Cultura

Msf: i missionari in Centrafrica stanno bene

La conferma sulle buone condizioni di salute fatta da Medici senza frontiere all'Agenzia Misna

di Redazione

Sono tutti in buone condizioni i 33 religiosi che da alcune settimane si trovano isolati nel nord della Repubblica Centrafricana, in una zona sotto il controllo dei ribelli.
Lo conferma alla Misna Bernard Lapeyre, responsabile del programma emergenze della sezione spagnola di Medici senza frontiera (Msf). Nei giorni scorsi un team della nota organizzazione ha raggiunto la località di Gofo, non lontano dal confine con il Ciad, dove trenta missionari cattolici e tre protestanti di diverse nazionalità sono raggruppati nelle strutture della missione dei frati cappuccini. Non possono muoversi, perché tutta l?area è nelle mani degli uomini armati legati all?ex capo di Stato maggiore François Bozizé, protagonisti di un fallito golpe lo scorso 25 ottobre.
?Tutti i religiosi sono stati visitati dal nostro personale ? spiega Lapeyre ? e sono in buone condizioni. Era presente anche un medico, che ha confermato che nessuno di loro necessita di cure?. Al relativo benessere fisico, tuttavia, si contrappone la stanchezza psicologica dovuta alla mancanza di sicurezza e all?impossibilità di muoversi nel territorio della diocesi di Bossangoa (la città-roccaforte dei ribelli circa 300 chilometri a nord della capitale Bangui).
I missionari non sono ?sotto sequestro?, come ha ribadito alla Misna il nunzio apostolico in Centrafrica, monsignor Joseph Chennoth. Ma di fatto non hanno libertà di movimento, anche se i ribelli non li tengono in ostaggio con la violenza. Del gruppo fanno parte 17 suore, tra cui alcune italiane, e 16 religiosi (tra loro 5 frati cappuccini). Il team di Medici senza frontiere è riuscito a raggiungere i missionari passando dalla frontiera con il Ciad, in quanto le principali strade del nord del Centrafrica sono interrotte. Il personale di Msf ? Spagna, già presente a Bangui, ha effettuato una prima verifica in vista dell?apertura di un programma di assistenza nelle aree settentrionali del Paese, dove il problema principale in questo momento è l?assoluta mancanza di medicinali e di materiale sanitario.

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