Cultura

Musulmani, miei fratelli

Esclusivo/ Un'intervista di Leonella Sgorbati, la suora uccisa a Mogadiscio: «Anche l’Islam insegna a vivere come una vera famiglia. E questa è la cosa di cui la Somalia ha più bisogno»

di Emanuela Citterio

E’ stato il fanatismo religioso ad armare il fucile che ha ucciso suor Leonella Sgorbati, la missionaria italiana assassinata il 17 settembre a Mogadiscio? Sono state le parole del Papa sull?Islam? Chi conosce lo stato attuale della Somalia – un governo appena nato dopo 15 anni di anarchia istituzionale, già assediato da un nuovo potere, quello delle corti islamiche, che si è impadronito di Mogadiscio e si sta espandendo rapidamente – solleva qualche dubbio.

A parlare della difficoltà del suo lavoro in Somalia è stata la stessa missionaria italiana, nell?intervista inedita che pubblichiamo e pervenuta alla redazione di Vita tramite l?associazione Sos Italia Villaggi dei bambini. Un?intervista da cui emerge però anche l?amore per i ?fratelli musulmani? fra cui suor Leonella viveva, musulmani come la guardia del corpo Mohamed, che ha sacrificato la sua vita per una cristiana.

Domanda: Vista la situazione della Somalia, verrebbe da dire che è impossibile lavorarci da volontari? a maggior ragione da cristiani?
Suor Leonella: Non è impossibile, direi, ma pericoloso. Può diventare pericoloso. Per quanto mi riguarda, però, non ho occasione di notarlo. Sono veramente rare le volte in cui ho tempo di andare a Mogadiscio città. Qui, finito il lavoro in ospedale, ho giusto il tempo di preparare le lezioni, di insegnare e di tornare a casa. Così non ho il tempo di sentire che sono in un pericolo, di nessun tipo.

Domanda: Qual è il senso della sua presenza qui come missionaria?
Suor Leonella: Guardi, io penso che la gente qui abbia il diritto di professare la propria fede. E non ritengo che il nostro compito sia quello di interferire con il loro sistema religioso. Ma vede, io sono cristiana. Devo comportarmi come una buona cristiana. Loro sono musulmani e devono comportarsi come buoni musulmani. Quando si arriva a questo, quando ci sono davvero dei buoni musulmani, persone che amano la pace e che lavorano bene, allora non c?è nessuna difficoltà a lavorare insieme. Anche i musulmani, nella loro religione vera, dicono che Dio è misericordia, è tolleranza, è amore. Dicono che Dio ama le sue creature. Credo sia importante risalire alla verità della religione e non farsi prendere da cose inventate o strumentalizzate per altri fini. E soprattutto non bisogna farsi prendere dalla paura. In fondo è facile avere paura l?uno dell?altro. E dove c?è la paura non ci può essere l?amore.

Domanda: Quindi secondo lei bisogna solo mostrare quel che siamo, mostrare ciò che un cristiano è?
Suor Leonella: Sì, ma non solo. Ci sono i valori morali. Questo Paese è in guerra da quindici anni. Ci sono dei valori morali molto importanti. Se non insegniamo valori morali come la pace, l?aiuto vicendevole, la capacità di stare insieme oltre le divisioni etniche e di classe sociale, allora non facciamo niente in realtà. Puoi riempire la testa delle persone di molte cose, di nozioni scientifiche, come facciamo nei nostri corsi per gli infermieri. Ma non hai fatto granché se non gli hai insegnato a crescere come essere umano, ad amare l?altro che ha accanto, a diventare una persona. Anche l?Islam insegna a ?vivere come una famiglia». Ed è questo di cui la Somalia ha davvero bisogno.

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