Economia

Mutui, consumatoribandate all’attacco

La grande crisi/2 Il punto di vista di Alberto Martinelli

di Redazione

«Tutte le banche hanno un grande bisogno di liquidità, devono riconquistare la fiducia, il momento buono per fare pressione…»
« L e banche devono convincere i risparmiatori a continuare a concedere loro fiducia. È il momento da parte dei titolari dei mutui per fare pressione da una posizione di minor debolezza…». Un ottimismo ragionevole, quello di Alberto Martinelli, docente di Scienze politiche alla Statale di Milano, che aggiunge: «La crisi può essere l’occasione per ripensare lo sviluppo, ma perché succeda sono necessarie strategie concrete».
Vita: Quali per esempio?
Alberto Martinelli: Sarebbe sbagliato inseguire una crescita a prescindere; va elaborato uno sviluppo più rispettoso dell’ambiente, più attento alla sicurezza e al lavoro. È necessario che i governi varino politiche fiscali capaci di premiare le imprese più virtuose. Il mercato è un’istituzione di grandissima importanza ma non si autoregola: da qui il ruolo degli esecutivi che possono usare questa fase per politiche ambientali, di valorizzazione del capitale umano, per favorire la ricerca, oltre che per esercitare il controllo. Lo Stato non deve tornare imprenditore: deve vigilare senza commistioni con chi si occupa della gestione.
Vita: I cittadini temono di essere i soli a pagare il conto…
Martinelli: Aumenterà il debito pubblico, non credo le tasse. L’incremento del debito sposta comunque il costo sulle generazioni future.
Vita: E i piccoli risparmiatori vanno sostenuti?
Martinelli: Sì, ma attenzione. Ci sono investitori con pretese assurde: s’impegnano in operazioni ad alto interesse, senza pensare a che a un alto interesse corrisponde un alto rischio. Se le cose vanno bene incassano, altrimenti chiedono di essere indennizzati… Senza dubbio vanno perseguite le responsabilità precise, ma non possiamo rimproverare chi un anno fa consigliava di investire in Lehman Brothers: nessuno pensava sarebbe fallita.
Vita: Lehman ha investito molto nella responsabilità sociale d’impresa…
Martinelli: Un comportamento virtuoso completamente annullato dal fatto che dall’altra parte sapevano di avere titoli tossici ad altissimo rischio. La Csr può essere azione di cosmetica…
Vita: Quale spazio alla Csr nel capitalismo sostenibile che sta delineando?
Martinelli: Il fine primario dell’impresa resta il profitto, altrimenti non regge la concorrenza, ma non va assolutizzato. Le imprese socialmente responsabili spesso hanno performance migliori, dato che possono avvalersi di quella risorsa intangibile che è la fiducia.
Vita: Che è il problema attuale delle banche. C’è la possibilità che ripensino il rapporto con la clientela?
Martinelli: Spero di sì. Sono cambiate negli ultimi anni. Si sono rafforzate. E le italiane sono in genere meno coinvolte in queste operazioni dubbie, ma fanno spesso pagare alla clientela costi superiori agli altri istituti europei.
Vita: Potrebbero smettere di ostacolare la portabilità dei mutui…
Martinelli: Sì, ma i consumatori devono rivendicarlo. Adesso tutte le banche hanno un gran bisogno di liquidità, devono convincere i risparmiatori a continuare a concedere loro fiducia, il momento buono per fare pressione… I risparmiatori potrebbero rinegoziare il loro rapporto con le banche da una posizione di minore debolezza…


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