Famiglia
«Muoiono 7,6 milioni di bambini. Vogliamo zero»
Al via la campagna contro la mortalità infantile
«Ogni anno circa 7,6 milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono per cause evitabili, più del doppio della popolazione di Roma. Ciò significa che ogni giorno muoiono quasi 21mila bambini. Nel 1980 erano 36mila, 33mila nel 1990 e nel 2000 erano 26.000. Ci stiamo muovendo sempre più per arrivare a zero. Ma per arrivarci, dobbiamo concentrare l’attenzione e gli investimenti per raggiungere i bambini più a rischio, quelli che crescono nelle famiglie, nelle comunità e nei paesi più poveri. Possiamo farlo. E siccome possiamo farlo, dobbiamo farlo». Con queste parole Anthony Lake, il Direttore generale dell’Unicef, ha lanciato ieri a Roma la campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi contro la mortalità infantile «Vogliamo Zero».
«Abbiamo dati recentissimi sulla mortalità infantile che ci danno speranza», ha detto Vincenzo Spadafora, presidente di Unicef Italia. «Il numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno é sceso da oltre 12 milioni nel 1990 a 7,6 milioni nel 2010 – continua Spadafora – Rispetto al 1990, sopravvivono circa 12.000 bambini in più ogni giorno. L’Unicef lavora per porre fine a queste morti inaccettabili, perché nessun numero è tollerabile in termini di mortalità dei bambini. Per questo noi vogliamo arrivare a zero». La campagna si svolge sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica e ieri una delegazione guidata dal Lake, è stata ufficialmente ricevuta al Quirinale dal Giorgio Napolitano.
È stata l’occasione anche per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Unicef, infatti, in collaborazione con l’Istat, ha presentato uno studio comparativo sulla mortalità infantile tra i progressi realizzati nel nostro Paese dal 1861 ad oggi e i paesi in via di sviluppo in cui Unicef opera. Nell’Italia post-unitaria i bambini italiani morivano per molte delle cause prevenibili che oggi uccidono migliaia di bambini ogni giorno. Le percentuali di mortalità prima del quinto compleanno di allora sono addirittura superiori a quelle che oggi si registrano in alcuni dei paesi più poveri del mondo. «Se oggi l’Italia registra tassi di mortalità sotto i cinque anni tra i più bassi del mondo – ricorda Unicef – lo si deve a politiche sanitarie nazionali promosse su tutto il territorio, che sarebbero state impensabili senza l’unificazione, oltre che ai progressi della scienza e della medicina nonché allo sviluppo di una cultura dei diritti dell’infanzia che riconosce il bambino protagonista della vita sociale e lo pone al centro di interventi efficaci».
Per il lancio ufficiale della campagna «Vogliamo zero», oltre mille volontari di Younicef, la rete dei giovani dell’organizzazione, sono scesi in piazza in più di quaranta città italiane. A Milano i volontari sono stati supportati da Kataklò Athletic Dance Theatre, compagnia di physical theatre che ha creato con i propri corpi la scritta “ZERO” in piazza Duomo.
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