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Mubarak sotto assedio

La rivoluzione tunisina dilaga nelle città egiziane. Si contano tre vittime

di Joshua Massarenti

Più di 15mila egiziani sono scesi ieri nelle strade del Cairo per manifestare la loro rabbia contro il regime del presidente Hosni Mubarak. Secondo l’Afp altre manifestazioni a favore di riforme politiche e sociali si sono svolte in altre città egiziane situate nel nord (Alessandria), nel sud (Assuan e Assiut), sul delta del Nilo, sul canale di Suez (Ismailiyia) e nel nord del Sinai.

Le manifestazioni segnano la prima vera mobilitazione popolare in Egitto. La giornata si è conclusa con la morte di tre persone, due manifestanti (a Suez) e un poliziotto (al Cairo).

Nella capitale egiziana i primi raduni hanno avuto luogo presso la sede della Corte suprema, per poi dilagare nella zona ovest della capitale egiziana. Nelle strade i manifestanti hanno chiesto a Mubarak di lasciare il potere che il presidente dell’Egitto occupa da ormai 29 anni.

Di fronte ai manifestanti sono stati mobilitati più di 30mila poliziotti che hanno accerchiato i punti strategici della città. Secondo Al Jazeera, all’inizio della giornata le forze dell’ordine non hanno arrestato nessuno. Ma alcuni video e messaggi inviati su twitter i poliziotti hanno tentato di disperdere i manifestanti con l’uso di lacrimogeni. Ma i manifestanti non si sono lasciati intimorire. Secondo informazioni diffuse su Twitter e altri media sociali, la contestazione si sarebbe prolungata durante la notte tra martedi’ e mercoledi’.

Le manifestazioni rispondono all’appello lanciato alcuni giorni fa dall’opposizione alla popolazione di scendere in piazza per “una giornata di rivolta contro la tortura, la povertà, la corruzione e la disoccupazione”. La giornata ha coinciso con quella molto ufficiale dedicata alle forze dell’ordine. Ieri in Egitto era giorno festivo.

Il ministro degli interni, Habib al-Adli ha definito l’iniziativa dell’opposizione “follia” che non avrà “nessun impatto” nel paese. “Le forze dell’ordine sono in grado di fronteggiare qualsiasi minaccia contro la sicurezza della popolazione”.

Né i recenti annunci del regime di voler abbassare i prezzi dei beni alimentari, né le parole di al-Adli hanno convinto i cittadini egiziani. Nelle altre città le manifestazioni hanno riunito migliaia di persone che scandivano “Dopo Ben Alì, a chi tocca?”, con chiaro riferimento a Mubarak.

Con oltre 80 milioni di abitanti, l’Egitto è il paese più popolato del mondo arabo. Il 40% degli egiziani vivono con meno di due dollari al giorno.


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