Cultura

Musulmani senegalesi “benedicono” il Papa

La più importante confraternita islamica definisce "iniziativa felice" l'idea del digiuno per la pace

di Gabriella Meroni

Esponenti della più importante confraternita islamica del Senegal invitano il 14 dicembre gli Imam a commentare le parole del Papa. “È Allah stesso che ha ispirato il Santo Padre a indire il digiuno”. Sono solo alcune delle reazioni che dimostrano l’accoglienza positiva dei musulmani senegalesi alla proposta di una giornata di preghiera e digiuno per la pace. “È un’iniziativa felice”. Con queste parole El Hadj Oumar Gueye, direttore dell’Istituto Islamico di Dakar, accoglie l’appello del Papa per la giornata di digiuno del 14 dicembre. Secondo Gueye, che organizza ogni anno il pellegrinaggio alla Mecca, il Papa ha una finalità precisa nel far coincidere il digiuno cattolico con la fine del Ramadan: è la prova che la comunità cattolica e, in primo luogo il suo capo, hanno il desiderio continuo di mantenere l’intesa e la comprensione reciproca tra le confessioni religiose. Egli si rallegra per l’iniziativa e assicura che i musulmani accolgono favorevolmente l’appello del capo della Chiesa cattolica. Anche Sérigne Abibou Tall, esponente della famiglia religiosa tidianiya (la più importante confraternita del Senegal, vicina ai musulmani del Nord Africa), si compiace della proposta: “L’umanità è fatta da credenti; l’appello del Papa deve essere accolto con gioia dai sostenitori della pace. È Allah stesso che lo ha ispirato a lanciare l’appello”. Serigne Abibou Tall ha anche detto a Fides che egli invita tutti i musulmani di buona volontà il 14 dicembre ad accogliere l’invito del Papa. Per quel giorno, in tutte le moschee, egli ha invitato gli Imam a commentare le intenzioni del Santo Padre e a pregare con lui e con i cristiani perché la pace ritorni nei cuori dei credenti. Circa l’incontro del 24 gennaio 2002 i responsabili della comunità musulmana senegalese ritengono che il dialogo e l’incontro delle religioni siano un obbligo in ragione del messaggio di pace che le religioni insegnano. Molti pensano che vi è la necessità che i capi religiosi si incontrino più spesso per parlare di pace e aiutare l’umanità a costruirla. P. Jacques Seck, responsabile del dialogo inter-religioso in Senegal, ha detto a Fides di ritenere che l’appello del Santo Padre rilancerà il dialogo tra le religioni, attualmente indebolito dopo gli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti e la riesplosione della crisi mediorientale. Per lui le religioni non devono essere in competizione o in concorrenza, ma devono coltivare la fraternità e l’amicizia; questo è possibile solo grazie a messaggi dei capi religiosi come quello del Santo Padre. Ricorda d’altronde che già nel 1986 in occasione del primo appello del Papa, è stato organizzato un incontro tra cristiani e musulmani. Pensa che lo stesso invito potrà essere rivolto ai rappresentati musulmani per un incontro il 24 gennaio a Dakar. In Senegal le comunità cristiane e musulmane coltivano l’intesa e l’armonia, anche grazie a frequenti legami familiari. Nel febbraio 1992, per esempio, durante la visita pastorale del Papa in Senegal, i responsabili della comunità tidianiya gli hanno offerto un montone e un boubou (vestito tradizionale africano) nella cattedrale di Dakar. Questa notizia era stata diffusa in tutto il paese e ha emozionato profondamente i cristiani locali. Di recente, nell’agosto 2000, durante la cerimonia di insediamento del nuovo arcivescovo di Dakar, l’intera comunità islamica ha reso un ben sentito omaggio al cardinale Thiandoum, grande artigiano del dialogo inter-religioso.


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