Cultura

Mr Brother e Mezzasega, due fratelli opposti

Recensione del libro Mr Brother di Michael Cunningham (di Domenico Stolfi)

di Redazione

L? inferno sono gli altri», diceva Sartre. L?altro è colui che mi fissa e mi paralizza col suo sguardo. Fino a quando l?altro non c?era, io ero libero, ero cioè soggetto e non oggetto. Mr Brother, uno dei due protagonisti dell?ultimo, omonimo, racconto di Michael Cunningham (Bompiani, 6, 20 euro) è bello e forte come un gladiatore. Mezzasega, il fratello minore, è grasso e rosa come «una bavarese alla fragola». Mr. Brother è allegro, simpatico e sicuro di sé. Mezzasega è timido, solo e piagnucoloso. Vorrebbe essere come Mr. Brother, ma non lo è, quindi lo detesta. Dal canto suo, Mr. Brother non sopporta questo disastro di fratello senza tricipiti e che lo fissa per ore durante la sua quotidiana toeletta. Nonostante questa aspra e reciproca animosità, ognuno ha bisogno dell?altro: Mezzasega non può fare a meno della spavalderia e dei muscoli di Mr. Brother per capire quanto poco basti per diventare desiderabile come lui. E Mr. Brother non può fare a meno della nullità del fratello per confermare la sua virilità. Ma, come rivela la chiusa di questo folgorante racconto, Mr. Brother e Mezzasega non sono l?altro sartriano. Semmai sono l?altro della tradizione biblica, riscoperto nel Novecento da filosofi ebrei come Levinas e Buber. Mr. Brother e Mezzasega sono il ?tu? di quella coppia io-tu che è la relazione esistenziale fondamentale, perché non esiste un io da solo, bensì solo e sempre in rapporto. L?altro non è l?inferno, è il prossimo.


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