Cultura

Musica dolce e profonda dalla stanza degli errori

Recensione del cd "Everbody makes mistakes" dei Shearwater.

di Enrico Barbieri

Un album per gli uomini che si voltano, per chi sa guardare indietro: Everybody Makes Mistakes è un grande racconto in forma di musica sul tempo che passa, un disco struggente e impalpabile, come possono esserlo solo i ricordi. La seconda fatica degli americani Shearwater ha il potere di riesumare in tutta la sua forza evocativa la forma-canzone, oggetto prezioso e sempre più raro. Il gruppo nasce nel 2000 ad Austin, in Texas, intorno alla coppia Will Robinson Sheff e Jonathan Meiburg, cui si sono poi aggiunti il vibrafonista Thor Harris e Kim Burke. Ascoltandoli, tornano alla memoria grandi momenti della storia della musica: il lirismo di Van Morrison, alcuni pezzi pregiati dei primi Pink Floyd, Robert Wyatt, Jeff Buckley…Ma soprattutto, mentre scorrono pezzi come An Accident o Soon, viene da pensare alla rapidità e immediatezza di racconto di Raymond Carver. L?album segue un filo sottile cui sono appesi incidenti, strade sbagliate e casualità. Protagonista è la realtà stringente delle piccole decisioni, il mucchio di rimpianti che a ognuno grava sulle spalle. E tutto ruota attorno a un?ipotetica stanza degli errori in cui s?affollano persone e occasioni perdute. Gli unici a non sbagliare un colpo sono i musicisti, che intessono le loro fini trame di pianoforte, archi e organo, fanno brillare la voce vischiosa di Meiburg e quella ruvida di Sheff, e danno vita a un mondo sonoro, delicato e profondo.

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