Sostenibilità

muratori o avvocati, la schiscetta è un’arte

Non si ferma, anzi si attualizza la moda del lunch-box

di Chiara Cantoni

Una volta era il pranzo della classe operaia, che di scelta non ne aveva; oggi è l’alternativa sana ed economica di un numero crescente di lavoratori, che di scelta ne hanno fin troppa ma troppo spesso di scarsa qualità e a prezzi non sempre ragionevoli. Chi la chiama lunch o bento-box per darsi un tono fashion, chi “gamella” o gavetta, la vecchia “schiscetta” torna da protagonista nei pranzi degli italiani: secondo uno studio del magazine Alice Cucina (Sitcom Editore), realizzato nel primo semestre del 2009 sulle abitudini alimentari di 921 lavoratori in 97 uffici, ben tre professionisti o impiegati su cinque (il 59%) preferiscono portarsi la pietanza da casa anziché affidarsi a bar, fast food o trattorie.
Sono in prevalenza uomini i fedelissimi della sporta, di età compresa fra i 25 e i 40 anni (71%), con picchi sorprendenti nelle categorie degli avvocati (31%), dei pr (27%) e dei consulenti (21%), tanto che alcuni di loro condividono piccoli prontuari di ricette da scambiarsi sul web. E se giacca e cravatta si dimostrano compatibili col pranzo “proletario”, c’è persino chi si è dotato di scaldavivande usb, per ravvivare la temperatura del cibo connettendolo alla presa del pc.
Un ritorno di fiamma, quello per il pranzo fai-da-te, che dalla sua ha più di una virtù: la certezza di sapere cosa si mangia, la scelta degli ingredienti e la possibilità di abbattere di oltre la metà i costi del mezzogiorno, mediamente pari a 150 euro mensili. «A portarlo da casa, con due o tre euro si rimedia un pranzo più che dignitoso», conferma Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. «Ed è l’occasione per orientare il proprio regime alimentare verso cibi meno elaborati e più salutari, come la frutta e la verdura di stagione, ben conservabili se non tagliate e non precondite, anche in assenza di frigo; una porzione di formaggio a pasta dura o dell’affettato, più un panino per integrare, e il pranzo è servito. Attenzione, invece, a salse, derivati delle uova e formaggi freschi, più impegnativi per la digestione e facilmente deperibili nel tragitto casa-lavoro». Chi in ufficio ha un microonde e un frigo, poi, può sbizzarrirsi con fantasiose insalate, anche di pasta o di pollo, combinando sapori a piacere. Il web, poi, pullula di blog dedicati: uno su tutti, Desperate Houseviz (http://desperatehouseviz.blogspot.com) che ha promosso una raccolta di «Ricette da schiscetta», dal riso basmati con albicocche secche ai noodle con verdure.
Nota bene: pranzo al volo sì, ma guai al desk-eating: fra un boccone e una mail, non “staccare” dalla scrivania rende lenta la digestione e non sazia lo stomaco.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.