazione delle nazioni del Sudest aasiatico esprime la sua "revulsione" per quanto accade nel Myanmar. Una presa di posizione che potrebbe essere decisiva per porre fine alla crisi birmana

di Joshua Massarenti

L’Associazione delle nazioni del Sudest aasiatico (Asean) sean) ha esortato il regime birmano di porre immediatamente fine al ricorso della violenza contro l’opposizione e espresso la sua “revulsione” per le vittime della repressione lanciata dalla giunta militare. Riuniti a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i ministri degli affari Esteri del gruppo regionale, di cui Myanmar è paese membro, “esigono” che il regime di Than Shwe “cessi immediatamante” di ricorrere alla violenza contro i manifestanti.

Secondo gli osservatori, l’intervento dell’Asean, nota per le sue posizioni estremamente moderate nei confronti di Myanmar, potrebbe rivelarsi cruciale per convincere la giunta militare a cambiare radicalmente strategia politica. Secondo il singaporese, George Yeo, gli Stati asiatici considerano che la crisi attuale sta danneggiando la “credibilità” dell’associazione nei confronti del mondo.

Primo segno tangibile di questa svolta è la visita che si appresta a fare nel Myanmar l’emissario speciale dell’Onu, Ibrahim Gambari. Giunto a New York senza la certezza di poter ottenere il visto birmano, Gambari domani per il paese asiatico.

Intanto dalla Birmania giungono nuove, pessime notizie. Secondo quanto ha dichiarato l’ambasciatore dell’Australia a Yangon, Bod Davies, sulle onde della radio australiana Abc, il numero di persone uccise nelle recenti manifestazioni è molto più elevato rispetto a quanto sostiene il regime birmano. Le cifre ufficiali parlano di dieci morti, ma secondo l’ambasciatore australiano “dei testimoni hanno affermato di aver visto un numero molto più consistente di corpi sul luogo delle manifestazioni che si sono svolte ieri nel centro di Rangoon”. Il che significa che il numero di persone uccise è “superiore di qualche decina di vittime rispetto alla cifra fornita dalle autorità”.


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