Mondo
Mullah di Kabul: ci uniamo all’appello del Papa di Assisi
''Noi musulmani accogliamo e confermiamo l'appello del Papa perché questo vuol dire mettere in pratica ciò che è scritto nel Corano'', dice il Mullah di Kabul
di Paolo Manzo
”Noi musulmani accogliamo e confermiamo l’appello del Papa perché questo vuol dire mettere in pratica ciò che è scritto nel Corano”. Scandisce lentamente le parole Mulave Hafeezallah, Mullah della moschea tagika di Ghoosel Azam Dastageer, una delle più frequentate di Kabul, nell’aderire idealmente alla giornata di Assisi di domani.
Del resto, la parola pace a Kabul è stata per lungo tempo una chimera irraggiungibile. ”Il nostro desiderio -continua- è portare pace e vivere in pace, il nostro popolo ha pregato giorno e notte affinché questo accadesse.
Dopo 23 anni di guerra e dopo quanto avvenuto l’11 settembre il grande Dio ha ascoltato la nostra supplica. Vorremmo che le Nazioni Uniti che le organizzazioni che sono qui aiutassero il nostro governo ad affrontare il futuro”. Quella di domani sarà una giornata speciale anche per padre Ivan Lai, francescano in forza alla Brigata Garibaldi e cappellano militare del contingente italiano in Afghanistan.
”La pace è l’obiettivo. Se uno ascolta le leggi non scritte del cuore e la propria coscienza è già un passo avanti”. Inviato a Kabul per l’assistenza spirituale ai soldati italiani, padre Ivan ha di fonte ”una realtà molto delicata. La nostra presenza qui dovrà essere discreta”.
Quanto ai militari italiani, ”sono sereni perché sanno di lavorare per il bene. È gente che conosce i valori umani e si tratta di ragazzi esperti, dal momento che hanno alle spalle diverse missioni all’estero”.
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