La casa è la “delizia del welfare”, ma può diventarne anche la croce. Pare che i problemi abitativi siano solo per chi l’abitazione non ce l’ha, ma non è così. Ci ha pensato anche l’Auser di Firenze che ha lanciato un progetto in grado di rispondere ad una pluralità di bisogni sociali, trasformando le criticità in soluzioni. Si chiama Abitare Solidale ed è portato avanti insieme al Comune di Firenze, ad altri enti pubblici e all’associazione Artemisia. L’idea è semplice ed innovativa, nasce dal dialogo con le variegate istanze sociali e con la pluralità di bisogni collegati al tema dell’abitare.
Consiste, in estrema sintesi, nel mettere insieme le esigenze di chi non può permettersi mutui o affitti troppo alti con quelle di chi, pur vivendo in un appartamento di proprietà o in locazione, non è più in grado di gestirne costi e manutenzione. Sono 32.000 secondo l’Auser, nella sola Firenze, le persone che vivono in case sovradimensionate e il fenomeno è in crescita insieme all’aspettativa di vita e il rischio di perdita di autosufficienza da parte dell’anziano.
Abitare Solidale propone coabitazioni fondate sul principio del mutuo-aiuto, senza fondarsi su accordi economici, ma solo sui valori della solidarietà e della reciprocità.
“Entrambe le parti -racconta il vulcanico Gabriele Danesi dell’Auser-, proprietario e ospite, si impegnano a sostenersi ed aiutarsi a vicenda secondo una logica solidale che li fa divenire da soggetti deboli a protagonisti di un nuovo concetto di welfare di comunità. Per far si che le convivenze attivate siano valide, il progetto si avvale di un team composto da professionisti e volontari, e di procedure complete: dagli incontri di conoscenza tra i futuri coabitanti, sino alla stesura del Patto Abitativo, una sorta di Carta della buona coabitazione, elaborata dalle parti in base alle reciproche esigenze (e per questo tanto più calzante con i loro bisogni), che costituisce la base fondamentale del rapporto. Il tutto, dopo un periodo di prova per rodare le dinamiche relazionali sul campo, viene ufficializzato dalla firma del Comodato d’uso Gratuito d’immobile”.
Nonostante le molte perplessità –chi non avrebbe dubbi su soluzioni simili in un Paese in cui l’uso privato dei beni è diventato un moloch cieco che fa perdere tante opportunità in ogni campo-, il progetto sta avendo un clamoroso successo: 320 segnalazioni e 58 coabitazioni attivate per un totale di 240 persone coinvolte tra anziani, famiglie, soggetti in difficoltà, giovani, donne vittime di violenza. Ed è pronto ad essere replicato in altri territori d’Italia. Abitare Solidale è stato anche selezionato dalla Comunità Europea nell’ambito del progetto InnoServ Project tra i migliori e più innovativi interventi europei in ambito sociale che saranno studiati per costruire nuovi modelli di welfare.
Sostituire il mutuo al mutuo-aiuto è possibile.
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