Economia
Movimento cooperativo verso un unico fondo previdenza
Alleanza Cooperative e Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un accordo che dà il via libera al percorso di accorpamento di Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop. Nascerà così il quinto fondo italiano per iscritti e l'ottavo per patrimonio gestito
di Redazione
Saranno unificati i fondi previdenza del movimento cooperativo. C’è infatti il via libera al percorso di accorpamento di Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop, i tre fondi di previdenza complementare espressione del sistema cooperativo. Quello siglato oggi a Roma tra Alleanza Cooperative e i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil) è un accordo di portata storica, il primo nel suo genere in Italia, che sancisce la nascita di un fondo pensione unico per i lavoratori delle imprese aderenti ad Agci, Confcooperative e Legacoop.
Il fondo unico della cooperazione sarà tra i maggiori fondi pensione per iscritti (oltre 117mila, che lo collocheranno al 5° posto in Italia) e per patrimonio in gestione (8° posto con 1,8 miliardi di euro).
Cooperative e sindacati, a quindici anni dalla costituzione, avviano il più consistente progetto di fusione tra fondi pensione realizzato in Italia nell’ambito privato. Grazie alle economie di scala si potrà avere un contenimento dei costi e un miglioreranno della dinamica dei rapporti contrattuali con gli enti gestori delle risorse patrimoniali, della quantità e qualità dei servizi offerti e degli assetti organizzativi, consolidando la governance, in un quadro di rafforzamento dei legami solidaristici e di miglioramento delle relazioni sindacali.
Obiettivo della fusione è coniugare al meglio efficienza e rappresentanza, favorendo, attraverso il raggiungimento di dimensioni più competitive, ulteriori vantaggi agli iscritti.
Le parti si sono impegnate ad attivare tutte le iniziative necessarie per rilanciare e sostenere le adesioni alla previdenza complementare con il fine di promuovere cultura ed educazione alla previdenza.
In apertura foto di Tom Kelley/Getty Images
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.