Cultura
Musica. Olivero inedito paroliere in un cd di melodie sacre. Il Mogol della pace
Si intitola Dal Basso della Terra ed è unopera musicale cui partecipa anche la voce del Papa. A presentarla è Adriano Sofri.
Aida, atto primo: «Pace, noi dobbiamo farti amare?», musiche di Giuseppe Verdi, testo di… Ernesto Olivero (l?orginale suona: «Guerra, guerra e morte allo stranier!»). Il fondatore del Sermig non è nuovo a esperienze musicali (questa Aida pacifista è del 2001, e sta nel cd del quintetto degli Architorti), ma sicuramente quella che si appresta a lanciare è la sua più importante fatica da paroliere. Pardon, da librettista. Il 21 febbraio esce infatti un?opera musicale, un intero cd per soli, coro, assemblea, orchestra ed ensemble dal titolo Dal Basso della Terra, testi di Olivero, musiche di Mauro Tabasso e in copertina il profilo di Giovanni Paolo II, la cui flebile voce si ode nel disco mentre invita ad ascoltare il «messaggio di pace». Di cosa si tratta?
«Non avrei mai immaginato di fare le cose che faccio, mai avrei pensato di fondare una comunità monastica, né di andare nelle carceri di tanti Paesi», confessa Olivero. «Mi sono sempre lasciato guidare da Chi pensava che potessi farlo. Io che mi definisco un uomo di non-cultura, ho sentito l?esigenza di mettere qualcosa nero su bianco». E dell?opera Dal Basso della Terra dice: «È una messa per i poveri. Quando la mia nipotina ha fatto la prima Comunione ho sentito la povertà dei canti di chiesa. Per questo ho pensato di scrivere io una messa, e ho chiesto all?amico Tabasso di musicarla». Tre anni di lavoro, e i testi buttati giù in luoghi diversi, dalle favelas brasiliane alle carceri di casa nostra. Con una presentazione nel carcere di Pisa che vede, lunedì 21, la presenza di Adriano Sofri, Massimo D?Alema, Ferruccio De Bortoli ed Ersilio Tonini. «Mentre scrivevo ho fatto vedere i testi al Papa. Era un periodo in cui era molto severo con la nuova liturgia e, mi ricordo, esattamente il 21 novembre 2002 firmò questo lavoro», dice non senza commozione Olivero che confida di voler dedicare questa messa al pontefice. L?opera, composita, mischia generi e musiche distanti nel tempo e nello spazio. Anche chi canta è un puzzle di umanità del mondo: dalle monache di clausura ai bambini di strada, a esponenti di popoli in conflitto. Il Miserere, per esempio, è cantato da arabi e israeliani insieme.
«La musica è importante, mi piace al punto che sogno di vedere una mia ballata musicata da The Boss, Bruce Springsteen in persona», continua Olivero. Suonare e cantare è importante anche per i ragazzi che frequentano il Sermig. «Vogliamo far venire ai giovani il gusto del bello. Se capiamo che la chitarra e il violino possono andare d?accordo e che si sta bene in un coro quando ci si perde in esso, allora abbiamo imparato una lezione importante: la musica è il sottofondo dell?anima». (A.Ne.)
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