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Mubarak sotto assedio
La rivoluzione tunisina dilaga nelle città egiziane. Si contano tre vittime
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Più di 15mila egiziani sono scesi ieri nelle strade del Cairo per manifestare la loro rabbia contro il regime del presidente Hosni Mubarak. Secondo l’Afp altre manifestazioni a favore di riforme politiche e sociali si sono svolte in altre città egiziane situate nel nord (Alessandria), nel sud (Assuan e Assiut), sul delta del Nilo, sul canale di Suez (Ismailiyia) e nel nord del Sinai.
Le manifestazioni segnano la prima vera mobilitazione popolare in Egitto. La giornata si è conclusa con la morte di tre persone, due manifestanti (a Suez) e un poliziotto (al Cairo).
Nella capitale egiziana i primi raduni hanno avuto luogo presso la sede della Corte suprema, per poi dilagare nella zona ovest della capitale egiziana. Nelle strade i manifestanti hanno chiesto a Mubarak di lasciare il potere che il presidente dell’Egitto occupa da ormai 29 anni.
Di fronte ai manifestanti sono stati mobilitati più di 30mila poliziotti che hanno accerchiato i punti strategici della città. Secondo Al Jazeera, all’inizio della giornata le forze dell’ordine non hanno arrestato nessuno. Ma alcuni video e messaggi inviati su twitter i poliziotti hanno tentato di disperdere i manifestanti con l’uso di lacrimogeni. Ma i manifestanti non si sono lasciati intimorire. Secondo informazioni diffuse su Twitter e altri media sociali, la contestazione si sarebbe prolungata durante la notte tra martedi’ e mercoledi’.
Le manifestazioni rispondono all’appello lanciato alcuni giorni fa dall’opposizione alla popolazione di scendere in piazza per “una giornata di rivolta contro la tortura, la povertà, la corruzione e la disoccupazione”. La giornata ha coinciso con quella molto ufficiale dedicata alle forze dell’ordine. Ieri in Egitto era giorno festivo.
Il ministro degli interni, Habib al-Adli ha definito l’iniziativa dell’opposizione “follia” che non avrà “nessun impatto” nel paese. “Le forze dell’ordine sono in grado di fronteggiare qualsiasi minaccia contro la sicurezza della popolazione”.
Né i recenti annunci del regime di voler abbassare i prezzi dei beni alimentari, né le parole di al-Adli hanno convinto i cittadini egiziani. Nelle altre città le manifestazioni hanno riunito migliaia di persone che scandivano “Dopo Ben Alì, a chi tocca?”, con chiaro riferimento a Mubarak.
Con oltre 80 milioni di abitanti, l’Egitto è il paese più popolato del mondo arabo. Il 40% degli egiziani vivono con meno di due dollari al giorno.
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