Non profit

Movimento No Slot, alziamo il tiro

«La storia del movimento contro l’azzardo in Italia è una bella storia di generatività e di fertilità sociale». L'economista Leonardo Becchetti, tra gli animatori di Slot mob, la racconta sul numero del magazine in distribuzione

di Leonardo Becchetti

La storia del movimento contro l’azzardo in Italia è una bella storia di generatività e di fertilità sociale, intesa nel senso di Erik H. Erikson per il quale la generatività consiste nel far nascere, formare, accompagnare e lasciar andare e nel senso di papa Francesco che ama ribadire come il tempo sia superiore allo spazio spiegando poi che si tratta di «assumere la tensione tra pienezza e limite, assegnando priorità al tempo» che… «dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi» e ancora spiegando che «si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci». L’obiettivo di partenza è stato quello di creare un momento visibile che convincesse i cittadini della forza dell’azione civica dal basso se solo si coordinano le forze verso un comune obiettivo.

Un riferimento classico visivo di questo concetto è la nota immagine del pesce grande che spaventa i tanti pesci piccolini mentre nella sequenza successiva i tanti pesci piccolini si coordinano, si dispongono con una struttura ordinata e formano la figura di un enorme pesce che spaventa il pesce grande.

La figura illustra una grande potenzialità non nascondendone le difficoltà. Rendere tanti piccoli pesci consapevoli della loro forza e organizzarne il coordinamento in modo così ordina- to non è affatto facile. L’idea chiave che ci ha consentito di render visibile e plastica quest’idea è stata quella dello slot mob, ovvero una mobilitazione raccontata con un video di una folla di cittadini che si conclude con l’acquisto di prodotti in un bar che non ha al suo interno (o ha scelto di rimuovere) le macchinette del gioco d’azzardo (slot machine).

Lo slot mob così organizzato fa riferimento ad una ben precisa filosofia positiva che si differenzia da quella negativa del boicottaggio. Ovvero, anche se comprare e premiare il bar senza slot vuol dire di fatto non realizzare lo stesso atto di acquisto in un bar con le slot, l’idea è quella di sottolineare e premia- re il comportamento virtuoso. Gli slot mob sono diventati virali e dopo il primo esperimento realizzato circa tre anni fa a Biella ne sono stati realizzati a centinaia in diverse parti d’Italia. I partecipanti all’evento sono rimasti lega- ti attraverso una rete che si è messa in contatto con molte altre organizzazioni che si propongono di combattere la piaga dell’azzardo.

La storia di slot mob conferma d’altronde una delle novità/problemi dei nostri tempi indotte dalla rivoluzione della rete che ha aumentato le opportunità di fruizione senza spostamenti di luogo di un innumerevole quantità di servizi e di prodotti aumentando il costo opportunità degli incontri faccia a faccia realizzati in simultaneità di tempo e di luogo. Sono nate molte forme ibride di contatto ed interazione come i webinar, le conferenze skype. Tutto questo ha reso le forme di partecipazione e di aggregazione molto più liquide e mutevoli di quelle del passato, in grado di materializzarsi e coagularsi attor- no ad un evento e di disperdersi poi successivamente. Il movimento no slot non è sfuggito a tutto ciò ma ha mantenuto legami e contatti unito dal comune obiettivo del contrasto all’azzardo.


Gli slot mob seguono una precisa filosofia che si differenzia da quella negativa del boicottaggio: l’idea è quella di premiare chi combatte l’azzardo

È evidente che eventi spot di gruppi volenterosi della società civile non bastano e sono scintille che devono mettere in moto altri pezzi della nostra società. Come una parte dei mezzi di comunicazione che ha fatto propria questa battaglia ideale. In prima fila proprio Vita e Avvenire e, purtroppo, non molti altri che non sono stati così pronti a mettere al primo posto il bene comune e gli interessi del Paese. Vita e Avvenire sono stati e sono fondamentali nel proseguire con costanza l’impegno sul tema cercando di portare nel movimento no slot nuovi testimonial, dando spazio a fatti, evidenze e notizie in materia e sottolineando comportamenti incoerenti di alcuni importanti pezzi del Paese. A fianco a quello di questi importanti mezzi di comunicazione importantissimo è stato in questi anni l’impegno della Caritas che, potendo osservare in prima persona le conseguenze della piaga dell’azzardo, è stata sempre in prima linea nel denunciarlo.

Adesso però occorre alzare l’asticella. L’obiettivo? Il divieto assoluto della pubblicità come è stato nel caso delle sigarette

Arrivati a questo punto diventa opportuno fare il quadro sugli obiettivi del movimento No slot. Ovvero identificare obiettivi politicamente raggiungibili, fare squadra su questi indi- pendentemente dall’orizzonte ideale che ovviamente è molto più in là di tali obiettivi.

In sostanza, per fare un parallelo, l’opposizione dei medici è riuscita a vin- cere le resistenze delle multinazionali del fumo spostando l’equilibrio fino alla cruda pubblicità negativa che vediamo tutti i giorni sui pacchetti di sigarette incivilmente gettati per strada. E ottenendo il divieto di fumo in tutti i locali pubblici. Sarà possibile allo stesso modo che il movimento No slot arrivi ad una sacrosanta equiparazione dell’azzardo al fumo ottenendo il divieto di pubblicità e il divieto di installazione delle slot almeno nei bar e nelle tabaccherie?

Per raggiungere l’obiettivo bisogna innanzitutto confutare una post-verità piuttosto diffusa. Quella che l’azzardo diffuso sia conveniente per le finanze pubbliche. Verità agitata sempre indicando il totale delle entrate fiscali dall’azzardo. Ed omettendo il fatto che i soldi non persi nell’azzardo sarebbero impiegati in acquisti di beni di consumo tassati ad aliquote mediamente più elevate. E non considerando i costi economici e sociali delle persone che cadono nella dipendenza, non sono più in grado di lavorare ed essere produttive e finiscono nella spirale dell’indebitamento. Un’analisi accurata dei co- sti economici e sociali dell’azzardo sarà nel prossimo futuro un elemento fondamentale per contrastare questa visione riduzionista che antepone presunti interessi di finanza pubblica al benessere e alla salute dei cittadini.


In copertina un momento dello slot mob di Mantova

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