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MSF: «Questa bufera di accuse non ci fermerà dal salvare vite in mare»
Il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio ha annunciato che alcuni membri della ong che nel 2017 ha già salvato 7mila persone, sarebbero indagati per favoreggiamento dell’immigrazione. «Ancora una volta, come sempre più spesso in queste ultime settimane, ci troviamo di fronte a una valanga di illazioni e accuse mediatiche basate su strumentalizzazioni e informazioni imprecise»
Alcuni membri dell’equipaggio di una nave di Medici senza Frontiere avrebbero soccorso migranti senza avvisare la guardia Costiera italiana. E avrebbero poi convinto gli stranieri a non rispondere alle domande della polizia, il cosiddetto “debriefing” che avviene dopo lo sbarco. Per questo sono adesso indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La conferma arriva dal procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio. Circostanza però che lo stesso pm non aveva rivelato in audizione davanti alla Commissione Difesa del Senato e che non è confermata da nessuna comunicazione ufficiale.
Da Medici senza Frontiere hanno reagito subito: «In merito alle nuove accuse, errori e illazioni che compaiono ogni giorno nel dibattito pubblico, Medici Senza Frontiere (MSF) conferma di non essere stata contattata dalla procura di Trapani, ribadisce di essere a disposizione di tutte le autorità competenti per chiarire ogni informazione e soprattutto riafferma con forza la totale legittimità e trasparenza del proprio operato in mare, che ha l’unico obiettivo e obbligo di salvare vite umane», hanno spiegato dalla ong con un comunicato.
«Ancora una volta, come sempre più spesso in queste ultime settimane, ci troviamo di fronte a una valanga di illazioni e accuse mediatiche basate su strumentalizzazioni e informazioni imprecise, che non servono a nulla se non a gettare discredito sulla nostra organizzazione e sul sistema stesso di ricerca e soccorso in mare».
Ed è difficile dare torto ai rappresentanti della ong.
«Come abbiamo più e più volte ripetuto», sottolineano da Msf, «le nostre operazioni in mare avvengono alla luce del sole, nel rispetto e sotto gli obblighi del diritto internazionale marittimo, con il coordinamento delle autorità competenti. E servono a salvare vite umane, le vite di persone in carne e ossa, che mentre queste polemiche faziose confondono l’opinione pubblica, sono costrette a sofferenze, rischi indicibili e morti del tutto inaccettabili».
Affermazione che trova per altro conferma nelle dichiarazioni di Guardia Costiera e Marina Militare, che coordinano gli interventi in mare.
«Vogliamo rassicurare chi ci sostiene che questa bufera di accuse non ci distoglierà nemmeno per un minuto dal soccorrere persone che stanno per morire, dal medicare le ustioni e le ferite, trattare i casi di ipotermia, rianimare gli annegati, nutrire i bambini nati orfani. In mare come nei circa 70 paesi dove i nostri operatori nel frattempo continuano a portare, ogni giorno e in prima persona, assistenza medica e umanità. Grazie all’aiuto di tutti i nostri sostenitori, privati cittadini, fondazioni e imprese selezionate, che credono ancora che sia giusto curare e salvare vite umane e che anche in questi giorni continuano a dimostrarci il loro sostegno», concludono nel comunicato.
Nel 2017 Medici Senza Frontiere ha soccorso più di 7.000 persone. Da quandohanno preso il mare nel 2015 più di 61.000, in circa 300 operazioni di soccorso coordinate dalla guardia costiera italiana. A quanto pare qualcuno vorrebbe far passare questi numeri come traffico di uomini.
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