Welfare

Mucca pazza: la variante umana trasmissibile col sangue

Questo il parere di Girolamo Sirchia, primario del Centro trasfusionale e di immunologia dei trapianti dell'Ospedale Maggiore di Milano

di Gabriella Meroni

Il rischio di contagio della nuova variante del morbo di Creutzfeldt-Jacob (vCJD) attraverso il sangue ”esiste e, dunque, e’ necessaria la massima
prevenzione come e’ accaduto, all’inizio degli anni ’80, per
l’Aids”. Questo il parere di Girolamo Sirchia, primario del Centro
trasfusionale e di immunologia dei trapianti dell’Ospedale Maggiore
di Milano.

”Il rischio esiste – ripete – anche se non sappiamo ancora
quantificarlo”. A dimostrare il contagio del prione attraverso il
sangue, spiega Sirchia, ”e’ uno studio, l’unico effettuato, condotto
in Gran Bretagna su un piccolo campione di pecore infette, 19 casi.
Ha dimostrato con chiarezza che, attraverso la trasfusione del loro
sangue, la malattia si trasmette a pecore sane. Per analogia –
prosegue – si presume che la trasmissione del prione con il sangue
sia possibile anche per l’uomo, non vi e’ ragione per pensare che non
sia cosi’.

E’ per questo, ricorda Sirchia, che e’ stato bloccato l’uso di
emoderivati ottenuti dal sangue di donatori inglesi ed e’ stato
vietato, in Italia come in Europa e negli Stati Uniti, di donare il
sangue a chi ha soggiornato per un certo periodo nel Regno unito.
Sirchia non minimizza, anzi. ”E’ chiaro – sottolinea – che siamo
consapevoli di un pericolo e, dunque, dobbiamo attuare il massimo
della prevenzione, visto che non esiste un test per individuare
donatori potenzialmente infetti. Dopo 20 anni, ripercorriamo la
stessa strada seguita per l’Aids, che ci ha dimostrato la necessita’
di attuare ogni intervento preventivo in attesa di un test che
permette di individuare fisicamente i donatori infetti”.

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