Sostenibilità
Mr Danone sale sul treno della Val di Susa
LUe sborsa i soldi per la Torino-Lione. E Parigi manda in campo lamico di Yunus. Un imprenditore responsabile per convincere gli scettici.
Si ammorbidiscono i binari dello scontento. Soprattutto sul versante francese. Nei giorni in cui l?Unione europea stacca un assegno da 672 milioni per finanziare – tra polemiche (verdi e sinistra) e trionfi di giubilo – l?alta velocità ferroviaria tra Torino e Lione, il comitato transalpino promotore della maxi opera scompagina le carte e spedisce sul locomotore dei Sì Tav il guru francese del business sociale. Dal 1996 presidente e direttore generale dell?azienda di famiglia, la Danone, imprenditore ?illuminato? di un gruppo da 13 miliardi di euro per ricavi e 90mila dipendenti, Franck Riboud, classe 1955, è anche il socio d?affari del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, l?inventore del microcredito. Un uomo d?impresa al posto di un politico, l?ex premier Raymond Barre scomparso recentemente, un manager d?azione al posto del diplomatico per far prevalere il dialogo. Funzionerà? Difficile dire se lo charme del dg più pagato di Francia saprà addolcire le resistenze dei gruppi sparuti di No Tav francesi o quelli italiani, decisamente più compatti e barricaderi, già pronti per l?8 dicembre quando marceranno ancora contro il progetto del tunnel in ricordo degli scontri di Venaus di due anni fa. L?unica certezza è che a Mr Danone non dispiacciono affatto le sfide e le ricette creative per affrontarle. Anzi. «Mi interessa lavorare con te, ma non posso massimizzare il profitto». Al ristorante Fontaine Gaillon a Parigi, Muhammad Yunus non ha usato mezze parole. Queste le condizioni, prendere o lasciare. E il patron di Danone non ha esitato. Così è nata la fabbrica di Bogra, in Bangladesh, una joint venture atipica, messa in piedi tra Grameen Bank, la banca dei piccoli prestiti, e Danone con l?obiettivo di produrre e vendere yogurt al prezzo low cost di 5 centesimi di euro. E gli eventuali utili? Tutti reinvestiti in un fondo etico (Danone Communities) che finanzierà l?avvio di altri impianti nel Paese. Oggi Danone è leader di mercato nei Paesi emergenti (l?80% dei ricavi proviene dall?export). E se il business dei colossi vince riuscendo a sposare il sociale, anche il tracciato della Tav può integrarsi alle richieste dei piccoli Comuni. Questo devono aver pensato i vertici dei comitato transalpino per la Torino-Lione scegliendo come guida Franck Riboud. L?imprenditore avrà molto da fare. Il primo ministro François Fillon, che il 30 novembre incontrerà a Nizza Romano Prodi, è stato chiaro: «Cantieri aperti entro il 2010». I lavori delle tre discenderie, tunnel di sicurezza e di Modane viaggiano spediti, ma in Italia tutto è fermo, imprigionato da continui slittamenti di dialogo (il tavolo di settembre a Palazzo Chigi è stato rimandato per i cantieri del nascente Partito democratico) e dalla mediazione dell?osservatorio di Mario Virano.
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